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Giovedì 29 GIUGNO 2017
Omeopatia. Officine Terapie Innovative entra a far parte di Omeoimprese

Salgono così a 17 le imprese italiane iscritte a Omeoimprese, l’associazione che riunisce le aziende produttrici di medicinali omeopatici in Italia. Gorga: “Una grande soddisfazione che premia un lavoro importante per tutto il comparto”.

OTI Officine Terapie Innovative entra a far parte di Omeomprese, l’associazione che riunisce le aziende produttrici di medicinali omeopatici in Italia. Presente oltre che in Italia anche in Russia e Grecia, OTI è una realtà consolidata nel mondo della farmaceutica e dell’omeopatia.

Salgono così a 17 le imprese italiane iscritte a Omeoimprese.

“Con sede in Abruzzo, una delle regioni da punto di vista naturalistico più ricche ed integre d’Italia, Oti è nata negli anni ‘80 come diretta emanazione della OMIT Omeopatici Italia fondata negli anni ‘70 dal Dott. Lamberto De Santis, farmacista che ha ricevuto il premio alla carriera dalla prestigiosa istituzione Nobile Collegio Farmaceutico”, spiega Omeoimprese in una nota.

“Abbiamo deciso di aderire Omeoimprese perchè, soprattutto in questa fase molto delicata per la regolamentazione del settore omeopatico, riteniamo sia importante avere una parte attiva in un’associazione di categoria che rappresenti gli interessi comuni delle imprese italiane”, spiega Alessandro De Santis, Amministratore Unico dell’azienda.
 
“Abbiamo un fatturato di oltre 13.500.000 euro, di cui 8.000.000 derivano dai prodotti omeopatici – continua De Santis -. Produciamo oltre 2.000.000 di pezzi all’anno e abbiamo più di 90 dipendenti”.
 
“Sono onorato che OTI abbia aderito ad Omeoimprese – commenta il presidente Giovanni Gorga -. Significa che il lavoro dell’associazione sta andando nella giusta direzione. Il settore dell’omeopatia sta attraversando un momento di grande cambiamento grazie anche al recepimento da parte del Governo italiano della normativa europea che eleva i prodotti omeopatici a farmaci e che impone l’autorizzazione all’immissione in Commercio da parte di Aifa. Purtroppo, però, il pregiudizio e la disinformazione rischiano di turbare e screditare tutto il lavoro di un settore in costante crescita e fermento”.

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