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Lunedì 19 DICEMBRE 2016
Cannabis terapeutica. Saitta (Regioni): “In Piemonte pronti a distribuzione in farmacia. Ma serve norma nazionale chiara”

L’assessore piemontese e coordinatore nazionale della commissione Salute annuncia l’imminente avvio nella Regione della fase sperimentale ma ammonisce: “Non possiamo però assistere a un'Italia a due velocità, con alcune regioni che fanno una legge e altre no. Serve una legislazione nazionale chiara, esattamente come per i vaccini. Il federalismo sulla cannabis non ha senso”.

Dopo una prima fase sperimentale, la Regione Piemonte estenderà a breve a tutte le farmacie territoriali la distribuzione di cannabis ad uso terapeutico, come previsto dalla legge regionale 11 del 2015. Finora la distribuzione era effettuata unicamente nelle farmacie ospedaliere. Da notare come dal 14 dicembre sia iniziata la distribuzione da parte dello stabilimento di Firenze che la produce per lo Stato.
 
Ad annunciare l’avvio della sperimentazione regionale è stato l'assessore alla Sanità Antonio Saitta nel corso del convegno organizzato dall'Ordine dei Farmacisti della provincia di Torino, a cui a nome della Regione ha partecipato anche il dirigente responsabile del settore Assistenza farmaceutica Loredano Giorni.
 
"Quanto emerso dal convegno conferma la bontà della scelta che abbiamo adottato, quella di limitare a sei aree di patologie l'utilizzo della cannabis terapeutica, senza fughe in avanti - ha sottolineato l'assessore Saitta -. Gli studi scientifici infatti non sono sempre coincidenti. Anche per questo come Regione daremo un contributo per rafforzare le evidenze scientifiche a livello nazionale, con l'obiettivo di migliorare la conoscenza degli effetti delle terapie".
"Ritengo tuttavia - ha aggiunto Saitta - che su questi temi sia sempre più necessario rafforzare il ruolo dello Stato. Lo dico come assessore e come coordinatore nazionale: non possiamo assistere a un'Italia a due velocità, con alcune regioni che fanno una legge e altre no. Serve una legislazione nazionale chiara, esattamente come per i vaccini. Il federalismo sulla cannabis non ha senso".
 
“Siamo soddisfatti – ha detto Mario Giaccone,  Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Torino - degli sforzi della Regione Piemonte che sta lavorando per  azzerare le disparità tra i cittadini del territorio, rendendo il farmaco più accessibile anche nei piccoli Comuni e migliorando così la qualità di vita dei pazienti in cura con la cannabis. Nel percorso regionale, dunque, insieme alle farmacie ospedaliere, si inseriranno quelle territoriali. Per quel che riguarda la ricerca, invece, con i fondi stanziati dalla Regione Piemonte, si auspica che a breve venga definita anche la pianificazione di uno studio sui cannabinoidi, aprendosi a progetti pilota da condurre con l’Università, così da poterne studiare l’effetto sui pazienti”.
 
Indicazioni terapeutiche per cui si prescrive la cannabis. L’Ordine di Torino ha poi fornit alcune informazioni sul tema. “La cannabis è un trattamento che viene riservato a quei pazienti che non hanno ottenuto risultati con i protocolli standard, ovvero quando le terapie usuali danno effetti collaterali e non sono tollerate. In particolare, gli impieghi della cannabis riguardano sei indicazioni terapeutiche:
 
 
- l’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale);
- l’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno);
- l’effetto anticinetosico e antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV;
- l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa;
- l’effetto ipotensivo nel glaucoma;
- la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.
 
Inoltre resta valida la discrezionalità del medico curante nella prescrizione della cannabis per altre indicazioni terapeutiche, il cui costo in questo caso però è a totale carico del paziente.
 
Per quel che riguarda la somministrazione, è prevista l’assunzione orale del decotto e la somministrazione per via inalatoria, mediante l’uso di uno specifico vaporizzatore.
 
Olio di cannabis, un punto ancora controverso.
Al momento non esistono studi su eventuali effetti collaterali o tossicità acuta di preparazioni vegetali definite come «olio» o «soluzione oliosa» di cannabis, che consistono in estratti di cannabis in olio e/o altri solventi. La preparazione degli oli non è vietata ma impone la titolazione dei principi attivi oppure l’utilizzo di metodi di estrazione validati ed avallati dalla comunità scientifica internazionale, attualmente non presenti (DM del 9/11/2015). L’unica opzione è quella di ricorrere alla titolazione ma la normativa non stabilisce quali siano i componenti attivi per i quali sia necessario procedere alla titolazione: la cannabis contenga ben 545 molecole attive di cui 104 cannabinoidi. Senza specifiche indicazioni in merito, per il medico prescrittore potrebbe risultare difficile indicare quali siano i principi attivi di interesse e quale sia per essi la concentrazione desiderata nella preparazione finita”. 

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