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Giovedì 19 APRILE 2018
Servono strategie a lungo termine per salvare il sistema sanitario



Gentilissimo Direttore,
come Presidente Federspev (Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove) Le segnalo che abbiamo redatto un documento finale al  55°  congresso nazionale a Salerno dal 15 al 18 aprile che presentiamo a tutte le forze politiche e che attueremo tutte le azioni possibili per difendere i diritti degli operatori sanitari sia giovani che meno giovani in questo periodo così difficile.  

La Federspev raccoglie oltre 20 mila iscritti ed  è l'unica associazione sindacale che non si occupa solo di titolari di pensione, ma si fa carico istituzionalmente anche dei problemi delle loro vedove, che entrano a far parte in prima persona degli Organi Direttivi dell'Associazione stessa. Ne fanno parte medici, veterinari e farmacisti, vedove e superstiti; è apartitica senza scopo di lucro, diamo borse di studio ai giovani e premi agli over che si distinguono per capacità anche di approfondimento di temi con studi e libri.

Al nostro congresso il professor Filippo M. Boscia, presidente nazionale Associazione Medici Cattolici ha evidenziato che occorre più umanizzazione e meno aziendalizzazione in sanità. Noi ribadiamo che occorrono strategie a lungo termine per la salvaguardia del sistema sanitario nazionale a favore delle famiglie e la sanità non va mercificata.

Al nostro congresso a cui hanno partecipato oltre 300 iscritti e delegati di tutte le regioni italiane è emerso che la sanità italiana sta peggiorando ed è in crisi.

È urgente che si attivi una strategia a lungo termine che possa affrontare le sfide e tutti gli step di ammodernamento che l’innovazione tecnologica e le normative europee richiedono (es. Sanità 4.0 , le linee guida del programma europeo Sanità pubblica in vigore sino al 2020 e l’applicazione del nuovo regolamento europeo sulla privacy da applicarsi nel maggio 2018; una innovazione per le gare di appalto nella sanità pubblica vista la velocità di sviluppo di nuove tecnologie a favore della medicina e dei pazienti che necessitano parametri più efficienti e di trasparenza); un altro tema verte sulle proposte Federspev  per  tutelare  meglio la professionalità degli operatori medici, veterinari e farmacisti alla luce della crisi occupazionale, della necessità di una formazione continua validata  e della non omogenea gestione  italiana con le discrasie a livello regionale che ne inficiano l’efficienza e l’equità ed omogeneità di servizi;  un terzo punto, dibattuto al Forum delle associazioni nazionali di pensionati di cui sono presidente, è la volontà di dare rilievo alla verità sulle pensioni e creare un legame e un dialogo tra le generazioni per avere uno Stato più giusto e solidale). 

La Commissione europea per il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio dei Paesi membri ha indicato l’Italia, l’Ungheria e Cipro come i tre Stati  con ‘squilibri macro economici eccessivi’.
 
Il Commissario UE per gli affari economici il francese Pierre Moscovici ha esortato a non sottovalutare la ‘bassa crescita italiana che è sotto la media europea’. La sostenibilità dei conti pubblici nel lungo termine si starebbe ‘deteriorando’ a causa della spesa pensionistica. 

Noi come  Federspev e come Forum nazionale dei Pensionati, riuniti a Salerno, abbiamo ribadito che l’Istat deve trasmettere ad Eurostat i dati che dimostrano che la spesa pensionistica è in attivo in Italia. Inoltre è fondamentale separare l’assistenza dalla previdenza e tutelare chi, cittadini, come noi, ha versato i contributi reali tutta la vita e non deve essere penalizzato una volta in pensione.

Occorre ricordare che i pensionati italiani sono a tutt’oggi circa 16,1 milioni di cui 8,2 milioni assistiti parzialmente o totalmente dallo Stato.

Ribadiamo il fatto che ci si sta accanendo in modo errato e fuorviante contro quelle che vengono definite pensioni d’oro ma che d’oro non sono (duemila-tremila euro lorde al mese) e che sono frutto di anni di lavoro e quindi vanno rispettate, in quanto sono contributi di diritto dovuti e che vanno tutelati.

Per l’assistenza nel 2017 sono stati spesi in Italia oltre 107 mld, cifra destinata ad aumentare per il sopracitato reddito di inserimento.

La spesa previdenziale pura sul PIL nel 2017 è stata del 13.5% circa a fronte del 15.3% dei paesi europei. Mentre l’ISTAT aveva comunicato ad EUROSTAT che la spesa previdenziale era del 19% del PIL comprendendo anche l’assistenza. Si tratta di una vera e propria manipolazione dei dati nei confronti della quale abbiamo presentato numerosi esposti-denunce in tutte le sedi giurisdizionali possibili.
 
A Salerno abbiamo ricordato le disparità europee: una pensione di 20.000 € lordi annui (certamente non d’oro) versa in Italia 4.000 € di imposta, contro i 2.000 in Spagna, i mille euro in Gran Bretagna, e i 500  euro in Francia e i 39 euro in Germania;  inoltre i pensionati sono una risorsa, per questo non devono essere vessati ulteriormente, in quanto  rappresentano oggi il più importante ammortizzatore sociale italiano nei confronti di figli e nipoti disoccupati o sottoccupati, calcolato dal Censis in oltre 6 mld anno.

Michele Poerio
presidente Federspev (Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove) 

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