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Lunedì 19 FEBBRAIO 2018
Le 10 grandi “menzogne” sulla sanità e riflessioni sull’Osservatorio Gimbe

Nino Cartabellotta negli ultimi anni ci ha mostrato una Gimbe con una collateralità molto spinta verso le politiche anti universalistiche degli ultimi governi e le proposte da lui messe in campo per “salvare la sanità pubblica” appaiono ai miei occhi del tutto contraddittorie. La sanità non è al centro dell’agenda della politica perché in tanti hanno mentito. Al centro non c’è la sanità perché al centro c’è la menzogna sulla sanità

L’articolo di Cartabellotta (QS 17 febbraio 2018) è uno di quelli che dopo che l’hai letto inevitabilmente ti inducono a grattarti la testa come quando non sai cosa pensare o cosa dire. Cioè ti mette in imbarazzo. Cartabellotta negli ultimi anni ci ha mostrato una Gimbe con una collateralità molto spinta verso le politiche anti universalistiche degli ultimi governi in particolare con il PD e le proposte da lui messe in campo per “salvare la sanità pubblica” appaiono ai miei occhi del tutto contraddittorie dal momento che “salvare” per lui e per molti altri sostenitori del sistema misto, significa contro-riformare privatizzare, mutualizzare, assicurare, esattamente come sostengono i grandi gruppi assicurativi.

Per cui non si capisce cosa egli effettivamente voglia dire quando scrive che bisogna “rilanciare il finanziamento pubblico” e nello stesso tempo “attuare un riordino legislativo della sanità integrativa” ma ancora più significativamente “ridisegnare il perimetro dei LEA secondo evidenze scientifiche e princìpi di costo-efficacia”.

Se io fossi il nuovo governo quello che scrive Cartabellotta lo interpreterei così: toglierei le incentivazioni fiscali alla mutualità e quei soldi li metterei subito sul servizio nazionale. Ricordo che durante la discussione sulla legge di bilancio 2018 i medici chiedevano 600 milioni per rinnovare i contratti fermi ormai da tanti anni. Sarebbe bastato una semplice partita di giro per rinnovarli perché i medici chiedevano poco meno di quello che ci costano gli incentivi fiscali decisi a favore della reddittività di impresa. Ma nessuno si è fatto avanti e tutto è il caso di dirlo è andato in fumo.

Poi chiarirei una volta per tutte che le mutue integrative non sono e non possono essere sostitutive quindi metterei fine alla grande menzogna su cui Gimbe tace che usa le mutue come sistema parallelo per fornire tutte le prestazioni previste dai Lea. Vedere “meta salute” dei metalmeccanici.
 
E da ultimo farei la mia “quarta riforma” per mettere il sistema universalistico in condizioni di effettiva sostenibilità quindi per mettere davvero l’art 32 in sicurezza, dal momento che non credo che dopo tutte le mance che sono state date in campagna elettorale e le manovre fiscali che girano considerando l’indomabile natura incrementale della spesa sanitaria, per chiunque sarà facile rifinanziare la sanità. Non basta la buona volontà.

Io credo che per chiunque andrà al governo la spesa sanitaria crescerà e creerà problemi al resto della spesa pubblica e al bilancio pubblico per cui non mi illudo che essa, da programma elettorale, possa essere automaticamente rifinanziata. Anzi sarò pessimista ma mi aspetto, se va bene, una invarianza nel de-finanziamento e se va male addirittura una riduzione.
 
Di questi tempi l’unica strada che vedo per rifinanziare davvero la sanità e mettere in sicurezza l’universalismo, è riformare il sistema pubblico mantenendolo pubblico ma facendolo costare di meno. Ma riformare non è uno scherzo. Ci vuole un pensiero riformatore che né Gimbe e né altri mostrano di avere. E poi una libertà e una autonomia dagli interessi consolidati che solo poche forze politiche mostrano di avere.

Ma a parte questo dell’articolo di Cartabellotta mi ha colpito la tesi che condivido e che afferma che “nessuna forza politica mette la sanità al centro della sua agenda” il che non vuol dire che le forze politiche non parlano della sanità ma che tutti parlano della sanità come una questione normale, per nulla drammatica al massimo riducibile all’abolizione di qualcosa o alla promessa di qualcosa di altro.
La Lorenzin come se si fosse svegliata da un lungo letargo non fa altro che promettere e promettere. Ma è normale che in campagna elettorale gli impotenti diventino onnipotenti.

Mi sono chiesto perché la sanità, come dice giustamente Cartabellotta, non è al centro? E la mia risposta è semplice: perché qualcuno ha mentito sul suo stato effettivo. Non ha detto come stanno effettivamente le cose.
Se avessimo detto la verità su come stanno le cose forse la sanità avrebbe conquistato la centralità agognata. Perché mai la politica dovrebbe negare una drammaticità? Che interesse ha?

Quali menzogne o cose non dette? Ne voglio ricordare almeno 10 per limitarmi alle più importanti.
La prima riguarda il peggioramento delle cure, l’accesso alle tutele, la fruizione dei diritti, il peggioramento dello stato di salute, l’abbandono in cui versano alcuni soggetti sociali come gli anziani. Lasciamo perdere i numeri che spesso sono di fantasia, ma “non può non essere” che con tutte le leggi fatte a costo zero, con il definanziamento costante del FSN, con le restrizioni pesanti al personale e ai servizi, con i piani di rientro in alcune regioni, che la gente non stia peggio. La gente sta peggio, è meno curata e muore di più e chi lo nega mente sapendo di mentire.

La seconda è lo stato dei servizi pubblici che a causa soprattutto del taglio del personale, dei posti letto, e dei forti limiti finanziari imposti alle aziende, è mediamente peggiorato con punte gravi di compromissione in alcuni settori più deboli come la salute mentale, la salute della donna, l’assistenza territoriale, la prevenzione l’assistenza agli anziani.

La terza è la distruzione del concetto di territorio e di “servizio locale” causata da uno scriteriato accorpamento di aziende fatto per meri calcoli gestionali dalle Regioni che a parte liquidare del tutto il ruolo dell’azienda, hanno revocato la possibilità per milioni di cittadini di essere curati nel loro luogo di vita.

La quarta riguarda i Lea, parte dei quali sono teorici, perché non sono stati finanziati quindi l’assurdo paradosso per milioni di persone di pagare prestazioni alle quali avrebbero diritto.

La quinta riguarda le diseguaglianze interpretate come ordinaria amministrazione, ma caspita come si fa a parlare di semplice diseguaglianza quando vi sono regioni come la Campania che sono al disastro epidemiologico e come si fa a non dichiarare queste regioni “speciali” anziché obbligarle al dissanguamento con i piani di rientro?

La sesta è il mercato degli schiavi cioè milioni di cittadini che migrano in altre regioni per avere il diritto alla cura portandosi dietro oneri finanziari pesantissimi per le regioni di provenienza, senza dei quali le grandi regioni del nord andrebbero in disavanzo in poche ore.

La settima è la distruzione sistematiche delle professioni e della professionalità cioè del nostro capitale più prezioso. E’ di queste ore la notizia di un documento del ministero della salute sulla task shifting come se fossimo non in Italia ma in Africa. Stiamo distruggendo le nostre professioni riducendone i valori deontologici con il demansionamento, con la burocratizzazione, con il subordinarle a rigide procedure decisionali, con la flessibilità del loro impiego con lo snaturarne le deontologie quali prime garanzie per il cittadino.

L’ottava è il segreto di pulcinella in sanità si ruba, si truffa, si specula in tutti i modi. Non avremo numeri esatti sul fenomeno ma anche in questo caso “non può non essere”, se quello che ci dice tutti gli anni la Corte dei conti è vero, che non esista corruzione. La corruzione esiste a tutti i livelli e ogni tanto sotto l’espressione malasanità viene fuori qualcosa, ed ha le forme più varie. La corruzione è come l’evasione fiscale uccide la giustizia il diritto e fa pagare il conto ai più deboli.

La nona menzogna è quella che per risolvere il problema dell’out of pocket cioè la questione della spesa privata bisogna omeopaticamente privatizzare il sistema cioè dividere la società in chi ha più diritti e in chi ha meno diritti.

La decima menzogna la più grande la più sfacciata riguarda la sostenibilità. Sfido chiunque a dimostrarmi che il nostro sistema pubblico sia tout court insostenibile e che l’unico modo per renderlo sostenibile sia privatizzarlo. Ma quando mai? In questo sistema ci sono tante di quelle diseconomie arretratezze disorganizzazioni invarianze che basterebbe con una buona e coraggiosa riforma toglierne la metà per rifinanziarci per i prossimi 30 anni.

La grande menzogna è negare che l’unica ragione vera per la quale fare mutue e assicurazioni sia la speculazione finanziaria. Dietro al ritorno delle mutue sostitutive non integrative non ci sono ragioni di salute collettiva, ne ragioni di giustizia sociale, ne ragioni umanitarie per proteggere i deboli, son tutte balle, dietro all’uso strumentale del tema sostenibilità c’è solo la speculazione finanziaria. E basta.

Ripeto la sanità non è al centro dell’agenda della politica perché in tanti hanno mentito, non hanno detto tutto quello che si sarebbe dovuto dire. Al centro non c’è la sanità perché al centro c’è la menzogna sulla sanità. Questo è veramente ignobile, semplicemente.
 
Ivan Cavicchi 

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