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Venerdì 25 NOVEMBRE 2011
Epatite. Da medici e pazienti un Manifesto per intensificare la lotta

L’Italia ha il primato europeo di infezioni da virus C (oltre 1,5 mln di malati) e tra i tassi più elevati di mortalità per cirrosi epatica e tumore del fegato correlate. “Eppure si tratta ancora di un'epidemia silenziosa”, afferma Antonio Gasbarrini, presidente Fondazione per la Ricerca in Epatologia.

“Le nuove terapie per l’epatite C possono eliminare il virus in oltre il 70% dei pazienti. Per questo è cruciale l’innalzamento del livello di attenzione delle Istituzioni verso questa terribile epidemia silenziosa che tanti morti ha e sta determinando tra i nostri concittadini”. Ad affermarlo è stato Antonio Gasbarrini, presidente della Fondazione Italiana per la Ricerca in Epatologia (Fire Onlus), che ieri al Senato, insieme a Ivan Gardini, presidente EpaC Onlus (Associazione di pazienti con epatite) e alla presenza del Sen. Antonio Tomassini, presidente XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, ha presentato ACE, l’Alleanza contro l’Epatite, creata con il supporto scientifico di Aisf (Associazione Italiana Studio Fegato).

La prima iniziativa della nuova Alleanza è stata la realizzazione di un Manifesto per sensibilizzare opinione pubblica e Istituzioni sulla rilevanza e sulla necessità di attenzione sulle epatiti e malattie del fegato. Una necessità che ha subito trovato concorde il presidente Tomassini: “I dati epidemiologici italiani sulle epatiti e sulle conseguenti complicanze rendono necessari interventi mirati a sostegno degli ammalati” ha afferma Tomassini aggiungendo che “la XII Commissione Igiene e Sanità del Senato (e l’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione) considerano questa lotta un impegno che merita attenzione particolare da parte delle Istituzioni, come dimostrato nell’audizione di oggi. È quindi indispensabile attivarsi in varie direzioni, dalla prevenzione alla ricerca al supporto alle famiglie: la nascita di un sodalizio tra medici specialisti e pazienti epatopatici costituisce il miglior avvio auspicabile di un percorso al quale le Istituzioni plaudono con grande interesse”.

Nel quantificare l’impatto delle malattie epatiche sul Servizio sanitario nazionale appare evidente la rilevanza sia in termini numerici che in termini epidemiologici delle malattie del fegato. Globalmente le malattie di fegato incidono per il 5% dei rimborsi spettanti alle Regioni per l’attività ospedaliera per una remunerazione teorica superiore al miliardo di euro. Questo è quanto emerge dal ‘Libro Bianco Aisf 2011. Proposta per un piano nazionale per il controllo delle malattie epatiche’. “Questi numeri fanno capire quanto siano onerosi per il nostro SSN i ricoveri per malattie di fegato. – ha sottolineato Raffaele Bruno, presidente dell’Aisf – “La gestione dei pazienti epatologici è caratterizzata da un’ampia variabilità territoriale. Come dimostrato dalla ‘Analisi di variabilità delle prestazioni ospedaliere. Dati SDO 2008’, il tasso di ospedalizzazione per 100.000 abitanti varia da meno dello 0,5 del Piemonte al 3,2 della Campania con un’ulteriore disomogeneità nelle diverse aggregazioni territoriali. Queste differenze riflettono, oltre alla ovvia variabilità degli approcci clinici, l’esistenza di contesti organizzativi molto diversi.”

Ecco perché “diventa fondamentale aumentare la consapevolezza delle Istituzioni e dei cittadini sul problema delle infezioni virali da virus B e C nel nostro Paese”, ha spiega Antonio Gasbarrini, che è professore ordinario di Gastroenterologia all’Università Cattolica di Roma. “L’Italia – ha aggiunto - ha il primato europeo nell’infezione da virus C con oltre 1.5 milioni di persone infette e tra le più elevate mortalità europee per quanto riguarda cirrosi epatica e tumore del fegato da epatite C o B. Tali infezioni virali inoltre sono la causa di oltre il 70% dei trapianti di fegato e combatterle porterebbe ad un crollo dell’uso di organi per tale patologia. La nostra attenzione verso tali infezioni è ancor più fondamentale in questo periodo storico dove si possono rendere disponibili organi per altre indicazioni”.

Le possibilità di intervento, del resto, ci sono. “Le nuove terapie innovative per curare l’epatite C – ha affermato Ivan Gardini – aumenteranno i tassi di guarigione”. Tuttavia, ha aggiunto, “eleveranno sensibilmente il costo della terapia. Si parla di cifre importanti e, in presenza di mancanza di risorse, i medici potrebbero essere costretti verosimilmente a selezionare il paziente da curare. Far slittare e rimandare terapie, dal nostro punto di vista, può risultare in una lesione del diritto alla salute. In un tale scenario non si può neppure escludere che la scarsità di fondi possa costituire la base di costose e snervanti migrazioni dei pazienti in cerca del medico in grado di prescrivere la terapia. Una caccia al tesoro in piena regola che va evitata. Il desiderio dell’Associazione è che siano stanziate le risorse per curare tutti i pazienti eleggibili alle cure, creando una parità di accesso al trattamento, al netto della discrezionalità del medico, ovvero nel rispetto delle scelte mediche operate dal professionista. Per questa ragione – ha aggiunto Gardini -, insieme a Fire Onlus, abbiamo dato vita all’Alleanza contro l’Epatite, e a un Manifesto che, basandosi sulla risoluzione Oms 63.18, richiede per l’Italia un piano d’azione urgente per ridurre il peso sociale delle epatiti virali. Invitiamo tutti gli Italiani sensibili a questo problema a sottoscrivere il Manifesto Ace al sito www.alleanzacontroepatite.it”.  

Presente all’evento anche Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale CnAMC – Cittadinanzattiva, che ha ribadito come “i dati inerenti la diffusione delle infezioni virali da virus b e c, il loro impatto in termini di costi sul Servizio Sanitario Nazionale, nonché sullo stato di salute e sulla qualità di vita dei cittadini, rappresentano tutti elementi che rendono improcrastinabile, su questo tema, una risposta organica da parte delle istituzioni in termini di politiche sociali e sanitarie. Consideriamo necessario che sia riconosciuta a tali infezioni virali una specifica rilevanza in termini di programmazione socio-sanitaria ai diversi livelli: nazionali, regionali e locali. Evidenziamo come l’ultimo Piano Sanitario Nazionale 2011- 2013 non sembra rispondere adeguatamente a quest’esigenza. Questo, dal nostro punto di vista, il primo passo per garantire ai cittadini la presa in carico e l’accesso alle prestazioni, che deve essere tempestivo, uniforme su tutto il territorio nazionale e caratterizzato da un alto tasso di innovazione”.

Giorgio Barbarini, responsabile dell'Unità Semplice “Diagnosi e cura delle malattie infettive nei soggetti  tossicodipendenti” presso il Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali della Fondazione Irccs San Matteo di Pavia, e Componente del Comitato Scientifico Nazionale di FeDerSerD (Federazione dei SerD italiani), ha quindi annunciato la sottoscrizione del Manifesto a nome dell’intera FeDerSerd.

 

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