quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 03 APRILE 2017
Autismo: il primo robot interattivo compie dieci anni. Presto in tutte le scuole UK

Dieci anni fa la University of Hertfordshire ha messo a punto un robot che aiutai bambini autistici a relazionarsi. Ora è partito uno studio per valutarne la diffusione nelle scuole  nei centri di tutta la Gran Bretagna

(Reuters Health) – “È carino, mi fa divertire”, dice Finn, bambino di quattro anni, mentre gioca con il robot Kaspar in una scuola londinese specializzata nei bambini con disturbo dello spettro autistico. Kaspar è stato sviluppato dalla University of Hertfordshire. Canta, imita il gesto del mangiare, suona il tamburello e si pettina durante le sedute con il bambino, pensate per aiutarlo nella sua comunicazione e interazione sociale.
 
Se Finn diventa troppo brusco, Kaspar, più o meno della sua stessa altezza, si mette a piangere: “Ahi! Mi hai fatto male”. Un terapeuta è lì vicino per incoraggiare il bambino a correggere il suo comportamento, stimolando i piedi del robot.
 
Finn è uno dei circa 170 bambini autistici che Kaspar ha aiutato in diverse scuole e ospedali negli ultimi 10 anni. Con ottimi risultati. E ora l’Università che lo ha realizzato vuole allargarne l’offerta. 
 
“Crediamo che ogni bambino a scuola, a casa o in ospedale, debba ricevere Kaspar se lo desidera”, ha dichiarato Kerstin Dautenhahn, esperto di intelligenza artificiale presso la University of Hertfordshire.  Raggiungere questo obiettivo dipenderà in larga misura dai risultati di uno studio clinico di due anni che l’Università ha avviato con l’Hertfordshire Community NHS Trust. Studio che, se avrà successo, potrebbe portare Kaspar in tutti gli ospedali del Paese.
 
“Molti autistici sono attirati dalla tecnologia, soprattutto dalla prevedibilità che offre. Ciò significa che può essere un mezzo molto utile per coinvolgere i bambini, e anche gli adulti”, ha affermato Carol Povey, direttrice del Centre for Autism della National Autistic Society. “Questo robot è una tra le tecnologie emergenti che possono fare una grande differenza per le persone con disturbi dello spettro autistico”.

Matthew J. Stock
 
Fonte: Reuters Health

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

© RIPRODUZIONE RISERVATA