quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 10 MARZO 2017
Ambliopia. L’Asl TO5 è capofila per la Regione di un progetto di screening e diagnosi precoce

Si tratta di un disturbo dell’acuità visiva che interessa circa il 2% della popolazione. I bambini che hanno questi difetti in un solo occhio non si accorgono di vedere male perché la vista viene comunque garantita dall’occhio contro laterale. La diagnosi precoce e il conseguente intervento terapeutico mirato permette, nella maggior parte dei casi, di recuperare la piena funzione dell’apparato visivo.

L’ambliopia o 'occhio pigro' è una diminuzione dell’acuita visiva monolaterale dovuta ad un ostacolo allo sviluppo di una normale visione insorto precocemente e interessa circa il 2% della popolazione generale. Fra le cause più frequenti troviamo lo strabismo, i difetti di vista (soprattutto astigmatismo e ipermetropia) che colpiscono un solo occhio e la cataratta congenita.
 
I bambini che hanno questi difetti in un solo occhio non si accorgono di vedere male perché la vista viene comunque garantita dall’occhio contro laterale.
Per questo è importante che venga ricercata precocemente e con attenzione perché impedisce lo sviluppo di una corretta visione binoculare e anche della stereopsi che consente di discriminare la differenza di profondità nella visione da vicino. Questi danni oculari se non curati entro i primi 5-6 anni di vita, periodo entro cui si sviluppa la funzione visiva, restano per sempre e non possono più essere migliorati.

La diagnosi precoce e il conseguente intervento terapeutico mirato permette, nella maggior parte dei casi, di recuperare la piena funzione dell’apparato visivo.
 
“L’ idea di strutturare lo screening per la diagnosi precoce dell’ambliopia – spiega Alberto Piatti referente della branca di oculistica AslTO5 -, si è delineata è perfezionata, seguendo inizialmente percorsi indipendenti e paralleli che sono poi confluiti in un progetto comune, articolato e condiviso a livello aziendale”.
 
E’ stato individuato il Bilancio di Salute dei 3-4 anni, già previsto a livello regionale, come coorte idonea all’esecuzione dello screening in quanto trasversale a tutta la popolazione pediatrica e coincidente con l’età indicata come ottimale per l’esecuzione dell’indagine. Viene previsto fino al 2015 anche un richiamo attivo nel caso i genitori non accedano spontaneamente.

La formazione dei pediatri aziendali si è svolta in modo “piramidale”con incontri periodici dei referenti di équipes pediatriche distrettuali con il rappresentante della branca specialistica di riferimento e la formazione dei colleghi negli spazi mensili dedicati prevedendo poi 2 incontri plebiscitari con tutti i pediatri aziendali per valutare e condividere le possibili soluzioni di eventuali criticità.

Sono stati uniformati in tutti gli studi gli strumenti per l’indagine (stereo test e tavola otto metrica pediatrica) con applicazione di entrambi i test su tutti i bambini interessati standardizzando, in accordo con gli oculisti, i criteri di invio al secondo livello (mancato superamento dello stereo test e/o un deficit di acuita visiva pari o superiore a due decimi).

L’eventuale invio alla consultazione oculistica (percorso di tipo preferenziale specialistico concordato e approvato a livello aziendale) viene effettuato in caso di screening patologico secondo i criteri stabiliti o di forte dubbio per mancata collaborazione.

Di seguito i risultati dell’equipe pediatrica del Distretto di Carmagnola, coordinata da Marisa Bobbio referente equipe regionale Fimp Piemonte, anche i dati delle altre 3 équipes pediatriche dell’AslTO5 sono sovrapponibili percentualmente.
 


“La percentuale di bambini inviati al secondo livello può apparire eccessiva – afferma Bobbio -, ma dipende in gran parte dall’elevato numero di famiglie extracomunitarie di recente immigrazione con importanti difficoltà linguistiche, condizione che rende estremamente difficile l’applicazione della metodica e l’interpretazione dei risultati”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA