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Mercoledì 21 FEBBRAIO 2018
Elezioni. Candidati a confronto. Le proposte per la sanità tra innovazione e una nuova governance. Assobiomedica presenta il manifesto per il rilancio

La sanità non ha trovato il giusto spazio nella competizione pre elettorale Assobiomedica, in vista delle prossime elezioni, ha quindi messo a confronto i candidati dei principali schieramenti politici. Dario Barillari(M5S), Giusy Gabriele (Leu), Marcello Crivellini (+Europa) e Giovanni Monchiero (Civici e Innovatori) hanno detto la loro nel corso del dibattito “Le sfide per la salute del Paese. 2018-2023: una road map per l’industria e la Sanità del futuro”

Rifinanziamento e rafforzamento della governance del Ssn, superamento dei silos di spesa, acquisti basati sul valore delle tecnologie mediche, introduzione precoce dell’innovazione e ammodernamento del parco tecnologico. E ancora, agevolazioni agli investimenti in ricerca e innovazione, valorizzazione della ricerca scientifica e della collaborazione tra industria e mondo scientifico.
 
Sono questi i punti principali del manifesto lanciato da Assobiomedica e presentato ieri, in vista delle elezioni del 4 marzo prossimo, ai candidati dei principali schieramenti politici che si sono confrontati nel corso del dibattito “Le sfide per la salute del Paese. 2018-2023: una road map per l’industria e la Sanità del futuro”, promosso dall’Associazione dei biomedicali e organizzato da Sics Sics - Società Italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria, che si è svolto a Roma all’Ara Pacis.
 
Un confronto vivace che ha messo in evidenza posizioni a volte concordanti a volte divergenti su come gestire la politica sanitaria che verrà. Differenti punti di vista sintetizzati in una mappa concettuale che ha disegnato, in tempo reale, i concetti espressi dai 4 candidati sul palco dell’Ara Pacis: Dario Barillari(M5S), Giusy Gabriele (Leu), Marcello Crivellini (+Europa) e Giovanni Monchiero (Civici e Innovatori) e in collegamento telefonico Andrea Mandelli (Forza Italia), hanno detto la loro nel corso del dibattito. Quattro differenti appartenenze politiche ma con un’idea comune: “La sanità è un tema scottante che i politici si guardano bene da inserire nelle loro agende. E rimane così la Cenerentola dei programmi attuati e di quelli futuri”.
 
A dare il “la” Massimiliano Boggetti, Presidente di Assobiomedica (fresca di nuovo codice deontologico) che ha snocciolato le richieste del comparto chiedendo un impegno forte da parte della politica: “Serve un piano industriale per la nostra filiera che permetta al Paese di essere competitivo e freni la fuoriuscita verso l’estero di competenze e innovazione, altrimenti si rischia di desertificare il comparto in Italia. Chiediamo pertanto alla politica di riconoscere il valore della sanità del nostro Paese e le opportunità che il settore della salute può offrire per la crescita economica e sociale, creando occupazione, sviluppo e innovazione. Dobbiamo mettere l’Italia in condizione di agganciare la rivoluzione della medicina oggi in atto – ha aggiunto – incentivando lo sviluppo di un ecosistema, che ha bisogno di slancio per partecipare da protagonista al progresso di una Sanità sempre più predittiva e personalizzata, frutto della ricerca e collaborazione tra industria e mondo medico-scientifico. Questo significherebbe – ha concluso Boggetti – nascita di nuove imprese, attrazione di capitali dall’estero per la ricerca e per lo sviluppo, ammodernamento del sistema sanitario, arrivo di ricercatori nel nostro Paese, aumento delle quote di export. Si tratta di una sfida possibile, ci auguriamo che il nuovo Governo la accolga e ne veda l’opportunità che c’è dietro, per il futuro del Paese e degli italiani”.
 
Posizioni a confronto.Dall’attenzione prestata dalla politica alla sanità ai grandi temi dell’innovazione, dalle centrali di acquisto alle criticità del sistema, sono stati questi i temi sui quali i candidati si sono confrontati
 
Per Dario Barillari (M5S) candidato dei Cinquestelle nel Lazio, bisogna cambiare il modello di governance, rimodellare il sistema su nuovi paradigmicome quelli della medicina delle 4P, Predittiva, Preventiva, Personalizzata e Partecipativa, guardare al settore in maniera più “moderna” ossia su modelli informatizzati che consentano la misurazione della qualità e dell’efficienza dei servizi e su percorsi diagnostici terapeutici digitalizzati in grado di creare appropriatezza. “Stiamo guardando alla sanità ancora con gli occhi del '900 e sull’attesa della malattia – ha detto –  dobbiamo invece cambiare paradigma e la predittività è un elemento essenziale. Bisogna modificare il modello di presa in carico dei pazienti e la sanità digitale è la chiave di svolta nel prossimo approccio al futuro. Robotica intelligenza artificiale sono la chiave per rispondere a nuove esigenze e se ne parla poco perché la politica non ha saputo entrare in questa ottica”.
 
Per Giusy Gabriele candidata alla Camera per Leu, Liberi e Uguali la parola d’ordine è “rifinanziare il Ssn, pena il collasso del sistema sanitario”, ma anche investire sul Sud italia. “I leader politici – ha spiegato – non parlano di sanità pubblica in quanto sono stati oggetto una campagna demagogica secondo la quale sembrava che il Ssn fosse solo inefficienza, un appesantimento per lo Stato. Se non si contrasta questa concezione il tema rimarrà sempre fuori dalle agende. Bisogna rifinanziare, riqualificare, considerare non solo i costi ma l’investimento sulla salute e anche sull’etica. Bisogna correre ai ripari perché gli operatori sono ‘vecchi’ e si va verso carenze disastrose. Così come sono necessari investimenti, soprattutto al Sud”.
 
A sparigliare le carte sugli investimenti Marcello Crivellini, esponente di + Europa, secondo il quale è inutile agire solo sulla leva di “maggiori investimenti, anche perché siamo al 9% del Pil, quindi nella media europea”. Meglio considerare il modo in cui gli investimenti vengono utilizzati. “La domanda è se a noi interessa la sanità o la salute – ha sostenuto – la sanità è uno strumento per ottenere salute, ma non è l’unico. Entrano in campo anche altri elementi come le politiche socio economiche. Quindi il paradigma più si spende più si sta meglio non è corretto. Prima di cercare investimenti maggiori preoccupiamoci di come si spendono i soldi e delle regole interne del sistema che va cambiato e non lasciato solo ai conflitti tra ministri e assessori. Per questo bisogna inserire il cittadino nel sistema”.
 
Giovanni Monchiero (Civici e Innovatori) ha ricordato come la sanità sia il settore che prima degli altri si è preparato per affrontare le sfide del futuro. È chiaro che bisogna lavorare sulla prevenzione, soprattutto il mondo del lavoro deve accettare sfide organizzative molto più complesse. Non credo quindi che il sistema possa essere considerato come fonte si spreco, anche se i ‘ladri’ non sono mancati”.
Mandelli in collegamento telefonico, ha posto l’accento sull’importante tema della sostenibilità dell’innovazione tecnologica.  Due temi strategici per capire come gestire una sanità sempre più a rischio e sostenere la cronicità. Mandelli ha quindi ricordato i punti principali del programma che Forza Italia sta portando avanti a partire da un nuovo sistema di detrazioni fiscali con effetto immediato. “Vogliamo abbattere le tasse alle famiglie e alle imprese – ha sottolineato –  e incentivare le assunzioni giovanili. Puntiamo alla burocratizzazione di uno Stato che è diventato prigioniero di se stesso”.

 
Centrali di acquisto, abolirle o non abolirle. Altro tema che ha evidenziato le differenti posizioni tra i candidati sono state le centrali d’acquisto e la loro utilità. “Sono da abolire” secondo Gabriele, che, forte anche della sua esperienza da manager del Ssn, ha sottolineato, come con la “centralizzazione non si risolva la corruzione”. E poi, ha aggiunto, “taglia fuori la piccola e media impresa che non accede riesce a partecipare alla centralizzazione degli acquisti. Miglioriamo il confronto tra le Aziende e le aziende sanitarie”.
Su posizione opposte Crivellini, secondo il quale “la centralizzazione degli acquisti rappresenta un bene”. “La centrale unica permette una diminuzione dei costi e i dati parlano di risparmi, quindi ha un senso. Avere riferimento centralizzato è un vantaggio ma attenti perché le gare partono dai direttori generali, e le regole di nomina potrebbero essere non etiche e trasparenti”.
 
Propone un modello nuovo Barillari “Stiamo spendendo in modo inappropriato – ha sottolineato – chiudendo le eccellenze e non investendo sulle risorse che abbiamo. Vogliamo partite dalle best practice nazionali e internazionali, pensiamo di centralizzare alcune funzioni su modelli di governance “azienda zero” come realizzato in Veneto. Vogliamo portare alcuni sevizi di contabilità, gestione e personale e acquisti dalle Asl a un livello superiore, un ente interaziendale che possa garantire la corretta ripartizione del reale fabbisogno”.
  La centralizzazione non aiuta il mercato, secondo Monchiero. “Un sistema fortemente centralizzato è un nemico del mercato. Non sarei favorevole a mantenere a lungo le centrali di acquisto a livello nazionale e a livello regionale devono essere meglio gestite privilegiando il rapporto qualità prezzo. Credo che, una rivisitazione serva anche se l’esperienza e stata utile”.
 

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