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Venerdì 31 MARZO 2017
Privatizzazione farmacie comunali di Terni. È guerra con il sindaco. Scende in campo anche Assofarm 

Il Cda dell’azienda Farmacie Terni contesta l’ipotesi e lancia l’allarme sulle gravi ripercussioni per le casse comunali. Ma il sindaco tira dritto: “E’ compito del Comune individuare quale sia il migliore utilizzo di questo patrimonio. Ed è palese agli occhi di tutti che le farmacie comunali non hanno più una funzione sociale”. Immediata la replica del presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi: “Comprendo le difficoltà delle Amministrazioni Comunali, ma sono parole che non posso accettare”.

È guerra tra le Farmacie comunali di Terni e il sindaco della città, Leopoldo Di Girolamo. Il motivo è l’ipotesi di vendita ai privati delle farmacie comunali. Il Comune è convinto, e le Farmacie alzano le barricate e, in una lettera a Di Girolamo, lanciano l’allarme anche sulle gravi ripercussioni che questa scelta avrebbe sulle casse comunali. Un botta e risposta nel quale è intervenuto anche il presidente nazionale dell’associazione delle farmacie comunali Assofarm, Venanzio Gizzi, che al di là della questione strettamente riguardante le farmacie di Terni, ha voluto replicare alle affermazioni di Di Girolamo, secondo il quale “al di là delle capacità gestionali e dei bilanci che possono chiudersi o meno con perdite limitate o piccoli utili di esercizio, è palese agli occhi di tutti che le farmacie comunali non hanno più una funzione sociale da quando la distribuzione gratuita dei farmaci essenziali è a carico del Servizio sanitario nazionale”. Parole che, ha detto Gizzi, “non posso accettare di sentire”.

La lettera che il sindaco Di Girolamo ha inviato al CdA di Farmacie Terni
Gentile Cda Farmacie Terni,
ho letto con grande attenzione la vostra lettera e intendo rispondervi con una lettera aperta, cosicché possano giudicare tutti i ternani e non solo quelli muniti di password di accesso al protocollo del Comune. Essendo una lettera rivolta anche alla città mi scuserete fin da adesso se non darò luogo a una risposta di tipo tecnico, ma andando al cuore dei punti.

Mi ha colpito il vostro passaggio sui principi di sana e leale collaborazione istituzionale. Sicuramente sono previsti dall’art.13 del Contratto di servizio e ancor di più sono asse portante delle nomine che il Sindaco effettua in base all’art.42, secondo comma lettera m del decreto legislativo 267/2000.  

Gentili amministratori del Cda voi non siete a gestire l’azienda farmaceutica del Comune di Terni solo per i vostri eccellenti curriculum e le vostre indubbie capacità  professionali, voi siete lì perché il sindaco di questa città vi ha ritenuto tra i migliori per poter attuare gli indirizzi provenienti dagli organi politici – ad iniziare dal consiglio comunale – democraticamente eletti. All’atto della nomina voi, secondo legge, vi siete impegnati al rispetto degli indirizzi programmatici stabiliti, in qualunque momento, dal Consiglio Comunale.

Il vostro compito è quello di amministrare l’azienda nel migliore dei modi e di attuare le linee programmatiche che vi sono state comunicate. E’ un principio elementare che vale a maggiore ragione in una società in house, quale è quella delle Farmacie Terni di intera proprietà del Comune di Terni. E’ compito del Comune individuare quale sia il migliore utilizzo di questo patrimonio aziendale nell’ottica di salvaguardare gli interessi primari della città. Ebbene, il Consiglio Comunale di Terni, ha deciso, al termine di un approfondito percorso amministrativo, inerente alla adozione secondo le norme del Testo Unico degli Enti Locali del Piano pluriennale di riequilibrio finanziario, che l’interesse dell’Ente è di alienare un patrimonio che non è più strategico e che può portare risorse decisive per gli equilibri del Piano, continuando comunque a svolgere la propria funzione.  I cittadini potranno comunque utilizzare le farmacie indipendentemente dalla proprietà.

Al di là delle capacità gestionali e dei bilanci che possono chiudersi o meno con perdite limitate o piccoli utili di esercizio, è palese agli occhi di tutti che le farmacie comunali non hanno più una funzione sociale da quando la distribuzione gratuita dei farmaci essenziali è a carico del Servizio sanitario nazionale.

Il welfare ha ben altri campi di azione, che costituiscono, in molti casi, vere e proprie emergenze sociali. Lo stesso concetto di servizio pubblico non sembra più addirsi a strutture per la distribuzione del farmaco che non registrano più alcuna diversità tra pubblico e privato. La scelta riformista di monetizzare risorse che possano essere utilizzate per i reali interessi della cosa pubblica d’altronde è stata imboccata da tempo da tante città italiane, da Bologna a Firenze.

Non entro, perché non è questa la sede, sulle possibili controversie legate a presunti danni economici, mi permetto di porvi il tema dei danni sociali. Non sfugge alle vostre persone, dotate non solo di competenze tecniche ma anche di attenzione ai temi    cittadini,  che la difesa, oltre ogni mandato, di situazioni non in sintonia con gli interessi del Comune e della città, costituisce per Terni un danno. Contribuire a risanare i conti di una azienda, di un ente, di un’associazione, facendo a meno di quello che non è più essenziale, costituisce le basi di una buona gestione e interesse primario che ogni pubblica amministrazione dovrebbe avere.

Questa amministrazione si è assunta l’onere di cambiare, di guardare agli interessi reali di Terni, di andare oltre alle piccole e grandi convenienze personali.  Il percorso di privatizzazione messo in atto deve necessariamente basarsi sugli interessi dell’Ente e di Terni, sulla sacrosanta salvaguardia dei livelli occupazionali di Farmacie Terni, sulla qualità e distribuzione del servizio offerto ai cittadini.
Leopoldo Di Girolamo
Sindaco di Terni



La replica del presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi

Gentile Signor Sindaco,
apprendo dagli Organi di stampa, e non meno dai colleghi amministratori dell’Azienda di Terni, della sua nota indirizzata a questi ultimi e mi corre l’obbligo, a tutela degli interessi del Sistema delle Farmacie Comunali,  di intervenire per alcune precisazioni sui contenuti della nota medesima che rischiano di creare confusione e, comunque, di fornire una non corretta informazione.

Comprendo le difficoltà delle Amministrazioni Comunali che devono quotidianamente prestare attenzione a bilanci sempre più difficili da gestire ma non posso accettare di sentire che le Farmacie Comunali non abbiano più ruoli sociali e di azione sanitaria.

La mia esperienza alla Presidenza dell’Unione Europea delle Farmacie Sociali è segnata da un continuo interesse, da parte delle politiche europee e dei Paesi membri, all’azione ed alla possibilità di offrire alle popolazioni sempre più farmacie sociali.

Difatti sono proprio le Farmacie Comunali, all’interno del Sistema di distribuzione del farmaco, che disegnano il proprio ruolo e le proprie funzioni in termini di ascolto, difesa e tutela della salute del cittadino. Le impostazioni che le Farmacie Comunali vogliono dare a tutto il Sistema, con il rinnovo della Convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, pone la Farmacia ed il ruolo del Farmacista quale protagonista sanitario per la presa in carico del cittadino-paziente e, in stretto contatto con il medico di base, per l’appropriatezza del farmaco cosicché si consentano al Servizio Sanitario Nazionale economie e tutele a garanzia della salute dei cittadini.

Il tutto con l’attento monitoraggio delle Amministrazioni Comunali e dei Sindaci che hanno, nelle farmacie pubbliche, l’unico elemento di vero controllo sanitario sul territorio, l’innalzamento della qualità del servizio, visto che sussistono margini di sana concorrenza con i privati, evitando ogni forma di monopolio.
 
Non è affatto vero che i farmaci vengono esitati dal SSN. Sono distribuiti da quest’ultimo, tramite le Aziende Sanitarie Locali, i farmaci di fascia H che escludono il voluto ed auspicato rapporto che deve esistere con le Farmacie Comunali, il farmacista e  il cittadino.  

Inoltre, sono proprio le Farmacie Comunali a ricevere plausi ed apprezzamenti dai propri Sindaci per le campagne di natura sociale che sistematicamente portano avanti quali quelle attuali sulle vaccinazioni, sugli stili di vita e sulla prevenzione, per non citare azioni di calmieramento di alcuni costi che sistematicamente vengono poste in essere e su cui successivamente si allinea tutto il Sistema delle Farmacie.

Non voglio inoltre evidenziare la funzione sui livelli di occupazione, consentendo lavoro a molte famiglie, così come sarebbe opportuno individuare i modi previsti dalla legge per l’utilizzo dei fondi di cui le Amministrazioni Comunali potrebbero usufruire. Qualora, malauguratamente, la gestione delle Farmacie Comunali venga meno, tali fondi non potranno essere sicuramente utilizzati per il ripianamento dei bilanci.

Avere una titolarità senza la possibilità di incidere sulle politiche farmaceutiche costituirebbe una situazione tale che la cittadinanza si ritroverebbe in futuro senza risorse e senza capitali per scelte che amministrazioni comunali – pro tempore – andrebbero a fare a danno di anni di lavoro per costituire un patrimonio di farmacie pubbliche che è di proprietà di tutti i cittadini.

Leggo nella sua lettera che in altri Comuni si è proceduto a vendere quote delle proprie Aziende farmaceutiche: sono azioni risalenti al passato, ormai abbandonate su tutto il territorio nazionale. Anzi, il Comune di Firenze ha deciso proprio in questi giorni di non dismettere quote societarie, ritornando su una decisione precedentemente assunta. Il numero delle prelazioni, da parte dei Comuni, è decisamente superiore rispetto alle dismissioni. Ho avuto modo di constatare, in questi anni, pentimenti sinceri da parte di Sindaci che in passato hanno venduto quote delle farmacie comunali.  

Ulteriori approfondimenti in merito sarebbero utili, per una maggiore informazione alla cittadinanza di Terni, magari organizzando un dibattito pubblico per cui, fin da ora, offro la mia disponibilità così come attendo riscontro alla richiesta che mi sono permesso di avanzarle per un incontro con la SS.VV..  

Distinti saluti


Venanzio Gizzi
Presidente Assofarm

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