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Lunedì 03 SETTEMBRE 2018
Milano. Casa di Cura San Camillo, Fials denuncia: “Utilizzo abnorme di infermieri in attività di Tecnico Sanitario Laboratorio Biomedico”

Il sindacato ha formalizzato alla Direzione aziendale, tramite i suoi avvocati, la richiesta di un incontro urgente. “Nonostante le diffide già formulate, prosegue l’affidamento agli infermieri di attività riconducibili alla professione di Tslb, con gestione diretta di procedure analitiche e di apparecchiature di laboratorio che esulano dalle competenze, dalla formazione, dalle responsabilità tipiche dell’infermiere, sprovvisto del necessario titolo abilitante”. Un altro caso già denunciato al Niguarda.

La Fials, Segreteria Territoriale di Milano, denuncia, attraverso i suoi legali, “l’utilizzo sistematico ed abnorme, da parte della Casa di Cura San Camillo, di personale infermieristico in attività riconducibili alla professione di Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico con gestione diretta di procedure analitiche e di apparecchiature di laboratorio che esulano dalle competenze, dalla formazione, dalle responsabilità tipiche dell’infermiere, sprovvisto del necessario titolo abilitante di TSLB. Tale utilizzo prosegue nonostante le diffide già formulate dalla o.s. FIALS alla parte datoriale in nome e per conto del personale iscritto, dopo aver consultato in merito i relativi Ordini professionali interessati”, spiegano i legali in una lettera/diffida inviata alla Direzione Aziendale e, per conoscenza, alla Regione, alla Commissione Salute e all’Opi Milano, Lodi, Monza e Brianza.
 
I legali del sindacato chiedono, dunque, alla Direzione Aziendale
“un incontro urgente sulla questione specifica, di primario impatto sul triplice piano della corretta gestione del contratto di lavoro, della salvaguardia della Salute e Sicurezza del personale coinvolto, delle possibili implicazioni di carattere penale connesse all’anomalo esercizio di una professione sine titulo specie nei riguardi di soggetti terzi”.  

E “in attesa di tempestivo riscontro e si preannunzia”, annunciano che “in mancanza, il ricorso ai rimedi specifici di autotutela e di tutela tipica apprestati dall’Ordinamento in situazioni di abnorme utilizzo dei lavoratori in attività e mansioni estranee al profilo professionale di appartenenza, peraltro, nello specifico, senza la necessaria formazione ed abilitazione professionale legalmente imposta”.

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