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Mercoledì 04 APRILE 2018
Il 5 e 6 aprile a Roma il congresso ‘live’ di chirurgia urologica. Oltre 15 mila specialisti connessi

Si apre la seconda edizione di SIU Live, congresso incentrato sull’esecuzione in diretta degli interventi di chirurgia robotica in ambito urologico. Collegati 30 centri di urologia italiani e altri 15 in Europa e Stati Uniti. Con 18 mila interventi nel 2017 l’Italia è ai vertici in Europa e nel mondo in questo campo.

In Italia nel 2017 sono stati 18 mila gli interventi di chirurgia robotica in ambito urologico, soprattutto per la cura di tumore di prostata e vescica. È in forza di questo numero, che rende l’Italia leader in Europa in questo campo, che la Società Italiana di Urologia ha dato il vita all’evento ‘SIU Live’.

Da domani, 5 aprile e per due giorni, saranno collegati tra loro 30 centri di urologia italiani che, insieme ad altri 15 di Europa e Stati Uniti, parteciperanno in diretta a un vero e proprio congresso ‘live’ di chirurgia urologica incentrato proprio sull’esecuzione in diretta degli interventi. A questi si attendono collegati da remoto oltre 15 mila accessi da parte di altri specialisti, sia dall’Europa che dal resto del mondo, Stati Uniti in testa.

La seconda edizione presenta molte novità rispetto alla prima: innanzitutto quest’anno gli interventi vengono eseguiti dai chirurghi nei loro ospedali di appartenenza, sia italiani che europei che statunitensi, con importanti vantaggi di qualità di sicurezza per il paziente, oltre che di garanzia per il chirurgo che potrà operare con il proprio staff. Inoltre, tutte le sedi sono collegate mediante fibra, a garanzia di immagini in alta definizione. In questo modo nella sala ‘base’ di Roma sarà possibile per i partecipanti approfondire i vari punti di interesse grazie all'opportunità di poter porre domande agli operatori in tempo reale. 
 
“L’urologia in generale e in particolare quella italiana – spiega il coordinatore e responsabile scientifico di SIU Live, Giuseppe Carrieri – resta leader nel campo della robotica. Ormai quasi tutti i centri principali, sua al Nord che al Sud, sono dotati della strumentazione tecnica necessaria, ma soprattutto sono collegabili con i centri che ancora non ne sono dotati. Dunque, sono già possibili interventi a distanza, senza cosi dover spostare chirurgo, staff e paziente da un ospedale all’altro. Perché deve essere chiaro che ogni passo avanti nella medicina e nella chirurgia deve essere a vantaggio esclusivo del paziente e della sua sicurezza”. 
 

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