quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 28 MAGGIO 2018
Tumori. Immunoterapia, gli uomini rispondono meglio delle donne

Dall'analisi di trial clinici pubblicati, un gruppo di ricercatori italiani ha evidenziato le differenze di genere nella risposta all'immunoterapia, dimostrando l'importanza di considerare il sesso nel rischio/beneficio della scelta del trattamento. Lo studio su Lancet Oncology

(Reuters Health) – A parità di indicazioni, gli uomini avrebbero una maggiore risposta, rispetto alle donne, all'immunoterapia, nel trattamento di diversi tipi di tumore. A suggerirlo è stata unareview condotta da un gruppo di ricercatori dell'European Institute of Oncology di Milano. Il team, coordinato da Fabio Conforti, ha pubblicato lo studio su Lancet Oncology.

Lo studio
Secondo gli autori, le donne generalmente hanno risposte immunitarie innate e adattative più forti degli uomini, ma rappresentano anche l'80% di tutti i pazienti con malattie autoimmuni sistemiche. Per lo studio, Conforti e colleghi hanno usato i dati raccolti in 13 studi randomizzati su inibitori di Pd-1, nivolumab e pembrolizumab, sei studi su inibitori Ctla-4, ipilimumab e tremelimumab, e uno con entrambe le classi di inibitori di checkpoint. I trattamenti sono stati usati per la terapia contro melanoma, carcinoma polmonare non a piccole cellule, carcinoma di testa e collo, carcinoma polmonare a piccole cellule, carcinoma delle cellule renali, tumori uroteliali, tumori gastrici e mesotelioma.

I risultati
Gli uomini avrebbero avuto un rischio di morte ridotto del 28% con l'immunoterapia, contro una riduzione del rischio del 14% tra le donne, rispetto ai controlli. E i risultati sarebbero stati simili nelle analisi fatte per tipologia di cancro, linea di trattamento e tipo di inibitore del checkpoint.
“Da questo studio si possono trarre die conclusioni - sottolineano gli autori – il primo è che il sesso dei pazienti deve essere preso in considerazione nella valutazione del rischio/beneficio della terapia”. Il secondo punto “è che i ricercatori che stanno progettando nuovi studi sull'immunoterapia dovrebbero focalizzarsi maggiormente sulle donne, per evitare di allargare i risultati ottenuti sulla popolazione maschile, a quella femminile”, hanno precisato Conforti e colleghi.

Mentre secondo Walter Malorni, del National Institute of Health's Center for Gender-Specific Medicine di Roma, la novità di questo studio è che “dimostra che anche nell'immunoterapia la disparità sessuale può essere rilevante”.

Fonte: Lancet Oncology

Will Boggs

(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)

© RIPRODUZIONE RISERVATA