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Mercoledì 09 GIUGNO 2010
Ru486: Polverini, pronte linee guida per la Regione Lazio

Sono ormai pronte per la Regione Lazio le linee guida relative alla somministrazione della Ru486. A darne conferma è stata la stessa governatrice, oggi a Bruxelles per la riunione del Comitato delle Regioni.

L’ospedale Grassi di Ostia sarà il primo nosocomio dove verrà somministrata la pillola abortiva nel Lazio. La paziente è una donna romana allo stato iniziale della gravidanza. Polverini ha annunciato di aver “convocato per domani la giunta regionale, durante la quale saranno varate le linee guida per la somministrazione della Ru486 negli ospedali”. Il presidente della Regione ha spiegato che le linee guida garantiranno a pieno titolo l’applicazione della legge 194 e contemplano il ricovero obbligatorio di tre giorni in ospedale.
A sollecitare l’intervento della governatrice era stato in mattinata il presidente del gruppo dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri: “Siamo certi che il presidente della Regione Lazio si farà garante di verificare che la somministrazione della pillola abortiva avvenga nel rispetto della legge 194. Spetta infatti ai presidenti di Regione deliberare in merito”.  La Ru486, aveva ricordato l’esponente del Pdl, “può essere usata come strumento abortivo, ma, come prevede la legge è necessario il ricovero per tutto il tempo necessario, dalla prima assunzione fino all’espulsione del feto. Su questo non possono esserci equivoci. Urge che anche il Lazio approvi immediatamente le linee guida regionali per la somministrazione della pillola chimica”. “Bisogna evitare – ha ammonito – che in alcuni ospedali ci siano richieste e i medici, in assenza di direttive precise, possano agire in autonomia, magari evitando il ricovero”. “Il pericolo – ha concluso Gasparri – è un raggiro della legge che danneggerebbe non solo il medico stesso, ma soprattutto la sua paziente con serio rischio per la sua salute”.

Di parere contrario, invece, la consigliera regionale dell’Idv Giulia Rodano: “La pillola è un diritto, fa parte del prontuario nazionale e non serve quello regionale, per cui è un pieno dovere delle Asl utilizzarla”.
 
 



G.R.

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