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Giovedì 17 NOVEMBRE 2016
Lo Smi contro la chiusura delle centrali operative della continuità assistenziale di Anzio e Ariccia

No alla chiusura delle Centrali Operative (CO) di Ascolto del Lazio. Con particolare riferimento alla paventata ipotesi di chiusura delle Centrali di Ariccia e Anzio, prevista per il prossimo 1 dicembre. No alla chiusura della Guardia Medica notturna regionale. No all'H16, Si all'H24. Questa, in estrema sintesi, la posizione dello Smi del Lazio

No alla chiusura delle Centrali Operative (CO) di Ascolto del Lazio. Con particolare riferimento alla paventata ipotesi di chiusura delle Centrali di Ariccia e Anzio, prevista per il prossimo 1 dicembre. No alla chiusura della Guardia Medica notturna regionale. No all'H16, Si all'H24. Questa, in estrema sintesi, la posizione del Sindacato Medici Italiani del Lazio (Smi) espressa, con forza, nella trattativa nazionale sul nuovo Accordo Collettivo Nazionale (ACN) della Medicina Generale. Servizi sanitari indispensabili per medici e utenti e per i quali la delegazione sindacale non ha mancato di far sentire la propria voce.

"Basti pensare che - afferma Gian Marco Polselli, segretario regionale Smi-Lazio -, proprio per scongiurare la chiusura della Guardia Medica Notturna, solo nel Lazio, sono state raccolte oltre 50mila firme in occasione di numerose iniziative locali, alle quali hanno partecipato diversi Sindaci che hanno riferito la preoccupazione dei loro cittadini".

"Ma, nonostante tutti gli sforzi messi finora in campo, si fa sempre più insistente e concreta l'ipotesi di chiusura delle Centrali Operative di Ascolto della Continuità Assistenziale. In particolare, quella di Ariccia e Anzio prevista per il prossimo 1 dicembre. A cui, molto probabilmente, seguirà anche la chiusura della CO nella provincia di Latina - dichiara Ermanno De Fazi, vice segretario regionale Smi-Lazio -. Decisioni assurde, aggravate dalla mancata comunicazione ufficiale a livello regionale e senza alcun confronto con i Sindacati Medici di categoria". Secondo il Sindacalista, infatti, le Centrali Operative regionali, "svolgono il prezioso compito di coordinamento delle sedi periferiche di Continuità Assistenziale. Oltre a fornire consigli e indicazioni ad hoc ai pazienti, proprio durante le ore notturne e festivi".

Dallo Smi sottoleano inoltre che l'Ares 118 "non può svolgere tali funzioni - aggiunge Cristina Patrizi, responsabile Area Convenzionata Smi-Lazio -, in primis perchè le telefonate dell'utenza vengono gestite da personale non medico; ed è pertanto illusorio cercare soluzioni puntando su un servizio di emergenza che, per ovvie ragioni, non può rispondere ad esigenze che riguardano bisogni sanitari completamente differenti». Eppure, l'unica soluzione proposta proprio dall’ARES 118,  alla quale diverse Aziende sanitarie si stanno adeguando, «è quella di chiudere le Centrali Operative di Continuità Assistenziale della Regione e rimpiazzarle con numeri di telefono collegati al 118".

La delegazione Sindacale Smi-Lazio rifiuta questa ulteriore riduzione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) e chiede, ancora una volta, un confronto equo e immediato con i vertici regionali e con le Istituzioni; prima di procedere per vie legali contro decisioni prive di qualunque fondamento e profondamente lesive per la qualità dell'assistenza sanitaria regionale.
 
Lorenzo Proia

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