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Lunedì 25 LUGLIO 2016
“Le competenze delle professioni sanitarie siano al centro del Ssn”. La Cisl Fp lancia la battaglia: “La pazienza è finita”
Chi sono, cosa fanno, quali difficoltà incontrano e cosa li spinge nonostante tutto ad impegnarsi ogni giorno, cosa vorrebbero e saprebbero fare in più se il sistema glielo consentisse. Il sindacato ha raccolto in un video le richieste dei lavoratori e avverte Governo e Regioni: “Sembrano essersi addormentate sulle buone intenzioni. Via i retaggi del centralismo medico”.
“Il tempo della pazienza è finito. Sulle professioni sanitarie è il momento della concretezza”. Così la Cisl-Fp, scende in prima linea insieme alle sigle confederali e alle rappresentanze professionali, annunciando battaglia attraverso un nuovo video: “Governo e Regioni sembrano essersi addormentate sulle buone intenzioni. Le troppe incrostazioni delle lobby professionali e i retaggi del centralismo medico hanno frenato un percorso che vogliamo chiudere subito: l’evoluzione professionale deve diventare la leva della riorganizzazione sanitaria e di un nuovo modello di presa in carico delle persone e dei nuovi bisogni di salute”.
“E’ la battaglia dell’orgoglio e della dignità di profili cresciuti esponenzialmente negli ultimi decenni: infermieri, Oss, professioni tecniche e amministrative, educatori e specialisti della prevenzione, della cura e dell’assistenza. Ma è soprattutto la battaglia per riprogettare il sistema, perché bisogna partire dalle persone: da un lato i cittadini con i loro bisogni, dall’altro i professionisti della cura con le loro competenze”.
“Cos’è che rende costosa e inefficiente l’assistenza? Un’organizzazione ancora troppo ospedale-centrica e, soprattutto, che confina in ruoli al di sotto del loro potenziale le tante diverse figure professionali che ne fanno parte. La sanità 2.0 va costruita proprio su quel potenziale di competenza e motivazione. Attraverso l’innovazione organizzativa, l’integrazione professionale, il lavoro in team. Ma anche allargando gli spazi e le responsabilità dei professionisti che oggi sono in grado di svolgere al meglio funzioni e compiti ad alto tasso di specializzazione. E poi garantendo un turn-over adeguato ad aziende, ospedali e laboratori, visto che in dieci anni si sono persi oltre 20mila professionisti non medici, solo nel pubblico, a fronte di una domanda di salute in continua crescita”.
Dopo la giornata organizzata lo scorso 28 giugno insieme agli altri sindacati di categoria e agli ordini professionali, alla presenza del ministro Lorenzin, la Cisl Fp è pronta a far crescere la mobilitazione: “chiediamo che la riforma delle professioni sanitarie approntata un anno fa si traduca in realtà, cioè in investimento vero nello sviluppo di queste professioni e nella loro capacità di prendere in carico di chi ha un bisogno di salute. Chiediamo di valorizzare persone che con entusiasmo, pazienza e competenza si dedicano ad altre persone: dando loro più formazione, più ruolo all’interno dei percorsi di assistenza, più riconoscimento sociale ed economico. E un nuovo contratto che finalmente, dopo anni di immobilismo e di tagli, garantisca gli strumenti e le risorse per crescere e per innovare”.
Sono loro stessi, i professionisti della salute, a raccontarsi nel video prodotto dalla federazione cislina: chi sono, cosa fanno, quali difficoltà incontrano e cosa li spinge nonostante tutto ad impegnarsi ogni giorno, cosa vorrebbero e saprebbero fare in più se il sistema glielo consentisse. “Sono il grande patrimonio misconosciuto e sottoutilizzato di una società che non si accontenta più dei ‘supermercati della salute’, che chiede un rapporto nuovo e più avanzato con i servizi di cura: sono le persone che, sulle competenze, vogliono costruire finalmente un sistema sanitario all’altezza delle aspettative e delle esigenze di cittadini e comunità ”.
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