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Venerdì 27 MAGGIO 2011
Paracetamolo: una compressa al giorno dimezza il rischio di cancro alla prostata

L’assunzione regolare dell’antinfiammatorio per almeno 5 anni esercita un effetto protettivo contro il tumore. Ma i ricercatori avvertono: è un risultato preliminare che va confermato in studi più ampi e congegnati ad hoc.

I risultati potrebbero essere straordinari, se fossero confermati: assumere almeno 30 compresse al mese di paracetamolo per 5 o più anni riduce il rischio di cancro alla prostate dal 38 per cento. È quanto è emerso da uno studio pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention che rappresenta una novità quasi assoluta nel campo della ricerca: è la seconda ricerca che indaga il rapporto tra consumo nel lungo periodo di paracetamolo e il cancro alla prostata. Una ragione per prenderlo con le molle, ma non l’unica.
La ricerca, coordinata da Eric Jacobs, un epidemiologo afferente all’American Cancer Society, ha correlato l’incidenza di cancro alla prostata e il consumo del principio attivo in più di 78 mila uomini già arruolati nella Cancer Prevention Study II Nutrition Cohort. Le informazioni sul consumo di paracetamolo sono state ottenute con un questionario nel 1992, confermate nel 1997 e monitorate ogni 2 anni. Dall’analisi è emerso che tra il 1992 e il 2007 si sono verificati 8.000 nuovi casi di cancro alla prostata. Tuttavia, nel gruppo che assumeva regolarmente il medicinale, cioè almeno una compressa al giorno per almeno 5 anni, il rischio di tumore era più basso del 48 per cento. Addirittura più che dimezzato (-51%) il rischio di sviluppare tumori aggressivi.
Nessun effetto è stato invece osservato per quanti avevano assunto il farmaco per periodi inferiori.
Risultati sorprendenti, che, ammettono i ricercatori, sono però da maneggiare con estrema cautela. “È vero - ha commentato Jacobs - che questo studio osservazionale suggerisce che l’uso regolare e di lungo termine di paracetamolo è associato a una riduzione del rischio di cancro alla prostata, ma i nostri risultati devono essere replicati in altre studi e non giustificano assolutamente l’impiego del farmaco nella prevenzione del tumore. Il paracetamolo - ha precisato - è considerato relativamente sicuro quando è assunto nei dosaggi raccomandati, ma un uso eccessivo è un’importante causa di danni al fegato. Allo stesso tempo - ha concluso - i risultati di questo studio possono dare il via a ulteriori ricerche che indaghino più a fondo i meccanismi del cancro alla prostata e il modo in cui possono essere rallentati”. 

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