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Martedì 13 DICEMBRE 2016
Esami inutili e tagli lineari. Facciamo chiarezza



Gentile Direttore,
le scrivo in merito alle considerazioni della Dott.ssa Vincenza Truppo, pubblicate il 5 Dicembre scorso su “Quotidiano Sanità”. Nella mia dichiarazione del 23 Marzo, sempre sul suo giornale e richiamata dalla stessa Dott.ssa Truppo, affermavo che gli esami di laboratorio “rappresentano solo il 2% della spesa, anche se più del 70% delle decisioni cliniche si basa sugli esami di laboratorio e per questo non vanno tagliati”, sottolineando l’importanza e la centralità della Medicina di Laboratorio in tutto il processo assistenziale e nel nostro contesto sanitario.
 
Inoltre, nella stessa dichiarazione, ma non ripresa dalla Dott.ssa Truppo, affermavo che è necessaria la corretta prescrizione di esami di laboratorio e che “… l'utilizzo del test giusto per il paziente giusto rispetta i criteri di appropriatezza prescrittiva evitando sia il sovra che il sotto utilizzo degli esami”.
 
Dalle predette dichiarazioni ne consegue – con tutta evidenza – l’inutilità dei tagli agli esami di laboratorio in maniera indiscriminata e la necessità che la prescrizione sia rivolta esclusivamente ai test pertinenti alla patologia di cui il Paziente è affetto e che gli esami prescritti abbiano come finalità la risoluzione del problema clinico (diagnosi, prognosi, monitoraggio malattia e/o terapia).
 
Pertanto, l’appropriatezza prescrittiva deve essere valutata caso per caso sul singolo Paziente/Cittadino tenendo conto, soprattutto, del beneficio o del contributo (outcome) che l’esame può dare per migliorare la situazione clinica del Paziente e, come conseguente riflesso, in generale per la gestione della Salute pubblica.
 
Nella mia successiva dichiarazione del 30 Novembre scorso affermavo che, in media, circa 3 esami di laboratorio su 10 sono inappropriati, generando un notevole spreco in termini di risorse economiche con le ovvie ricadute sulla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.
 
Non vi è dubbio che il problema deve essere affrontato con grande serietà e probabilmente con il concorso di differenti strategie. In questo senso ritengo che la FAD rappresenti un validissimo strumento di formazione, proprio perché intercetta il problema all’origine, in maniera radicale, anche se produce effetti a medio termine.
 
In definitiva, appare evidente che non bisogna tagliare gli esami necessari così come non bisogna prescriverne di inutili. Una prescrizione inappropriata non gioverebbero in alcun modo al Clinico. È necessario che sia chi prescrive sia il Medico di Laboratorio abbiano approfondita conoscenza e specifica competenza per una corretta ed appropriata prescrizione.
 
In conclusione, dalla lettura completa, attenta e non strumentale delle mie dichiarazioni risulta evidente che le stesse non sono affatto in contrasto ma coerenti e consequenziali tra di loro: rifiuto dei tagli indiscriminati e lineari su risorse già scarse e appropriatezza prescrittiva.
 
In virtù di ciò auspico un coinvolgimento ed una adesione coesa per la concretizzazione dell’obiettivo comune, ovvero la realizzazione di processi/percorsi diagnostici (PDTA) appropriati, accurati e precisi.
 
Tanto dovevo per la completa e corretta interpretazione delle mie dichiarazioni.
 
Prof. Marcello Ciaccio
Presidente Nazionale S.I.Bio.C. – Medicina di Laboratorio

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