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Martedì 19 DICEMBRE 2017
Milano. In piazza il personale dell’Asst Santi Paolo e Carlo

Il 20 dicembre presidio davanti al Consiglio Regionale della Lombardia. “Dobbiamo dare una scrollata alla sanità lombarda, informando i cittadini di ciò che accade negli ospedali e facendo sentire la propria voce presso le istituzioni”, afferma il NurSind, che parteciperà alla protesta insieme alla Rsu dell’Asst e alle altre sigle sindacali.

“All’Asst Santi Paolo e Carlo, nonostante i 90 milioni di euro stanziati per la loro ristrutturazione, la situazione è critica. Le strutture sono insicure e i fondi che dovrebbero essere utilizzati per costruire il nuovo ospedale sono ancora bloccati. Bloccati come i fondi relativi al salario accessorio dei Lavoratori delle tre ex aziende accorpate. Inoltre, speriamo che in Lombardia la stabilizzazione, ovvero la possibilità di superare il precariato, diventi presto una realtà. Altrimenti gli ospedali non saranno solo fatiscenti, ma anche carenti di personale”. Sono queste alcune delle ragioni per cui il Nursind scenderà in piazza il prossimo 20 dicembre insieme alla Rsu dell’Asst Santi Paolo e Carlo e alle altre sigle sindacali.

“Dobbiamo dare una scrollata alla sanità lombarda, informando i cittadini di ciò che accade negli ospedali regionali e soprattutto facendo sentire la propria voce presso le istituzioni”, spiega il Nursind annunciando la protesta che vedrà i sindacati riunirsi in un’assemblea-presidio davanti la sede della Regione Lombardia, in via Fabio Filzi 22 a Milano.

Il NurSind punta in particolare il dito contro la Legge Regionale n. 23 di riordino delle aziende ospedaliere e sanitarie del territorio, approvata nell’agosto 2015. “Un’operazione di riordino del Servizio Sanitario Regionale che ha generato ricadute pesantissime non solo per i lavoratori, ma anche e soprattuto per i cittadini. Perché? Perché con l’unificazione di Aziende Ospedaliere e Asl sono stati tagliati - e altri ne saranno tagliati nel prossimo futuro - reparti, posti letto, servizi oltre che risorse umane. Una perdita pericolosa per tutta la popolazione della Lombardia, che nei prossimi anni vedrà eroso il proprio diritto alla salute, a cominciare da un’assistenza sempre più carente e dall’allungamento delle liste d’attesa”.

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