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Martedì 10 GENNAIO 2017
Gravidanza. Se aumenta il cortisolo, bimbi più grassi nei primi sei mesi di vita

L’aumento dei livelli di cortisolo - l’ormone dello stress - in gravidanza può predisporre il neonato a un considerevole aumento del grasso corporeo nei primi sei mesi di vita. Sul banco degli imputati, in particolare, sale il terzo trimestre del periodo di gestazione. In questa finestra, temporale, infatti, è particolarmente attiva la produzione di adipociti, cellule del tessuto adiposo.

(Reuters Health) – Secondo una nuova ricerca, pubblicata dal Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, nelle prime fasi del terzo trimestre di gravidanza, un aumento del cortisolo materno è associato ad un maggiore aumento del grasso corporeo infantile nei primi sei mesi di vita. Un numero crescente di evidenze suggerisce che l’obesità abbia origine, almeno in parte, nel periodo intrauterino della vita, e la formazione di adipociti, negli esseri umani, si verifica soprattutto durante il terzo trimestre e nella vita postnatale precoce, mentre la capacità di formare nuovi adipociti in età adulta appare limitata.
 
Lo studio
Partendo da questi presupposti Sonja Entringer e colleghi, della Charité Universitätsmedizin di Berlino e della University of California di Irvine, hanno esaminato il rapporto tra la produzione di cortisolo materno nei primi mesi, alla metà e alla fine della gestazione con i cambiamenti nella composizione corporea infantile (percentuale di massa grassa) nel corso dei primi sei mesi di vita post-natale, in 67 coppie madre-neonato.
 
Come primo dato, lo studio ha confermato, come previsto, che le concentrazioni di cortisolo materno erano aumentate durante la gravidanza. In particolare, la media percentuale di grasso corporeo infantile risultava aumentata dal 14,5% a circa un mese, per arrivare al 32,4% a circa sei mesi; di contro, non emergeva una sostanziale variabilità interindividuale del guadagno di grasso postnatale. Anche se non vi era alcuna relazione significativa tra l’inizio della gestazione o le misure di cortisolo a metà gestazione e le misure della composizione corporea del neonato, nella parte finale della gestazione il cortisolo materno era significativamente e positivamente associato con il cambiamento percentuale del grasso corporeo nel periodo da uno a sei mesi.
 
Più precisamente, ogni aumento dalla deviazione standard dell’area sottesa dalla curva d’incremento delle misure del cortisolo (Area under the curve AUC) nel terzo trimestre era associata a una variazione del 4% del grasso corporeo infantile nel periodo di vita da uno a sei mesi. Il cortisolo materno non era significativamente correlato alla percentuale di grasso corporeo alla nascita, ma un più elevato valore del cortisolo materno nel terzo trimestre di gravidanza era significativamente associato con una maggiore percentuale di grasso corporeo nel figlio a sei mesi di vita. Inoltre, gli effetti sui neonati maschi e femmine erano simili. E ancora, le misure del colesterolo materno in gravidanza non erano significativamente associate con il rapporto tra il peso e la lunghezza del neonato alla nascita o dopo 6 mesi di età, o con la variazione del rapporto peso/lunghezza da 0 a 6 mesi di età.

I commenti
Secondo gli autori alcuni risultati della loro osservazione sono particolarmente interessanti. “Per prima cosa vi è un effetto del cortisolo materno sulla adiposità infantile solo durante il terzo trimestre”, ha dichiarato Sonja Entringer. “E’ noto che la capacità di risposta dei preadipociti ai glucocorticoidi aumenta progressivamente con l’età del feto, il che suggerisce che la fase successiva della gravidanza – che è anche il periodo in cui l’adipogenesi fetale è al suo apice – può essere un periodo particolarmente delicato per la programmazione degli adipociti data l’esposizione ai glucocorticoidi. Il potenziale significato clinico di questa scoperta è sottolineato dal fatto che diversi studi suggeriscono che la velocità di crescita, e in particolare l’aumento della massa grassa durante la prima infanzia, è tra i fattori predittivi più affidabili del rischio di obesità infantile”.
 
Gli autori auspicano che questo studio possa contribuire a sviluppare un maggiore interesse sull’importanza dei processi di sviluppo durante il periodo intrauterino della vita come fattori chiave per gli esiti sul rischio per la salute e per le malattie, come l’obesità, con particolare riguardo ai processi biologici che durante la gestazione sono legati allo stress. Sono comunque necessari ulteriori studi di più ampia campionatura in proposito, in modo da poter approfondire se i livelli del cortisolo materno in gravidanza, anormali o inappropriati, in particolare durante i periodi sensibili, possano indurre cambiamenti fisiologici permanenti o a lungo termine associati con un aumentato rischio di obesità in età avanzata.

Fonte: J Clin Endocrinol Metab 2016

Will Boggs MD

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

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