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Venerdì 17 NOVEMBRE 2017
Cataratta. Per le donne rimuoverla significa dimezzare la mortalità del 60%

Uno studio condotto all’interno della Women’s Health Initiative – il progetto Usa sulla salute delle donne partito nel 1993 – ha evidenziato che le donne che si sottopongono a chirurgia della cataratta hanno il 60% di possibilità in meno di morire rispetto alle coetanee che non effettuano l’intervento. Si tratta, tuttavia, di una “fotografia” statistica. Lo studio non aveva lo scopo di analizzare le cause


(Reuters Health) – Le donne che si sottopongono all’operazione chirurgica per il trattamento della cataratta avrebbero il 60% in meno di probabilità di morire per qualsiasi causa.  Il dato emerge da un ampio studio coordinato da Anne Coleman, della Fielding School of Public Health dell’Università della California di Los Angeles, collegato alla Women’s Health Initiative, il progetto sullo stato di salute delle donne statunitensi lanciato nel 1993.

I ricercatori americani hanno esaminato i dati  relativi a 74.044 donne di età media 71 anni con cataratta, di cui 41.735 si erano sottoposte a intervento chirurgico. Tra il 1993 e il 2013, 6.878 donne che hanno subito un intervento di cataratta sono morte, così come 6.123 donne con cataratta che non si erano sottoposte a intervento chirurgico. Numeri che si traducono in un tasso di mortalità pari a 1,5 decessi ogni 100 donne nel gruppo che si è sottoposto all’intervento, contro 2,6 decessi ogni 100 nell’altro gruppo.

Con la chirurgia, inoltre, le donne avrebbero avuto dal 37 al 69% di riduzione del rischio di morte a causa di malattie polmonari, morti accidentali, infezioni, malattie neurologiche e vascolari e tumore. Tuttavia, dal momento che lo studio non era un trial controllato per dimostrare i benefici della cataratta, i vantaggi registrati potrebbero essere correlati ad altri fattori.

I commenti
“I risultati di questo studio suggeriscono che la chirurgia per il trattamento della cataratta avrebbe altri benefici, oltre a migliorare la visione di pazienti anziani o malati”, dice Anne Coleman. L’ipotesi è che “le persone con una visione ridotta riducano le attività quotidiane complessive, come l’esercizio fisico, l’assunzione di farmaci e le visite mediche, il che potrebbero compromettere la durata complessiva della vita complessiva”.
“Questa ricerca indica che è importante operare le donne anziane”, aggiunge Justine Smith, della Flinders University di Adelaide, in Australia, autrice di un editoriale di accompagnamento all’articolo. “Allo stesso tempo, indica che è importante anche eseguire controlli oculistici regolari dopo una certa età”.

Fonte: JAMA Ophtalmology

Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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