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Lunedì 26 SETTEMBRE 2016
Dati sanitari. Friuli Venezia Giulia e Slovenia avviano progetto

L’obiettivo è “incentivare la collaborazione tra le autorità istituzionali, creando un ecosistema transfrontaliero informativo che consenta la condivisione di dati sanitari prodotti da operatori pubblici e privati e dal cittadino”.

Si realizzerà “un'architettura di integrazione di riferimento (BUS), in linea con l'attuale evoluzione delle piattaforme informatiche”, che consentirà “un generale arricchimento dell'intero ecosistema della Sanità, con evidenti vantaggi: da un lato, consentendo alle banche dati pubbliche di essere arricchite con le informazioni rese disponibili dai soggetti del mondo della sanità privata, dall'altro permettendo ai privati stessi di fruire, nell'ambito dei propri processi e servizi, delle informazioni rese disponibili dal sistema pubblico e soprattutto per gli utenti finali, i cittadini”. Così l'assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Maria Sandra Telesca, illustra il progetto BUS (Modello transfrontaliero universale per sistemi sanitari dinamici) approvato dalla Giunta nell'ambito del Programma Interreg V-A Italia-Slovenia 2014-2020 e al quale il Friuli Venezia Giulia parteciperà in qualità di partner associato..

“Incentivare la collaborazione tra le autorità istituzionali, creando un ecosistema transfrontaliero informativo che consenta la condivisione di dati sanitari prodotti da operatori pubblici e privati e dal cittadino”, questo l’obiettivo del progetto.

I partner  per l'Italia sono Insiel S.p.A., Televita S.p.A. e AREA Sience Park, mentre per la Slovenia sono il NJZ- National Institute of Public Health, il JSI- Josef Stefan Institute e la piccola media impresa Dotcom.

Gli obiettivi specifici, illustrati in una nota della giunta friulana, sono: “la mappatura della distribuzione e della localizzazione dei dati socio-sanitari, l'apertura del sistema socio-sanitario e l'adeguamento della capacità istituzionale socio-sanitaria alla mobilità del paziente, mentre i risultati attesi sono quelli di favorire la costituzione di un ecosistema socio-sanitario transfrontaliero e di definire dei protocolli e standard  di comunicazione”.

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