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Venerdì 29 GIUGNO 2018
Il futuro della farmacia oncologica è nel fare rete. Il punto al convegno Sifact

Due giorni di lavoro, a Padova, per guardare alle attuali e future sfide della Rete oncologica farmaceutica nazionale. Palozzo (Iov): “In pochi anni sono stati immessi in commercio farmaci i cui costi elevati non sempre hanno garantito innovatività ed importante efficacia. Noi farmacisti dobbiamo riuscire a riconoscere e gestire la vera innovazione per rendere sostenibile il Ssn. Un risultato che si ottiene solo facendo rete tra noi e altri professionisti”.

Si è concluso sabato 23 giugno il convegno di due giorni della rete oncologica farmaceutica nazionale organizzato da SIFaCT -Società Italiana di Farmacia Clinica e Terapia. Nelle quattro sessioni dell’evento formativo sono stati trattati i temi più recenti con relazioni realizzate da diverse figure professionali: farmacisti, immunologi, oncologi e metodologi clinici. I farmacisti in particolare hanno affrontato in modo originale e critico le più recenti acquisizioni farmacologiche, la gestione delle terapie orali e l’assistenza alla sperimentazione clinica.

Medicina di precisione, immunoncologia e nuove terapie geniche rappresentano le nuove frontiere relative ai trattamenti farmacologici in oncologia, un settore caratterizzato da continue innovazioni di sempre più complessa gestione da parte degli operatori sanitari. “L’aggiornamento deve essere costante per essere pronti a gestire l’innovazione” afferma Angelo Palozzo, direttore della farmacia ospedaliera dell’Istituto Oncologico Veneto IRCCS, “in pochi anni sono stati immessi in commercio farmaci i cui costi elevati non sempre hanno garantito innovatività ed importante efficacia. Noi farmacisti dobbiamo riuscire a riconoscere e gestire la vera innovazione per rendere sostenibile il SSN e questo risultato si ottiene solo facendo rete tra noi e altri professionisti. Questo evento sancisce il valore di una rete oncologica di operatori sanitari in grado di condividere idee e progetti a livello nazionale”.

A Padova circa 100 partecipanti hanno condiviso non solo i dati di efficacia e sicurezza delle nuove terapie oncologiche, ma anche e soprattutto le difficoltà nella gestione dei nuovi farmaci con un’attenzione particolare ai costi che in alcuni casi sono decisamente elevati.

“Il prezzo giusto non si misura in base ai costi di sviluppo del medicinale, il principale driver deve essere il valore del beneficio clinico” sostiene Andrea Messori, dirigente nell’unità di HTA nella regione toscana. Nella sua coinvolgente relazione congressuale, nella quale si sono richiamati elementi di farmacoeconomia e simulazioni di costi delle terapie, evidenzia che “solo partendo da una soglia di accettabilità di costo per anno di vita guadagnato, possiamo cominciare a ragionare sulla sostenibilità di qualsiasi nuova terapia oncologica”.

La ricerca corre veloce e la formazione degli operatori deve fare altrettanto. Arriveranno nei prossimi mesi anche le terapie geniche, trattamenti che inducono modificazioni genetiche delle cellule immunitarie del paziente. I farmacisti devono essere pronti a gestire cellule modificate e vettori virali, dalla manipolazione in laboratorio alla complessa logistica che tali prodotti sottendono.

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