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Giovedì 26 OTTOBRE 2017
Fragilità ossea. Un test predice rischio frattura negli uomini over 65

Le fratture da fragilità ossea sono un evento frequente nella popolazione over 65. Adesso un semplice test del sangue che valuta la concentrazione di pentosidina potrebbe aiutare a predire il rischio di frattura negli anziani. Lo studio sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism

(Reuters Health) –  Un test ematico sarebbe in grado di predire il rischio di fratture da fragilità negli uomini over 65. I livelli sierici di pentosidina e del recettore endogeno dei prodotti di scarto della glicazione (esRAGE) possono, infatti, essere usati per prevedere fratture di fragilità in questa categoria di pazienti. Lo studio giapponese è pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.

Lo studio
EsRAGE legherebbe i prodotti di scarto della glicazione (AGE) bloccandone le pathway intracellulari. La pentosidina, che è un AGE, è associata al deterioramento della resistenza ossea. Tamaki, dell’Osaka Medical College, ha valutato con il suo team la possibilità di prevedere le fratture da fragilità, in funzione dei livelli sierici di esRAGE e di pentosidina, in uno studio su 1.285 uomini giapponesi di 65 anni e oltre, partecipanti all’indagine dello studio FORMEN. Durante il follow up di 4,1 anni, 25 uomini hanno riportato fratture da fragilità per un’incidenza complessiva di 4,9 per 1.000 persone per anno. I livelli di pentosidina erano significativamente più elevati negli uomini che avevano riportato eventi fratturativi, mentre i rapporti esRAGE-pentosidina erano significativamente inferiori. Ogni incremento della deviazione standard nei rapporti di esRAGE-pentosidina è stato associato ad una riduzione del rischio di frattura minore al collo del femore del 34%, al rischio di frattura minore dell'anca del 35%, e al rischio di frattura minore alla colonna lombare del 36% . “L’utilizzo del valore di pentosidina e di esRAGE dovrebbe poter migliorare la classificazione del rischio di frattura, utile per la prevenzione dell’evento fratturativo”, concludono i ricercatori.

Fonte: Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism
di Will Boggs  

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

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