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Venerdì 10 MARZO 2017
Farmacie, ecco l’atto di indirizzo per la nuova convenzione: dalla distribuzione dei farmaci al monitoraggio della spesa e all’assistenza sul territorio

Ruolo primario anche rispetto all'invecchiamento della popolazione, alla prevenzione e la cura delle patologie croniche. Stop alle piccole analisi, collaborazione stretta con i medici sul territorio, ma per i servizi extra (infermieri e fisioteraopisti) serve l'autorizzazione per garantire qualità e sicurezza dei pazienti. IL DOCUMENTO.

La farmacia del terzo millennio cambia pelle: oltre alla distribuzione di farmaci e presidi, riduce la sua veste commerciale e sviluppa un ruolo primario nella prevenzione e la cura delle patologie croniche, per il supporto all’invecchiamento della popolazione anche grazie a un’esaltata professionalità del farmacista e assume anche un ruolo di monitoraggio e controllo attivo sulla spesa e sull’appropriatezza delle prestazioni erogate dalle strutture e dall’organizzazione sul territorio.
 
Il nuovo atto di indirizzo del Comitato di settore Regioni-Sanità alla Sisac, appena approvato per rinnovare la convenzione delle farmacie ferma ancora a quella del 1998, adegua la loro attività a tutte le novità legislative di quasi venti anni di crescita del Ssn, le avvicina ancora di più ai cittadini per i quali le farmacie rappresentano spesso la prima interfaccia e le trasforma in un tassello fondamentale di un sistema integrato che alla tradizionale attività di dispensazione dei medicinali affiancherà un impegno ulteriore sul fronte dell'informazione relativa a un uso corretto e alla conservazione dei farmaci, farà da cartina di tornasole sui loro consumi, svilupperà le reti di consegna a domicilio, per la prenotazione di prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e per l’attivazione della tessera sanitaria.
 
Farmacovigilanza attiva, programmi di screening, campagne vaccinali, educazione sanitaria entreranno nel Dna delle farmacie che saranno punti di snodo fondamentali anche per la sanità digitale con la ricetta dematerializzata e divemteranno stretti collaboratori dei medici per favorire il più corretto utilizzo dei medicinali.
 
Per quanto riguarda le ricette, l’obiettivo è il rapporto Regioni-Mef per il monitoraggio della spesa e per la semplificazione dei processi burocratici per i cittadini, ma anche di tutti gli iter amministrativi legati a fatturazione e liquidazione delle farmacie.
 
Tra i nuovi compiti delle farmacie rientrerà lo sviluppo delle reti, in collaborazione con le strutture socio-sanitarie per l'assistenza domiciliare per garantire la continuità assistenziale per i pazienti in terapia cronica.
 
Sul capitolo della loro remunerazione si percorrerà la via dell’armonizzazione delle tariffe, oggi variabili da Regione a Regione e per quanto riguarda i nuovi servizi, si dovrà tenere conto del parere della Ragioneria generale dello Stato che ritiene indispensabile una modifica della normativa esistente.
L’Aifa metterà a punto un meccanismo che, grazie a un decreto ministeriale, consentirà alle Regioni il rispetto dei tetti di spesa definiti a livello nazionale o regionale anche con il coinvolgimento della distribuzione intermedia e finale, individuando meccanismi di remunerazione dell'attività svolta dal farmacista scollegati dal prezzo dei medicinali.
 
Inoltre, l’atto di indirizzo sottolinea la necessità di considerare l’elenco Aifa relativo al Prontuario come un elenco minimo, tenuto conto della norma che dà mandato alle Regioni di definire accordi e modalità operative con i sindacati di farmacie pubbliche e private. La convenzione deve prevedere l’obbligatorietà dell’adesione di tutte le farmacie ai contenuti degli accordi regionali anche per quanto riguarda l’erogazione dei servizi aggiuntivi che la qualificazione del ruolo implica.
L’atto di indirizzo apre nuove strade, ma fissa anche precisi paletti. Per poter essere remunerati, i nuovi servizi devono soddisfare due requisiti: essere di reale utilità per le Regioni e poter essere “misurati” nel momento in cui la Asl deve procedere alla liquidazione dei compensi.
I servizi sicuramente remunerabili sono la dispensazione e la consegna a domicilio di farmaci e dispositivi medici, la Dpc o distribuzione per conto, la prenotazione di prestazioni di assistenza sanitaria con la consegna dei relativi referti e la partecipazione ai programmi di screening. 
 
Per quanto riguarda la farmacovigilanza e l'aderenza alle terapie mediche dovranno essere definiti indicatori di processo eo di risultato (benefici per il paziente).
 
Tornano nel cassetto invece servizi quali le prestazioni analitiche di primo livello che non rientrano tra quelli “di interesse per il Ssn”, perché in assenza di prescrizione medica non garantiscono l’appropriatezza. Le prestazioni di secondo livello, anche se proposte in sede di decreti attuativi dei nuovi servizi, appaiono superate dalla nuova organizzazione delle cure territoriali (AFT, UCCP) che già prevedono numerosi interventi per la completa presa incarico del paziente.
 
Infine la collaborazione con i medici e gli interventi per il corretto utilizzo dei medicinali: non possono essere considerati servizi aggiuntivi e opzionali, ma sono parte integrante della attività di dispensazione dei medicinali che toccano ai farmacisti. Le prestazioni di automonitoraggio o la messa a disposizione di infermieri, fisioterapisti in farmacia restano possibili, ma potranno essere effettuate solo dietro autorizzazione degli organismi competenti, per garantire l’idoneità degli ambienti, la qualità e la sicurezza dei pazienti.
 
Per quanto riguarda il contributo all’Enpaf delle Asl, l’atto di indirizzo ritiene necessario finalizzarlo a titolo di contributo a favore dei titolari di farmacie private e sarà lo 0,15% della spesa sostenuta nel 1986 dal Ssn per l'erogazione delle prestazioni farmaceutiche in regime convenzionale alle attività di nuovi servizi.
 
Anche il concetto di ruralità è destinato a cambiare. Dopo la verifica delle normative regionali, spiega l’atto di indirizzo, “è necessario rivedere la definizione del concetto di farmacie rurali sussidiate in quanto ad oggi il concetto di ruralità deve essere sostituito dal concetto di farmacia disagiata ed eventuali benefici devono essere ancorati al fatturato della farmacia determinato ai fini della dichiarazione Iva”.
 
Questo, in sintesi, lo schema delle nuove attività delle farmacie come le disegna l’atto di indirizzo.

Contributo all’informazione:
 - monitoraggio, in collaborazione con le nuove forme di aggregazione dei Mmg, dell’andamento della terapia farmacologica degli assistiti, con particolare attenzione ai pazienti con patologia cronica (adesione alla terapia, interazioni fra farmaci e con gli alimenti);
- supporto alla campagne di informazione di carattere sanitario e di utilità sociale.
 
Contributo allo sviluppo dei sistemi di verifica:
- verifica dell’applicazione della normativa legata al farmaco dispensato (piano terapeutico, note Aifa, rispetto delle indicazioni registrate);
- rilevazione e monitoraggio dei consumi farmaceutici di farmaci non concedibili Ssn, ai fini della farmacovigilanza e farmaco utilizzazione.
 
Contributo allo sviluppo delle reti:
 - collaborazione con le strutture socio-sanitarie deputate all’assistenza domiciliare;
- garanzia della continuità assistenziale per i pazienti in terapia cronica;
- consegna a domicilio con particolare attenzione ai soggetti fragili;
- attivazione tessera sanitaria;
- prenotazione di prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale presso le strutture pubbliche e private accreditate ed eventuale consegna dei referti.
 
Contributo ai programmi di prevenzione:
- partecipazione a programmi di farmacovigilanza attiva;
- partecipazione a programmi di screening comprensivi di tutto il processo di presa in carico del paziente (dalla consegna del materiale alla consegna della refertazione);
- campagne vaccinali;
- campagne orientate al miglioramento dell’educazione sanitaria (promozione di corretti stili di vita) e all’attività informativa inerente l’offerta assistenziale delle strutture e dei servizi pubblici socio-assistenziali.

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