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Lunedì 11 LUGLIO 2011
Diabete: la vitamina D potrebbe ritardarne la comparsa

Nelle persone ad alto rischio di sviluppare diabete di tipo 2, la supplementazione di vitamina migliora la funzionalità del pancreas secondo una ricerca pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition. Ma i risultati dello studio sono ancora preliminari.

Nelle persone in pre-diabete, la supplementazione di vitamina D migliora la funzionalità delle cellule pancreatiche del 15-30 per cento. È quanto è emerso da uno studio pubblicato nei giorni scorsi sull’American Journal of Clinical Nutrition condotto su 92 volontari che hanno assunto per 4 mesi supplementazioni di vitamina D3, calcio, entrambi o un placebo.“Questi risultati […] suggeriscono che la supplementazione di vitamina D può aiutare a correggere il problema principale delle persone con diabete di tipo 2”, ha commentato alla Reuters Health Anastassios Pittas del Tufts University Medical Center di Boston e uno degli autori dello studio, in cui l’efficacia del trattamento è stata valutata sulla base dei valori di glicemia e di emoglobina glicata.
Nessun effetto, invece, per il calcio, sia da solo sia in associazione alla vitamina D."La vitamina D potrebbe avere un ruolo nel ritardare la progressione del diabete in adulti ad alto rischio”, hanno scritto gli autori. Tuttavia, “ancora non raccomanderei la prescrizione di vitamina D sulla base dei risultati del nostro studio”, ha aggiunto Pittas. “È opportuno attendere i risultati di ricerche più ampie e di maggiore durata per comprendere il nesso tra diabete e vitamina D”. Che rimane controverso. È da tempo oggetto di indagine da parte dei ricercatori, ma gli studi fin qui prodotti hanno ottenuto risultati contrastanti. Sebbene molte ricerche abbiano evidenziato un maggior rischio di diabete tra le persone con bassi livelli di vitamina D, finora non si è stati in grado di stabilire un nesso causale.

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