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Giovedì 13 SETTEMBRE 2018
Contratto medici. È l’ora di mostrare serietà e coerenza



Gentile direttore,
c’è poco da rimare, infatti. Le elezioni politiche sono passate da un pezzo, il governo che ne è scaturito si è formato ed è nel pieno delle proprie funzioni. Ci aspettiamo quindi esaurienti risposte alle ns. richieste, dato che esse non possono esser definite intempestive (aspettiamo da quasi dieci anni uno straccio di rinnovo contrattuale), né tanto meno esose, visto che non potremmo comprendere un rinnovo contrattuale che vada al di sotto di quanto già garantito ai dipendenti del comparto della Sanità.

Sia chiaro: nessuna fuga in avanti, nessun tentennamento strategico… Siamo da molti mesi in trattativa per chiedere… no, per pretendere che l’aumento del 3,48% già sottoscritto e corrisposto agli altri dipendenti del Ssn, sia accordato come base di riferimento anche per la dirigenza della stessa area.
E non ci sembra davvero moralmente degno pretendere di “strappare degli sconti” da parte delle ns. controparti, ne’ di poter cedere a baratti sull’orario o sulla normativa, a scendere a compromessi che non siano quelli che approviamo, non nella smania di chiudere un contratto, ma nella sincera ricerca delle migliori condizioni per i dirigenti e per il Paese.

In una parola: per la dignità del Ssn e dell’Italia che lo deve assicurare.

I medici e gli altri dirigenti della sanità italiana sono esattamente quelli che “ci mettono la faccia” ogni giorno, quando dovrebbero impegnare soltanto le proprie capacità professionali. Invece non si contano più le aggressioni - sia verbali, sia fisiche – per carenze che non sono imputabili a loro. In poche parole: la politica è assente e gli unici presenti pagano per tutti. Due volte. Perché, oltre alle aggressioni, devono anche fare i conti (letteralmente) per tutti i posti-letto che mancano, per il personale insufficiente, per i ritardi e l’esiguità delle forniture…

E a tutto questo non possono neppure pensare, mentre garantiscono la presenza con turni massacranti, mentre salvano vite. Mentre restituiscono dignità alle persone non possono pensare alla propria che viene messa in pericolo da politici sordi e miopi.

Ed è meglio che non ci pensino, tutto sommato, perché a qualcuno potrebbe venire la folle idea di togliersi il camice e dimettersi dall’incarico. Già…perché lo sciopero è contingentato, i servizi devono essere garantiti… Ma nessuno può impedire ad un medico stanco, sfiduciato, avvilito, di cercare altrove una dimensione, più consona alla propria preparazione. Come già sta succedendo in molte Regioni.

E allora si prospetterebbe uno scenario ben difficile, con i governatori a presidiare qualche pronto soccorso, con i consiglieri regionali a scriver prescrizioni (”…ricordatevi sempre che dovete far spendere meno !”), con i politici tutti ad improvvisarsi chirurghi… Beh, magari per quello pensano di esser preparati, dato che son sempre lì a tagliare…

Basta, signori. E’ l’ora di mostrare serietà e coerenza. Di voler bene al Paese.

Queste sono le doti che noi metteremo sul tavolo. Convocateci e chiudiamo questa tornata contrattuale con quel che ci spetta. Anzi: con quel che spetta ai cittadini.

Che meritano una sanità all’altezza. Non la vostra.
 
Biagio Papotto
Segretario Generale Cisl Medici

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