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Giovedì 06 APRILE 2017
Carceri. Aumentano aggressioni ai medici. Fimmg chiede intervento del ministero Giustizia e del Dap

A Firenze Sollicciano un medico è stato aggredito, analoghi episodi sono stati segnalati in Sardegna, Campania e Basilicata. Da qui la richiesta della Fimmg Medicina Penitenziaria per un immediato intervento del ministero della Giustizia e del Dap. Al ministero della Salute e alle Regioni richiesti invece interventi mirati alla salvaguardia del posto di lavoro della categoria.

"Viva preoccupazione - scrive in una nota inviata, tra gli altri, al ministero della Giustizia e al ministero della Salute Franco Alberto, Segretario Nazionale Fimmg settore Medicina Penitenziaria - per i molteplici episodi di aggressione ai medici che lavorano in carcere durante la loro attività , ormai non si contano più gli episodi che stanno avvenendo su tutto il territorio nazionale . Due giorni fa , a distanza di soli 15 giorni , nuovo episodio di aggressione presso il carcere di Barcellona Pozzo del Gotto , tra l’altro dello stesso detenuto .Ma le segnalazioni sono numerose" .

"A Firenze Sollicciano - prosegue Alberto - un medico è stato aggredito per cui è ricorso al Pronto Soccorso e l’Azienda Sanitaria ha dovuto assegnarlo a un altro servizio esterno per la sua sicurezza. Analoghi episodi sono stati segnalati in Sardegna, Campania e recentemente in Basilicata. La situazione diventa sempre più grave e a quanto pare incontrollabile da parte dell’ Amministrazione Penitenziaria".

"Non viene più garantita - denuncia il Segretario Nazionale Fimmg Medicina Penitenziaria - la sicurezza da parte dell’Amministrazione Penitenziaria degli operatori sanitari che svolgono la loro preziosa opera  all’interno degli istituti penitenziari a salvaguardia della salute della popolazione detenuta. Con il passaggio al Ssn della Sanità Penitenziaria dal Ministero della Giustizia si sta assistendo a uno scarica barile delle competenze dimenticando l’estremo disagio di chi opera in carcere , polizia penitenziaria inclusa , e facendo finta che nulla stia succedendo" .

"I medici e tutto il personale sanitario - prosegue il Segretario - che opera negli Iipp si trova a dovere fronteggiare una situazione critica dove oltre ai problemi cronici dell’ambiente carcerario dovuti al sovraffollamento con le relative tensioni interne si sovrappone una logica di gestione della sanità penitenziaria al di fuori della realtà , spesso poista nelle mani di dirigenti senza nessuna esperienza e senza specifiche conoscenze ,  considerando questo servizio come un servizio esterno senza considerare la specificità dell’ambiente e delle persone a cui è rivolto" .

"Si continua a lavorare  in un clima di precarietà - denuncia Alberto -  dal 2008 salvo rare eccezioni, le regioni non hanno concordato con i sindacati di categoria l’inquadramento e il ruolo dei medici penitenziari che dovrebbe essere previsto nel nuovo ACN per la medicina generale determinando  una situazione variegata, non uniforme, a macchia di leopardo  su tutto il territorio nazionale e diseguaglianze non solo per il personale sanitario, ma anche per gli stessi detenuti".

"E’ stato tollerato troppo - scrive nella nota il Segretario Fimmg -, nel passato alcuni medici hanno pagato con la vita il fatto di lavorare in carcere, vogliamo arrivare di nuovo a questo prima di un intervento in merito? E’ giunto il momento di dire basta. Fino ad ora i medici e tutti gli operatori sanitari hanno lavorato nel silenzio conoscendo la realtà dell’ambiente e che eventuali azioni di protesta danneggerebbero solo una popolazione che già di per se è penalizzata".

"Chiediamo - conclude Alberto - un intervento immediato del Ministero della Giustizia e del Dap per fare si che tali episodi non si ripetano e al Ministero della Salute e alle Regioni interventi mirati alla salvaguardia del posto di lavoro, coinvolgendo i medici che da anni lavorano in carcere e conoscono le problematiche del carcere facendo presente che qualora perduri la situazione non si esclude una dimissioni in massa di tutto il personale medico operante negli Iipp , e non si pensi che sia facile sostituirlo , quello che lavora all’interno a contatto con i detenuti e che rischia ogni giorno , non certo quello che dall’esterno pontifica , ma si guarda bene dall’entrare e operare con i detenuti . La categoria qualora non vi siano risposte in merito si vedrà costretta a proclamare lo stato di agitazione".
 
Lorenzo Proia

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