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Venerdì 27 OTTOBRE 2017
Udito. I bambini che ne soffrono si stancano di più rispetto ai coetanei

I bambini che sofforno di perdita dell’udito si stancano più facilmente dei loro coetanei, perché incontrano più difficoltà nell’apprendimento, soprattutto a scuola. Uno studio statunitense ha valutato 103 bambini dai 6 ai 12 anni, confermando un aspetto che era già noto fra gli adulti

(Reuters Health) – Secondo  uno studio statunitense di piccola campionatura, pubblicato dall’American  Journal of Audiology, i bambini con problemi di perdita dell’udito provano una maggiore stanchezza rispetto ai coetanei con udito normale.

La premessa
Alcuni studi condotti sugli adulti evidenziano che la perdita dell’udito aumenta il rischio di riportare stanchezza e affaticamento e sono crescenti le evidenze  che suggeriscono che questo avvenga anche per i bambini.  Come riportano gli autori Benjamin Y. Hornsby e colleghi dell’Università Vanderbilt di Nashville: “La stanchezza è un problema per i bambini con perdita dell’udito. Hanno un maggior rischio di non riuscire ad affrontare l’affaticamento e  questo può avere effetti sul rendimento scolastico e sulla qualità della vita“.E hanno  ggiunto che la perdita dell’udito può essere latente.

Lo studio
In questo studio, condotto su un piccolo campione di bambini con perdita uditiva e su bambini e adulti senza  problemi uditivi, Hornsby e il suo team hanno riscontrato un significativo aumento della stanchezza riportata proprio nel gruppo dei bambini con perdita dell’udito in tutti i domini della scala di valutazione multidimensionale per la stanchezza, Inventory Pediatric Quality of Life (PedsQL-MFS). Lo studio ha incluso la valutazione soggettiva della stanchezza  da parte dei genitori e per 103 bambini dai 6 ai 12 anni: 60 con perdita dell’udito e 43 con udito normale.

Le risposte ai test PedsQL- MFS hanno rivelato che i bambini con perdita dell’udito mostravano maggiori  difficoltà nell’apprendimento e riportavano una più forte stanchezza complessiva, rispetto ai bambini con udito normale. Le differenze tra i gruppi in generale e per quanto riguardava il ritmo sonno/riposo erano  insignificanti. Ciò che hanno riportato i genitori, che hanno sostanzialmente sottovalutato la stanchezza dei loro figli, secondo gli  autori non è da considerarsi come affidabile. Per i ragazzini in età scolare, si è visto che le abilità linguistiche correlavano negativamente con funzioni cognitive scarse e affaticamento eccessivo, sia nei bambini con perdita dell’udito che in quelli con udito normale. E i bambini con abilità linguistiche più scarse riportavano un maggior rischio di eccessiva stanchezza.

“Molte situazioni possono  provocare maggior affaticamento. La perdita di udito è un fattore aggiunto,  ma altri fattori, come anche le situazioni contingenti,  hanno un ruolo”, ha detto Hornsby. Prima di sviluppare  interventi basati su prove per bambini con problemi di udito e di stanchezza eccessiva, è necessario  mettere a punto strumenti più sensibili per misurare la stanchezza di questa  popolazione. Ma nel frattempo, dicono gli autori, molti strumenti sono disponibili per aiutare i bambini con problemi di udito in classe, ad esempio dispositivi di assistenza quali sistemi di modulazione della frequenza che amplificano la voce dell’ insegnante.

Inoltre, ha osservato Hornsby, molti insegnanti forniscono ai bambini “pause all’ascolto” per aiutarli a ricaricarsi. Basta bloccare un’attività  faticosa in corso e fare qualche altra cosa, per poco tempo, anche se questa  seconda attività è impegnativa, consente di recuperare dallo stress dell’ascolto.

“Dormire bene, seguire una  dieta sana, fare attività fisica:, tutte queste cose  sono importanti anche per  ridurre la fatica solo nella popolazione generale”, concludono i ricercatori

Fonte: Am J Audiol 2017

Anne Harding

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

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