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Mercoledì 20 LUGLIO 2016
Cervello. Negli obesi, la chirurgia bariatrica migliora alcune anomalie

Dopo la chirurgia bariatrica, anche alcuni studi di neuroimaging indicano una positiva correlazione tra la riduzione di anomalie strutturali e riduzione chirurgica dell’obesità nel cervello di pazienti patologicamente obesi.

(Reuters Health) - “Un mese dopo lasleeve gastrectomy, i pazienti obesi hanno parzialmente recuperato i deficit strutturali cerebrali nelle regioni associate al controllo dell’assunzione di cibo e alla regolazione cognitivo-emozionale”, spiega Gene-Jack Wang del National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism di Bethesda, nel Maryland.
 
In un paper pubblicato dall‘International Journal of Obesity, Wang e colleghi notano che ci sono stati ampi report su queste anomalie del cervello negli obesi. Tuttavia, anche se la chirurgia bariatrica è attualmente l’intervento più efficace per ridurre il peso di questi pazienti, non è chiaro se vi sia anche una concomitante riduzione delle anomalie delle connessioni cerebrali.

Lo studio
Per capirlo, il team ha usato la risonanza magnetica per esaminare i pazienti obesi al basale e un mese dopo l’intervento di chirurgia laparoscopica. In tutto sono stati esaminati 15 obesi patologici e 18 persone di peso normale come gruppo di controllo. Al basale il gruppo degli obesi ha mostrato una diminuita anisotropia frazionaria (FA), densità di materia grigia (GM) e bianca (WM) e maggiore diffusività media (MD) nelle regioni del cervello associate al controllo alimentare, come la corteccia orbito-frontale. Questo è successo anche nelle aree associate con la regolazione cognitivo-emozionale, tra cui il giro frontale inferiore.

Un mese dopo l’intervento chirurgico, i ricercatori hanno trovato differenze significative nei valori di FA nella corona radiata sinistra anteriore e in altre aree. C’era anche un notevole aumento della densità GM in un certo numero di strutture dopo l’intervento.

L’accoppiamento di t-test prima e dopo l’intervento chirurgico ha mostrato un parziale recupero neuroplastico strutturale “che potrebbe in parte mediare il beneficio a lungo termine della chirurgia bariatrica nella riduzione del peso”. Questi risultati e questa linea di ricerca sull’asse intestino-cervello, conclude Wang, “ci aiuta a capire il meccanismo neurobiologico dell’obesità e a predire l’efficacia del trattamento.

Fonte: J Obesity 2016

David Douglas

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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