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Venerdì 09 MARZO 2018
Contratto dirigenza medica, veterinaria e sanitaria. L’appello dell’Intersindacale alla politica: “Un Governo c’è: ci dia subito risposte”

"L’Aran deve dare una risposta conclusiva su una vicenda che si trascina dal 2010. Il Governo è al suo posto ed attraverso il Mef deve permettere alla responsabilità datoriale delle regioni di ottemperare a sentenze esplicite sull’improcrastinabilità dei rinnovi, mettendo fine a politiche di tagli e penalizzazioni per la sanità pubblica ed i suoi professionisti", spiega in una nota l'Intersindacale. 

"Un governo c’è! Ed è chiamato a dare risposte sul rinnovo del Ccnl della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria mettendolo in condizioni di partire senza penalizzazioni per i professionisti che lo aspettano da 10 anni", così in una nota l'Intersindacale torna sul tema del rinnovo del contratto per la dirigenza medica, veterinaria e sanitaria.
 
"Nessuno può mettere in discussione il nostro diritto ad aumenti stipendiali di pari entità a quanto percentualmente riconosciuto al personale degli altri settori della dirigenza della Pubblica amministrazione ed ai medici convenzionati per i quali, proprio in queste settimane, si sono concluse positivamente le trattative per il rinnovo delle convenzioni - spiega in una nota -. Se l’Aran non avrà precise indicazioni in merito all’inserimento nel computo complessivo della massa salariale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del valore della indennità di esclusività di rapporto col Ssn, i nostri stipendi sarebbero rivalutati solo del 2,9% determinando una palese ed inaccettabile sperequazione tra professionisti che operano per lo stesso datore di lavoro. Alimentando quella frustrazione dei dipendenti pubblici e la frattura con le istituzioni che si è riversata nel voto del 4 marzo".
 
"L’Aran deve dare una risposta conclusiva su una vicenda che si trascina dal 2010 e che deve essere sanata per dare via libera al contratto di 140.000 dirigenti che attendono. Il Governo è al suo posto ed attraverso il Mef deve permettere alla responsabilità datoriale delle regioni di ottemperare a sentenze esplicite sull’improcrastinabilità dei rinnovi, mettendo fine a politiche di tagli e penalizzazioni per la sanità pubblica ed i suoi professionisti. Noi siamo pronti. Manca solo la volontà politica dell’Esecutivo cui spetta la responsabilità di evitare conflitti sociali nell’attuale clima di incertezza politica", conclude la nota. 

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