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Giovedì 20 APRILE 2017
Caso Report. M5s: “La trasmissione ha ricordato Pasqualino Rossi. Promosso dalla Lorenzin va sostituito”

“Nella puntata della trasmissione Report, andata in onda domenica scorsa viene ricordato il caso Pasqualino Rossi, arrestato e mai arrivato a giudizio a causa della prescrizione”. Lo segnalano i deputati M5s in una nota dove anniunciano un’interrogazione di Dalila Nesci. I deputati hanno sottolineato che si tratta “dello stesso uomo promosso dal ministro Lorenzin alla Rappresentanza permanente dell'Italia presso l'Unione Europea" e che per questo "va sostituito".
 


“Tra gli effetti collaterali della puntata di Report sui vaccini, andata in onda domenica scorsa, c’è stato quello di riportare all’onore delle cronache Pasqualino Rossi, messo dal ministro Lorenzin alla Rappresentanza permanente dell'Italia presso l'Unione Europea. Rossi è stato più volte oggetto di atti parlamentari sia da parte del M5s sia di altre forze politiche ma al dicastero del Lungotevere hanno fatto orecchie da mercante. Ora torniamo a chiedere che il titolare della Salute proceda con urgenza alla sostituzione del dottor Rossi alla luce della vicenda che l'ha riguardato e della necessità di salvaguardare la credibilità dell'Italia presso l'Unione europea”.
 
Così i deputati M5s hanno illustrato in una nota l’interrogazione a prima firma Dalila Nesci.
 
"Secondo i magistrati nel 2008 Rossi avrebbe fornito informazioni riservate e addirittura la password dei terminali dell'Agenzia europea del Farmaco a un manager che curava gli interessi delle case farmaceutiche. Sempre in base ai giudici – hanno aggiunto i deputati pentastellati - lo scopo sarebbe stato quello di informare il Manager sull'iter dell'approvazione del vaccino e questo in cambio avrebbe pagato Rossi vacanze, mobili, infissi e denaro. Rossi sarà arrestato nel 2008 dopo essere stato filmato mentre intascava una mazzetta da un altro manager, ma dopo 7 anni è scattata la prescrizione. Rossi ora è a Bruxelles: la puntata di Report è tornata a ricordarci un caso sul quale il ministro Lorenzin dovrebbe intervenire, stavolta non con una promozione, scrivendo la parola fine”.

 

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