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Martedì 24 MAGGIO 2011
Umbria. Marini: “Posti letto nell’Ospedale di Perugia rispettano linee guida nazionali”

La governatrice, Catiuscia Marini, ha così risposto ieri nel corso dell’interrogazione a risposta immediata di Sandra Monacelli (Udc), che chiedeva di sapere “quali provvedimenti intenda prendere la Giunta alla luce del fatto che a ogni inizio settimana sono sistematicamente ‘parcheggiate’ nei corridoi circa 70 barelle con malati anche oncologici”.

“Il numero dei posti letto presso l’Ospedale di Perugia, Santa Maria della Misericordia, è frutto della programmazione regionale nel rispetto delle linee guida nazionali e degli indicatori di appropriatezza quindi, in ottemperanza alle normative vigenti, si impone una progressiva riduzione dei posti letto dagli attuali 820”. Così ha risposto la presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, all’interrogazione a risposta immediata (question time) di Sandra Monacelli (Udc), che chiedeva di sapere “quali provvedimenti intenda assumere la Giunta nell’ottica di una visione strategica nell’organizzazione generale del sistema sanitario”, alla luce del fatto che “ad ogni inizio settimana sono sistematicamente ‘parcheggiate’ nei corridoi di vari reparti circa 70 barelle, con malati anche oncologici”.
Se l’azienda si comportasse da azienda pura, quindi rifiutando casi a bassa complessità, ha spiegato Marini, “il numero dei posti letto sarebbe superiore”. “I dati al 31 dicembre 2010 sono di 746 posti letto per la degenza ordinaria, con una presenza media giornaliera di 683 – ha precisato -. Inoltre va chiarita la questione del terzo letto aggiunto, che si trova nelle camere, non nei corridoi, a meno di un maggiore afflusso limitato ai casi di Day hospital e Day surgery, che rappresentano il 10% del totale”.

 Monacelli non si è ritenuta soddisfatta della risposta della governatrice, perché, a suo dire, “non funziona il sistema della botte piena e della moglie ubriaca, e l’ospedale deve essere anche territoriale e riuscire a trovare soluzione al problema delle barelle, per le quali devono esserci spazi adeguati”. “È una condizione – ha concluso – di ‘ospedale nell’ospedale’ quella dei malati appoggiati nei corridoi e nell’impotenza degli operatori”.
 

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