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Lunedì 23 LUGLIO 2018
Lettera aperta di una ginecologa al ministro Grillo

Dopo anni di lavoro in Sanità, mi permetto di darle, quale matura operatrice del Servizio Sanitario Pubblico, che a volte ha avuto responsabilità di gestione, qualche consiglio, non richiesto, certo, ma che spero utile a una Collega più giovane. Tutto questo problema delle liste d’attesa deriva dallo spezzatino che è stato fatto dell’attività sanitaria. Le farò un esempio derivante dalla ginecologia, la mia Branca, ma sono sicura che Colleghe e Colleghi di altre branche potrebbero contribuire se lo volessero

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta che Elisabetta Canitano, ginecologa ASL RM3, e candidata di Potere al Popolo alla presidenza della Regione Lazio alle ultime regionali, ha scritto al ministro della Salute Giulia Grillo.

Gentile Collega Dott.ssa Giulia Grillo, Ministra della Salute,
dopo anni di lavoro in Sanità, mi permetto di darle, quale matura operatrice del Servizio Sanitario Pubblico, che a volte ha avuto responsabilità di gestione, qualche consiglio, non richiesto, certo, ma che spero utile a una Collega più giovane.
Tutto questo problema delle liste d’attesa deriva dallo spezzatino che è stato fatto dell’attività sanitaria. Le farò un esempio derivante dalla ginecologia, la mia Branca, ma sono sicura che Colleghe e Colleghi di altre branche potrebbero contribuire se lo volessero.

Prendiamo una donna che ha perdite ematiche anomale in menopausa per esempio. E’ in regola con il pap test di screening ma perde sangue all’improvviso... deve prendere un appuntamento con il suo medico di base, porta di entrata del Servizio Sanitario. Questo le farà una richiesta di visita ginecologica. Il ginecologo dell’Ambulatorio (facciamo finta che non ci sia attesa) le richiederà un’ecografia che la signora dovrà prenotare e poi dovrà prendere un altro appuntamento per farla vedere al ginecologo di cui sopra. La signora quindi dovrà forse fare un approfondimento interno isteroscopico da prenotare e poi riportare per la cura e una volta prescritta la terapia dovrà fare un controllo tramite altro appuntamento. Tutto questo dove capita ossia dove c’è disponibilità, perché il CUP dà l’appuntamento secondo i tempi e luoghi disponibili, mentre i servizi più gettonati hanno liste più lunghe perché non possono lavorare di più per il controllo della spesa! Lei capisce che tutto ciò può essere solo il frutto di una mente che di TUTELA della SALUTE capisce molto poco : non si può curare nessuno in questo modo.

Come si ovvia a tutto questo? Con ambulatori dedicati al cui interno è possibile fare tutto, con medici altamente specializzati in diagnostica e terapia su quell’argomento che prenotano e/o eseguono gli accertamenti, curano, controllano, valutano, parlano con i Colleghi che eseguono gli accertamenti e che conoscono bene, qualora non siano loro a farli, (e nessuno, gentile Ministra, sa fare perfettamente una colposcopia, ma anche un’isteroscopia, ma anche un’ecografia. La medicina attuale cammina troppo in fretta ed è troppo piena di innovazioni tecniche e cliniche perché sia possibile).

In ginecologia nell’ordine sono necessari (sempre prendendola come esempio):
• Ambulatori di primo e secondo livello per il tumore del collo dell’utero proporzionati alla popolazione femminile che in effetti dovrebbero già esistere dappertutto sotto l’ombrello dello screening;
• Ambulatori per il sanguinamento anomalo e per le mestruazioni abbondanti;
• Ambulatori per il dolore pelvico (e qui si fa diagnosi di endometriosi e adenomiosi);
• Ambulatori di basso tratto genitale e malattie sessualmente trasmesse.

Questo tipo di raggruppamento per problemi consente l’abbattimento vero dell’attesa, garantisce l’appropriatezza della diagnosi e della cura e permette all’attività sanitaria di recuperare qualità e sapienza.

Inoltre se gestito dall’assistenza pubblica che non abbia come primo obiettivo il risparmio, è privo di conflitto di interessi, quindi permette ai medici di fare quello che serve quando serve, in regime ambulatoriale o di ricovero per quello che è veramente necessario senza truccare i DRG.

Un servizio dedicato e gestito da medici che si aggiornano su quell’argomento, fanno ricerca, è in grado di offrire il meglio su quell’argomento. E’ in grado di far uscire pubblicazioni che facciano Scuola fra i medici. Lo sa, solo per fare un esempio, che le gestanti italiane prendono più antibiotici di qualsiasi altra gestante del mondo, perché è invalso l’uso di fare i tamponi vaginali senza motivo in gravidanze fisiologiche, fuori da qualsiasi linea guida internazionale (medicina difensiva) somministrando farmaci per batteri normalmente abitanti in vagina?

Ahimè però gli ambulatori raggruppati per percorso non soddisfano gli speculatori che invece si nutrono dello spezzettamento pagando quattro lire medici che senza un vero lavoro si vedono costretti a fare milioni di esami privi di capo e coda un tanto al chilo, fuori da qualunque percorso che dia loro un senso.

Dietro a questa parcellizzazione si appostano le grandi multinazionali degli esami pronte a divorare tutto. In Irlanda la lettura dei pap test è stata appaltata a una multinazionale americana che faceva molto probabilmente la lettura meccanizzata e sono morte delle donne di cancro perché la lettura meccanizzata abbatte i costi ma è meno precisa di un operatore umano. In Italia alcuni convenzionati del Lazio già mandano alla meccanizzata in Lombardia... a quando le prime donne morte anche da noi?

Percorsi analoghi raggruppati per patologia sono i PDTA (percorsi diagnostico-terapeutici assistiti), per il DIABETE, per la BCO, per la TAO, ma che purtroppo spesso non sono decollati come avrebbero dovuto, per scarsità di investimenti, per inadeguata informazione dei pazienti, per eccessiva burocratizzazione.

Cara Collega dia fiducia ai medici, ci svincoli dagli obblighi di bilancio, dalla subalternità al RECUP e alle sue prestazioni codificate, ci dia un segno di stima, la possibilità di lavorare per il bene dei nostri pazienti e dei cittadini tutti. Ci chieda di fare medicina, cultura medica, ricerca, attività clinica. Resista a questa marea montante che ci impedisce di lavorare, ci tarpa le ali, e apre invece tutte le porte a privati che hanno come unico scopo il guadagno (180 euro, un bel check up e passa la paura) e sfruttano i nostri Colleghi costretti dal bisogno a rispettare logiche mercantili.

Lo sa che noi medici del pubblico meno lavoriamo e più la Asl è contenta perché pareggia il bilancio? Lo sa che non compriamo per non spendere, e non possiamo innovare?

Ci ascolti, non badi più di tanto a questa storia dell’abbattimento delle liste d’attesa, e dell’intramoenia, e perché non ci date più esami, e perché non ce li fate subito, e via e via e via. Questa è una vera tragedia, che porterà solo guadagni ai convenzionati e alle multinazionali della medicina (lo sa che c’è una multinazionale austriaca che sta comprando tutti i nostri laboratori di analisi?)

Chiami le nostre società scientifiche, ci chieda di organizzare dei percorsi, ci restituisca la nostra dignità professionale.

Siamo qui per lavorare. Grazie dell’attenzione e cordiali saluti di buon lavoro

Elisabetta Canitano
Ginecologa ASL RM3


P.S. Due richieste pratiche:

• potrebbe per favore rendere rimborsabili dal SSN le due pillole che la Ministra precedente ha abolito, insieme al Presidente dell’AIFA, costringendo tutte le donne a comprare di tasca propria la contraccezione ormonale?

• Potrebbe inserire la pillola del giorno dopo fra i farmaci urgenti da tenere obbligatoriamente in farmacia?
 

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