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Martedì 09 GENNAIO 2018
Ibuprofene: può causare infertilità nei giovani maschi

Si tratta di un allarme importante, visto il numero di soggetti potenzialmente interessati, che arriva da uno studio internazionale pubblicato su PNAS. L’ibuprofene, uno degli analgesici più consumati al mondo, può provocare uno stato di ipogonadismo compensato nei giovani maschi. In pratica, il farmaco andrebbe ad inibire l’attività endocrina del testicolo, provocando un calo del testosterone che l’organismo cerca di compensare aumentando la produzione dell’ormone ipofisario LH. Questa condizione, osservata finora solo nell’anziano, può provocare disturbi a livello fisico (depressione, aumentato rischio di ictus e scompenso cardiaco) e riproduttivo anche nei giovani.

È uno degli analgesici più utilizzati al mondo, uno di quei farmaci di cui spesso di fa anche un incredibile abuso (in diversi Paesi è disponibile anche come OTC). Le possibili conseguenze negative sulla mucosa gastrica e quelli di aumento del rischio di ictus o di infarto, comuni a tutti i FANS sono ben note. Ma adesso, uno studio appena pubblicato su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), getta luce su un nuovo possibile effetto indesiderato, che riguarda i giovani maschi.
 
I risultati di questo studio internazionale (vi hanno contribuito ricercatori di università danesi, francesi e cinesi) suggeriscono che l’assunzione di ibuprofene si può associare ad alterazioni della salute riproduttiva nell’uomo, in particolare nei giovani maschi. Tale fenomeno sarebbe imputabile agli effetti anti-androgeni degli analgesici. A questa conclusione gli autori dello studio sono giunti con una combinazione di trial clinici controllati, condotti con approccio sia ex vivo che in vitro.
 
L’assunzione di ibuprofene in particolare sarebbe responsabile dell’alterazione di una serie di importanti aspetti della funzione testicolare, tra i quali la produzione di testosterone. Più in dettaglio, questo farmaco determina una repressione trascrizionale selettiva delle cellule endocrine del testicolo, fatto questo che a sua volta provoca un aumento degli ormoni ipofisari . Il risultato di questa complessa ‘reazione a cascata’ endocrina è uno stato di ‘ipogonadismo compensato’, situazione finora osservata solo nel maschio anziano e associata a disturbi sia fisici, che riproduttivi. Secondo gli autori si tratta di un effetto reversibile per assunzioni di breve durata ma non è escluso che per assunzioni prolungate questi effetti possano diventare irreversibili.
 
Si tratta di uno studio importante sia perché attira l’attenzione su un effetto indesiderato dei FANS finora poco conosciuto, sia perché che riguarda potenzialmente un enorme numero di persone. Questo lavoro fornisce inoltre una spiegazione, almeno parziale, del crescente fenomeno dei disturbi riproduttivi maschili che affligge il mondo occidentale e che risulta ancora in gran parte inspiegabile.
Erma Z. Drobnis, professoressa di medicina riproduttiva e fertilità presso la University of Missouri (Columbia, USA), intervistata dalla CNN per un commento su questo studio ricorda che è ormai noto come alcuni farmaci abbiano un effetto negativo sull’apparato riproduttivo maschile (testosterone, oppioidi, antidepressivi, antipsicotici, immuno-modulatori, cimetidina) ma che raramente i medici ‘ricordano’ di far cenno a questi effetti indesiderati. I potenziali padri insomma dovrebbero evitare di assumere acetaminofene, cimetidina e adesso anche ibuprofene, secondo l’esperta.
 
Studi condotti in passato hanno dimostrato che l’esposizione durante la vita fetale ad analgesici deboli (aspirina, acetaminofene, ibuprofene) si associa ad effetti anti-androgenici e a malformazioni congenite; finora non erano noti però gli effetti di questi anti-dolorifici da banco nell’adulto.
 
Lo studio si PNAS in dettaglio
In questo lavoro pubblicato su PNAS gli autori hanno dimostrato che la somministrazione di ibuprofene a giovani maschi provoca uno stato di ‘ipogonadismo compensato’, condizione frequente nell’anziano e foriera di disturbi sia fisici che della sfera riproduttiva.
L’ibuprofene viene spesso somministrato agli atleti (compresi quelli olimpici e i giocatori di calcio) prima di un evento per prevenire i dolori. Per questo i ricercatori hanno voluto indagare se questa prassi, ormai consolidata, potesse provocare delle conseguenze ai soggetti che fanno uso abituale di questi farmaci. A tale scopo hanno arruolato 31 maschi (volontari) di età compresa tra i 18 e i 35 anni; a 14 di loro è stata somministrata una dose di 600 mg di ibuprofene due volte al giorno (quella normalmente assunta dagli atleti, nonché il massimo dosaggio raccomandato nel foglietto illustrativo del farmaco) per due settimane; gli altri 17 soggetti fungevano da gruppo di controllo.
 
Al termine di questo periodo, i livelli dell’ormone ipofisario LH (ormone luteinizzante) e di ibuprofene sono risultati correlati, mentre parallelamente è risultato diminuito il rapporto testosterone/LH (segno di una disfunzione testicolare). Queste alterazioni ormonali descrivono appunto la condizione di ipogonadismo compensato che, oltre a determinare disturbi della sfera riproduttiva può provocare depressione ed esporre ad un aumentato rischio di scompenso cardiaco e ictus.
 
In una seconda parte dello studio gli autori hanno utilizzato degli espianti di testicolo adulto che sono stati esposti o meno all’ibuprofene; in questo modo è stato possibile dimostrare che l’esposizione all’ibuprofene riduce l’attività endocrina delle cellule di Sertoli e di Leydig del testicolo; la produzione di testosterone risulta ridotta attraverso la repressione trascrizionale. Lo stesso effetto è stato osservato in una linea cellulare steroidogenica umana.
 
Maria Rita Montebelli

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