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Giovedì 02 FEBBRAIO 2017
Opa di Humanitas e San Donato sul Ieo e Monzino. Ma la proposta d’acquisto delle due “creature” di Veronesi divide eredi e Cda 

Il CdA dell’Ieo esaminerà la proposta, ma per i vertici dell’Istituto “lo smembramento del gruppo a favore dei due concorrenti generalisti, entrambi a controllo familiare, rappresenterebbe un gravissimo danno”. I direttori scientifici chiedono che sia mantenuta “l’autonomia e l’indipendenza”. Mentre la moglie di Veronesi apre: “Mio marito guarderebbe con favore a un progetto come questo”.

Humanitas e Policlinico San Donato vogliono acquistare l’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) e il Centro Cardiologico Monzino. Una proposta d'acquisto che, spiega il Gruppo Ieo, verrà esaminata e approfondita nel corso di un prossimo Consiglio di Amministrazione dell’Istituto. Intanto, però, l'offerta divide.

Per Sultana Razon, moglie di Umberto Veronesi, “la sinergia tra questi due poli creerebbe uno dei maggiori centri per la lotta al cancro a livello mondiale, aumentando le possibilità di vincere questa battaglia. Per queste ragioni sono convinta che mio marito guarderebbe con favore a un progetto come questo, a totale beneficio del paziente”.

In una nota ripresa dall’Ansa il Gruppo sostiene, tuttavia, che “lo smembramento del gruppo a favore dei due concorrenti generalisti, entrambi a controllo famigliare, rappresenterebbe un gravissimo danno al perseguimento delle finalità medico-scientifiche dei due centri d’eccellenza, che rappresentano un unicum nel campo della sanità privata italiana”. Anche perché, si sottolinea, “lo statuto dell’Ieo prevede che i margini reddituali vengano destinati a programmi di ricerca: nessuno dei due istituti, infatti, ha mai distribuito dividendi, avendo posto al centro dei propri interessi unicamente la qualità delle cure offerte al paziente”.

“Negli ultimi due anni - commenta Roberto Orecchia, Direttore Scientifico dell'Ieo - abbiamo ristrutturato tutta la nostra attività di ricerca e cura in un programma che nei prossimi cinque anni ci porrà direttamente al centro delle rete oncologica mondiale. Il cancro è un problema globale e come tale va affrontato in un'ottica di network di collaborazioni a livello nazionale e internazionale superando le logiche localistiche. Questo è quello che il Prof. Umberto Veronesi ci ha trasmesso e che noi ci impegniamo a realizzare in un Istituto che mantenga la propria autonomia e indipendenza”.

Per Elena Tremoli, Direttore Scientifico del Monzino, “non è necessario che vi siano acquisizioni di Istituti affinché si realizzi la necessaria e vitale collaborazione in ambito di ricerca sia clinica che scientifica. A tal fine sono assai più importanti le sinergie che nascono tra i leader del settore. L'indipendenza del nostro Centro è condizione necessaria per lo sviluppo delle sue attività cliniche e di ricerca”.

Anche i Comitati di Direzione Clinici e Amministrativi dei due centri, secondo quanto riferito dal Gruppo e ripreso dall’Ansa, hanno espresso “all’unanimità la volontà di sostenere il modello attuale di Istituzioni no-profit e indipendenti da altri gruppi ospedalieri, privati o pubblici”.

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