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Sabato 15 LUGLIO 2017
Vaccinazioni in farmacia già diffuse nel mondo e con risultati eccellenti. I risultati del sondaggio della Federazione internazionale dei farmacisti  

Nel 44% dei Paesi analizzati i farmacisti già contribuiscono all'incremento delle politiche vaccinali. E in alcuni stati eseguono, dopo una apposita formazione, direttamente le vaccinazioni. Il Rapporto stima che dieci milioni di vite all'anno possano essere salvate aumentando l'accesso ai vaccini e alle vaccinazioni in farmacia. IL RAPPORTO FIP.

Il tira e molla sulle vaccinazioni in farmacia non è in realtà una prerogativa italiana. Nel mondo ci sono già nazioni dove le vaccinazioni in farmacia si fanno. In alcune effettuate da altri professionisti sanitari (come prevedeva la norma ora trasformata in ordine del giorno), in altre dagli stessi farmacisti, dopo appositi corsi formativi e se in possesso di requisiti specifici.
 
Il punto sulla situazione internazionale l’ha fatto lo scorso anno al suo 76° Congresso la Fip, la Federazione internazionale dei farmacisti, che ha svolto in merito alle vaccinazioni i farmacia un preciso sondaggio i 45 Paesi.
 
In sintesi, in 13 (Argentina, Australia, Canada, Costarica,  Danimarca, Irlanda, Nuova Zelanda, Filippine, Portogallo, Sud Africa, Regno Unito, Stati Uniti e Svizzera) la vaccinazione si fa in farmacia e può essere effettuata da farmacisti preparati che devono superare appositi training formativi ed essere in possesso di specifici requisiti o, o “insieme a” altri operatori sanitari abilitati. Sette Paesi (Bolivia, Repubblica democratica del Congo, Finlandia, Islanda, Libano, Olanda e Pakistan) sono pronti ad aggiungersi a questa lista e con loro si arriverebbe al 44% del campione.
Il rapporto Fip commenta che “i farmacisti possono fornire un importante contributo alla salute pubblica giocando ruoli attivi nell'immunizzazione. L'accessibilità e la distribuzione delle farmacie li rendono un primo punto di contatto con i pazienti, offrendo un'ottima opportunità per espandere e aumentare l'accesso ai servizi di immunizzazione. Un altro grande vantaggio è rappresentato dalle ore di apertura delle farmacie e questo può facilitare sia i lavoratori che i non lavoratori ed è particolarmente importante nelle aree rurali, isolate, dove l'accesso ai punti di vaccinazione può essere molto impegnativo”.
 
Il Rapporto Fip fa anche alcuni esempi, premettendo che dall'inizio del XXI secolo, i servizi di vaccinazione basati sulla farmacia si sono sviluppati a un ritmo rapido e sono ormai consolidati in paesi come gli Usa (1994-2009), il Portogallo (2007) e l'Australia (2014-2016). A livello nazionale o regionale, il ruolo è stato sostenuto e incoraggiato da diversi gruppi e associazioni e sta acquisendo una notevole accettazione e approvazione da parte del pubblico, dei governi e di altri operatori sanitari del mondo.
 
In alcune giurisdizioni in Canada i tassi di vaccinazione contro l'influenza sono aumentati drasticamente  con l'aumento dell'accessibilità e della comodità dei servizi offerti dalle farmacie comunitarie.
L’Associazione Canadese dei farmacisti (CPhA) incoraggia fortemente i farmacisti ad assumere un ruolo attivo in attività di promozione dell'immunizzazione. La professione ha ottenuto l'accettazione dal pubblico, con l'88% dei canadesi che si affidano ai farmacisti per fornire consigli su vaccinazioni.
I farmacisti possono anche essere coinvolti nelle politiche di approvvigionamento dei vaccini, dalla produzione all'acquisizione, allo stoccaggio e alla distribuzione. Procedure inadeguate possono compromettere la catena di approvvigionamento e mettere i vaccini a rischio di degrado. Per questo motivo, durante il processo dovrebbero essere previsti requisiti espliciti, linee guida o raccomandazioni complete, e procedure forti. I farmacisti possono essere cruciali per assicurare l'alto livello dei sistemi di stoccaggio a catena fredda.
 
In Portogallo, a partire dal primo anno di attuazione del servizio, circa il 40% di tutti i vaccini contro l'influenza sono stati somministrati nelle farmacie comunali.

Negli Stati Uniti, dieci anni dopo l'attuazione della vaccinazione in farmacia, i tassi di vaccinazione sono più che raddoppiati nei giovani adulti rafforzando i vantaggi del servizio offerto.
Negli USA, nel 1994, un gruppo di 50 farmacisti ha intrapreso la prima formazione organizzata sulle vaccinazioni a Seattle, Washington. Più tardi nel 1996, la Camera dei Delegati dell'associazione americana di farmacisti (APhA) ha approvato una risoluzione in cui si chiede ai farmacisti di assumere un ruolo chiave come sostenitori della vaccinazione. Durante la seconda metà del 2009, per i timori di una pandemia di H1N1, diversi stati hanno permesso ai farmacisti di somministrare vaccinazioni insieme ad altri operatori sanitari. Questo evento ha evidenziato l'importante ruolo dei farmacisti come fornitori di vaccinazione ed è stata la pietra per generalizzare la vaccinazione basata su farmacia in tutti i 50 stati. Oggi, la vaccinazione in farmacia in Usa è estremamente efficace, aumentando notevolmente la distribuzione dei vaccini in tutto il paese.




Il Rapporto stima che dieci milioni di vite all'anno possano essere salvate aumentando l'accesso ai vaccini e alle vaccinazioni in farmaci.
Il rapporto sottolinea poi il ruolo dei farmacisti come educatori e facilitatori durante le pandemie (ad esempio l'influenza) e/o altre situazioni impegnative che possono influenzare in modo significativo la morbilità e la mortalità della popolazione generale.
L'integrazione delle farmacie e dei farmacisti nella politica di vaccinazione tende a svilupparsi come un processo graduale nel tempo. “Tuttavia – prosegue il rapporto -  un numero significativo di paesi e territori è attivamente coinvolto in questo tipo di attività e contribuisce ad abbattere un numero significativo di barriere e sfide di vaccinazione”.
 
Nel Regno Unito, i farmacisti sono attivamente coinvolti nella catena di approvvigionamento. Nell'assistenza primaria in particolare, i farmacisti possono essere responsabili della distribuzione  dei vaccini in aree dove questi sono meno diffusi rispetto a quelli richiesti. In Scozia, le farmacie controllano con successo il processo completo di approvvigionamento di tutti i vaccini contro l'influenza stagionale. Anche in questo caso interventi dagli acquisti alla distribuzione e alla consegna, garantiscono il mantenimento della catena del freddo.
Nel corso degli anni, un certo numero di paesi e giurisdizioni hanno permesso ai farmacisti di svolgere un ruolo fondamentale nella somministrazione di vaccini.
 
Una risoluzione del novembre 1958 ha autorizzato i farmacisti in Argentina a somministrare iniezioni intramuscolari o sottocutanee sotto prescrizione medica. Più tardi, questo regolamento è stato esteso e ratificato per includere dettagli specifici sulla vaccinazione in farmacia.
 
Nel 1973, i farmacisti in Tunisia erano autorizzati a somministrare iniezioni, compresi i vaccini, sotto la presentazione di una prescrizione medica. Inoltre, i tecnici di farmacia sono stati autorizzati a somministrare iniezioni sotto la responsabilità del farmacista purché possedessero un certificato di attitudine professionale (sia teorico che pratico) rilasciato dal ministero della sanità pubblica. La somministrazione di vaccini può essere effettuata nelle farmacie solo con l'utilizzo di materiali e attrezzature adeguatamente sterilizzati. È stato richiesto anche di alimentare un record sulle vaccinazioni, che comprenda i dettagli sul medico prescrittore, il nome del paziente, il tipo di prodotto iniettato e il modo di somministrazione.
 
L’elevata visibilità delle farmacie, aggiunge la Fip, e la loro accessibilità, consentono ai farmacisti di comunità di essere al centro del sistema sanitario e in una posizione forte per fornire, comunicare e diffondere messaggi positivi sulla vaccinazione. Si stima che, solo nell'Unione europea, 46 milioni di persone visitino ogni giorno una farmacia. Questo si traduce in circa 400.000 farmacisti che contribuiscono alla salute di oltre 500 milioni di persone. I farmacisti possono anche identificare più facilmente i pazienti a rischio elevato e specifici gruppi di destinazione per la vaccinazione, fornendo i consigli necessari e partecipando attivamente a sistemi per garantire la realizzazione di programmi di vaccinazione e gli obiettivi regionali/globali.
 

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