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17 SETTEMBRE 2017
Ddl Lorenzin. Per capire come andrà a finire serviranno gli occhialini 3D



Gentile Direttore,
il Ddl Lorenzin si è arenato per mesi sul riconoscimento di nuove professioni sanitarie e ora viene annunciato il superamento di questo insidioso scoglio.
Ricordo che la problematica non era presente nel testo iniziale licenziato dal Consiglio dei Ministri ma è stata aggiunta durante la discussione al Senato.
 
Qui la sen. De Biasi, Presidente della Commissione Sanità e Relatore del ddl, a mio avviso, ha finito per abdicare al suo dovere di essere ”super partes” ed è scesa decisamente in campo per far approvare l’articolato contestato.
 
E’ curioso notare che, negli ultimi articoli apparsi su Quotidiano Sanità, si voglia far passare l’idea che, con impegnative opere di mediazione, si è finalmente arrivati ad accontentare tutti gli interessati che vengono caldamente invitati a guardare il bicchiere come mezzo pieno.
 
La ricerca del compromesso è una virtù in politica, ma non quando riguarda le regole.
A meno che non si voglia creare la figura dell’“osteopata non vedente”, che avrebbe diritto a particolari tutele e deroghe, per gli altri professionisti le norme sono comuni e vanno rispettate.
 
Affermare che per alcune professioni si salterà lo scoglio della valutazione tecnico scientifica, ora prevista dalla vigente legge 43/06 e che sarà resa ancora più cogente con l'approvazione dell’emendamento Marazzitti, è sbagliato e non accettabile. Si creerebbe, di fatto, una norma “ad professionem”, come ebbe a dire Luca Benci.
Il tutto diventerà evidente, comunque, con la discussione sui prossimi articoli che trattano di osteopati e chiropratici e che squarceranno il velo su questa intricata vicenda.
 
Personalmente, ho già vissuto una situazione di “debolezza” della politica, per l’abrogazione dell’equipollenza della Laurea in Scienze Motorie con quella in Fisioterapia (art. 1 septies ) che giunse in porto solo grazie all’aggiunta di un comma che prometteva alcune facilitazioni ai Laureati in Scienze Motorie. Provvedimento che, guarda caso, a più di cinque anni dal varo della norma, non è mai stato attuato per la semplice ragione che in qualsiasi modo venga scritto, risulterebbe lesivo dell’autonomia universitaria, costituzionalmente garantita, nel riconoscimento dei crediti formativi.
 
Ringrazio il Direttore per l’opportunità di poter esprimere il mio pensiero e invito tutti i lettori ad equipaggiarsi di occhialini 3D per leggere, tra le righe, i resoconti delle prossime sedute della Commissione Affari Sociali.
 
Preciso che le mie sono opinioni personali e che non rappresento alcuna organizzazione di fisioterapisti.
A mio parere i tempi regolamentari, per una possibile conversione in legge del provvedimento, sono ormai scaduti. Su un risultato adeguato e corretto, nei supplementari, la speranza è comunque l'ultima a morire.
 
Mauro Gugliucciello  
Fisioterapista                                          

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