quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 16 OTTOBRE 2017
Farmaci, brevetti in scadenza nel 2017 per un risparmio di quasi 400 milioni. E nel 2018-2019 si replica. Lanalisi di Assogenerici 

I due maggiori principi attivi per valore che scadono nel 2017 sono la Rosuvastatina e il Tadalafil, conosciuti commercialmente come Crestor (anticolesterolo) e Cialis (disfunzione erettile) che rispettivamente valgono 169 e 89 milioni di vendite il brevetto. La scadenza del brevetto porterà nel 2017 a una media di riduzione del 53% circa sul prezzo degli originator, con il picco massimo del -75% per la Dutasteride e il minimo (-21%) per il Tramadolo cloridaìrato/paracetamolo.

Dodici brevetti nel 2017 e altri 16 nel 2018-2019: sono queste le scadenze previste e comunicate dal Centro studi Assogernerici. Il tutto per un valore complessivo di spesa nel 2016 per i brevetti in scadenza quest’anno di quasi 733 milioni e per quelli in scadenza ni prossimi due anni di oltre 757,5 milioni.

I due maggiori principi attivi per valore che scadono nel 2017 sono la Rosuvastatina e il Tadalafil, conosciuti commercialmente come Crestor (anticolesterolo) e Cialis (disfunzione erettile) che rispettivamente valgono 169 e 89 milioni di vendite il brevetto.

La scadenza del brevetto nel 2017 porterà a una media di riduzione del 53% circa sul prezzo degli originator, con il picco massimo del -75% per la Dutasteride e il minimo (-21%) per il Tramadolo cloridaìrato/paracetamolo.

Per quanto riguarda invece i brevetti in scadenza nei prossimi due anni, quello che ha portato alla spesa maggiore e che diverrà generico dal 2018 è l’Adalimumab (l’anticorpo monoclonale umano: quasi 265 milioni) mentre quello con la spesa  minore è  il Fosamprenavir sale di calcio (un farmaco per il trattamento dell’Hiv), generico dal 2019 e che nel 2016 ha comportato una spesa di poco più di 3 milioni.

Quest'anno, e in parte minore anche nel 2018, scadono gli ultimi brevetti dei farmaci che si comprano in farmacia, poi la partita si sposterà su medicinali biologici e sui prodotti somministrati o consegnati al pazienti direttamente dagli ospedali.

L'ingresso sul mercato dei generici fa abbassare i prezzi dei cosiddetti "originator", cioè dei medicinali di marca, perché li espone alla concorrenza ma in molti casi non fa perdere la leadership del mercato. Come dicono i dati di Assogenerici, solo il 28,5% del volume di vendita dei prodotti a brevetto scaduto è venduto sotto forma di equivalente, il resto ha il brand.

E infatti negli ultimi anni gli italiani hanno speso in farmacia circa un miliardo ogni 12 mesi per pagare la differenza tra il costo del generico, che è a carico del sistema sanitario, e il farmaco di marca a brevetto scaduto.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA