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Giovedì 15 MARZO 2018
Firenze. Il Meyer si tinge di lilla per la Giornata dedicata ai disturbi del comportamento alimentare

Dal 2016 la Neuropschiatria infantile dell’ospedale pediatrico fiorentino ha seguito 201 i pazienti in regime di ricovero e 350 in day hospital. I disturbi alimentari, inoltre, rappresentano circa il 30 % dei pazienti in carico al reparto e assorbono il 50% delle prestazioni a livello assistenziale.

L’Ospedale pediatrico Meyer, a Firenze, si illumina di lilla, il colore simbolo della “Giornata nazionale del fiocchetto lilla” che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi del comportamento alimentare (per esempio anoressia e bulimia) che colpiscono molti adolescenti ma anche i bambini.

Oggi, 15 marzo, il lilla sarà il colore che accoglierà quanti attraverseranno i corridoi e la hall serra dell’ospedale pediatrico fiorentino.

“I disturbi alimentari sono da alcuni anni oggetto di attenzione crescente da parte del mondo scientifico e della comunità degli operatori sanitari e sociali, in virtù della loro diffusione tra le fasce più giovani della popolazione e delle loro cause spesso complesse e dovute alla coesistenza di più fattori”, spiega l’équipe della Neuropschiatria infantile del Meyer che negli ultimi anni si è vista sempre più impegnata per fornire assistenza a ragazzi e bambini affetti da questi disturbi: dal 2016 sono stati 201 i pazienti in regime di ricovero e 350 quelli seguiti in day hospital. 

Un numero che ha un impatto per niente irrilevante sul reparto: i ragazzi che soffrono dei  disturbi della nutrizione e dell'alimentazione rappresentano infatti circa il 30 % dei pazienti in carico al reparto e assorbono il 50% delle prestazioni a livello assistenziale.

Intanto, si colgono i primi segnali di un’anticipazione della comparsa dei disturbi alimentari. “È vero. Negli ultimi anni, si è ridotta la loro età di esordio, riguardando sempre più in maniera consistente anche la popolazione infantile, con un onere crescente per i servizi sanitari nazionali. La più precoce età di insorgenza della patologia e l’aumento di disturbi vanno da un estremo all’altro, passando ad esempio in modo repentino da anoressia a bulimia nervosa, pongono la necessità di un’analisi attenta dei molteplici fattori coinvolti per promuovere risposte sempre più precoci nelle fasi iniziali di malattia e appropriatezza di cure nei diversi livelli di intervento”.
 

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