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Giovedì 10 NOVEMBRE 2016
‘Million Hearts’ stima il rischio di infarto e ictus personalizzando le informazioni
Il dispositivo riesce a monitorare le variazioni individuali ai trattamenti e correggere la previsione di rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica nel lungo periodo. "Questo nuovo strumento estende in modo importante l’estimatore di rischio ASCVD 2013 e fornisce informazioni molto utili per i medici e i pazienti facilitando il processo decisionale", spiega Donald M. Lloyd-Jones della Northwestern University di Chicago.
(Reuters Health) - Secondo un rapporto della American Heart Association/American College of Cardiology, il dispositivo “Million Hearts” predice accuratamente il rischio a 10 anni di malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD). "Questo nuovo strumento estende in modo importante l’estimatore di rischio ASCVD 2013 e fornisce informazioni molto utili per i medici e i pazienti facilitando il processo decisionale attraverso una discussione condivisa sull'uso di terapie di prevenzione per l’ASCVD", spiega a Reuters Health Donald M. Lloyd-Jones della Northwestern University di Chicago.
"Iniziando con la previsione del rischio di ASCVD a 10 anni e permettendo la valutazione dei benefici previsti da aspirina, controllo della pressione arteriosa, gestione del colesterolo o stop al fumo, i medici possono aiutare i pazienti a capire quali potrebbero essere gli approcci migliori per ridurre il loro rischio di infarto e ictus", continua l’esperto.
“Million Hearts” mira a prevenire gli attacchi di cuore e gli ictus in parte sottolineando la gestione delle "ABCS", un acronimo inglese che sta per terapia con aspirina in pazienti appropriati, controllo della pressione sanguigna, gestione del colesterolo e stop al fumo.
Il device prevede il rischio a 10 anni di ASCVD al baseline e i cambiamenti del rischio stesso che ci si aspetterebbe con l'inizio e l'aderenza a terapie evidence-based. Incorpora anche le risposte individuali dei pazienti a queste terapie nel tempo per consentire una dinamica longitudinale di previsione del rischio ASCVD.
Lloyd-Jones e colleghi descrivono lo sviluppo di questo estimatore e la sua applicazione nella pratica clinica sul ‘Journal of American College of Cardiology’. Lo strumento di valutazione è un foglio di calcolo (disponibile qui: http://bit.ly/2fE1Keu) che consente agli utenti di inserire i dati sui livelli dei fattori di rischio e fornisce una previsione del rischio ASCVD a 10 anni specifica per età, sesso e razza.
L'utente può anche determinare le possibili riduzioni di rischio in base a una varietà di scenari:
- L'inizio o il proseguimento di aspirina
- L'inizio o l'intensificazione di una terapia per l’abbassamento della pressione sanguigna
- L’avvio di terapia con statina a moderata intensità o intensificazione da moderata a alta intensità
- Smettere di fumare
- Tutte le possibili combinazioni delle terapie elencate
"La parte veramente nuova dello strumento, però, è che gli utenti possono utilizzarlo per il follow-up longitudinale e la revisione del rischio ASCVD raccogliendo dati sulla risposta individuale del paziente a quelle terapie - per esempio, quale sia il loro nuovo colesterolo LDL o la pressione sanguigna sistolica, o per quanto tempo riesce a non fumare", puntualizza Lloyd-Jones. "Questo è il primo strumento nel suo genere che personalizza le informazioni in modo longitudinale."
"Come per tutti gli strumenti clinici, vi è un investimento iniziale necessario per capire come funziona il device", osserva. "Ma speriamo che permetta effettivamente un risparmio di tempo per i medici che vogliono utilizzare lo strumento per facilitare le discussioni e il processo decisionale condiviso con i loro pazienti".
"È probabile che il livello di gruppo e le stime di variazioni del rischio saranno più accurate e precise rispetto alle stime individuali", notano gli autori del rapporto. "È anche probabile che l'imprecisione dell’aggiornamento di rischio abbia un impatto limitato in individui con un rischio previsto molto elevato. Quando il baseline del rischio a 10 anni è più basso e si avvicina a valori minori del 10%, l'imprecisione può essere più significativa".
"Poiché richiede ulteriori analisi e la validazione in diverse popolazioni cliniche e in differenti scenari, l’implementazione proposta dal CMMI per i pazienti Medicare ad alto rischio sarà un importante indagine scientifica del paradigma corrente per la prevenzione dell’ASCVD", concludono.
Fonte: J Am Coll Cardiol 2016
Will Boggs MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
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