quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 13 NOVEMBRE 2017
Riforma ordini. Lo stop di medici, farmacisti e veterinari: “Il testo della Camera è irricevibile”. Chiesto incontro urgente al Ministro Lorenzin

Riunione straordinaria comune dei Comitati Centrali di Fnomceo, Fofi e Fnovi sabato scorso a Roma. Per le tre Federazioni professionali il testo del Ddl Lorenzin come ratificato dalla Camera “non rappresenta lo strumento idoneo al rinnovamento delle professioni già ordinate e alla configurazione in Ordini di professioni sanitarie non ancora ordinate. Non affronta il cuore delle questioni, e non propone per gli Ordini un ruolo nuovo e moderno”. Costituito un Comitato di Coordinamento permanente aperto a tutte le professioni sanitarie

Le disposizioni introdotte dai deputati hanno stravolto il testo già approvato dal Senato. Per questo le rappresentanze professionali di medici e odontoiatri, farmacisti e veterinari confermano il giudizio negativo al testo della riforma degli Ordini delle professioni sanitarie approvato dalla Camera e chiedono un incontro urgente con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
 
I Comitati Centrali di Fnomceo, Fofi e Fnovi, riuniti lo scorso 11 novembre a Roma, presso la sede della Fnomceo, dopo un’attenta analisi del testo che la Camera dei Deputati ha approvato - AC 3868, recante “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute” - rilevano, con particolare riguardo all’art. 4, relativo alla riforma degli Ordini, come le disposizioni introdotte dalla Camera dei Deputati abbiano “stravolto il testo già approvato dal Senato”.
 
“La discussione ha fatto emergere tante e tali contraddizioni da rendere necessarie nuove proposte condivise – sottolineano in una nota – l’attuale testo, in ogni caso, non rappresenta lo strumento idoneo al rinnovamento delle professioni già ordinate e alla configurazione in Ordini di professioni sanitarie non ancora ordinate. Si tratta, infatti, di un impianto normativo che non affronta il cuore delle questioni, ma che interviene su specifici punti del testo del 1946 senza proporre per gli Ordini un ruolo che sia effettivamente nuovo e moderno. C’è piena consapevolezza che le professioni della Salute e l’organizzazione del lavoro sono profondamente mutate. Questo richiede una reale spinta innovativa capace di incidere in modo positivo sul sistema ordinistico, coerentemente con il mutato contesto politico, sociale ed economico”.
 
Fnomceo, Fofi e Fnovi esprimono quindi una “netta contrarietà ad una legge che rinvia a regolamenti governativi e ad un decreto del Ministro della Salute la nuova disciplina delle nostre professioni, affidando di fatto ad atti di rango secondario l’adozione di norme, non solo di dettaglio, che incideranno in modo rilevante sull’attività degli Ordini, che, giova ricordare, sono posti a garanzia della qualità della prestazione professionale e a tutela della salute collettiva”.
 
“Nel testo licenziato, che incide negativamente sull’autonomia ordinistica – hanno aggiunto – sembra prevalere la necessità di introdurre elementi innovativi sotto il profilo amministrativo e formale, senza entrare nel merito dei problemi reali delle professioni e del difficile equilibrio dei rapporti tra rappresentatività professionale e crescita delle competenze istituzionali. Soprattutto, non si affrontano questioni di sostanziale importanza, quali i rapporti e il coordinamento con l’Autorità Giudiziaria nell’ambito disciplinare”.
 
Infine, sottolineano “è grave che il Codice Deontologico, posto a tutela dei cittadini, una volta approvato dal Consiglio Nazionale, possa successivamente non essere recepito da alcuni Ordini provinciali, minando l’uniformità dei comportamenti deontologici. Questa riforma, destinata a incidere sul futuro delle professioni sanitarie - anche quelle di nuova istituzione - non ha visto il coinvolgimento dei professionisti, in ossequio ad un malinteso primato della politica.
 
Fnomceo, Fofi e Fnovi hanno costituito pertanto un Comitato di coordinamento permanente, aperto a tutte le professioni sanitarie, e chiedono come primo atto un incontro urgente con il Ministro della Salute.

© RIPRODUZIONE RISERVATA