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Giovedì 15 SETTEMBRE 2016
Fisiatria e Fisioterapia, un chiarimento dovuto



Gentile Direttore,
in seguito alla menzione del nostro precedente articolo da parte del dott. Gianpaolo de Sena ci teniamo a fare alcune precisazioni. Nella lettera precedente avevamo sottolineato la differenza di inquadramento, clinica, autonomia, formazione che i colleghi fisioterapisti ricevono in Inghilterra e lo abbiamo fatto in modo del tutto slegato da AIFI, senza che la stessa abbia preso parte all’idea ne tantomeno ai contenuti della stessa.
 
Entrambi i sottoscritti si sono e continuano a formarsi nella realtà inglese ed il Dott.Capra è responsabile e coordinatore della Formazione Continua Area Riabilitazione presso un ateneo svizzero; queste esperienze ci danno l’opportunità infatti di apprezzare la diversità di approccio che purtroppo il nostro SSN attua per soddisfare i bisogni del paziente.
 
Come il Dott.de Sena saprà l’accesso alla fisioterapia italiano è del tutto anomalo, infatti in nessun altro paese Europeo la prescrizione viene fatta unicamente dal medico fisiatra in ogni disciplina riabilitativa bensì l’intervento del fisioterapista può essere richiesto direttamente dal MMG o da altri specialisti con facilità e linee guida annesse.
 
In alcuni paesi europei, come menzionato nel precedente intervento, è già partito l’accesso diretto del fisioterapista con successo e risultati.
 
Non vogliamo ripeterci ed essere tedianti riguardo alla situazione di paesi amici nè citeremo ancora bibliografia (il lettore potrà consultare la stessa citata nel precedente articolo) poiché tale polemica ci sembra anacronistica alla luce del progresso scientifico che la fisioterapia ha fatto negli ultimi vent’anni.
 
Ci piace inoltre sottolineare come la figura del fisiatra esista in tutti i paesi da noi considerati ma questo non precluda minimamente l’autonomia e lo sviluppo delle altre discipline.
 
Se questo continua ad avvenire in Italia poiché viene ancora messa in discussione la preparazione universitaria del fisioterapista o di altre professioni allora tale carenza è del tutto risolvibile in due modi: aumentando la durata del CDL per equipararla agli standard Europei ed ammettendo colleghi fisioterapisti al ruolo di professori associati e ordinari nelle stesse (anche questa anomalia italiana).
 
Dott. Gianpiero Capra
Dott. Luca Contiero

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