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Venerdì 28 SETTEMBRE 2018
Diabete. La Survey di Quotidiano Sanità e Sics. Governance del sistema: non più rinviabile la rete tra medici di medicina generale, specialisti e centri diabetologici

Per ottimizzare l’effettiva presa in carico integrata del paziente diabetico serve anche una rete informatizzata condivisa e una maggiore valorizzazione del ruolo del medico di famiglia. Camici bianchi pronti ad accogliere la possibilità che i Mmg possano prescrivere farmaci antidiabetici orali ‘innovativi’, ma servono interventi specifici perché sia resa operativa”. LA SURVEY

Implementazione o potenziamento della rete tra medici di medicina generale, specialisti e centri diabetologici. Gestione dei dati mediante una rete informatizzata condivisa e introduzione di specifici indicatori per il monitoraggio. E ancora, una maggiore valorizzazione del ruolo del medico di medicina generale.
Sono queste le leve sulle quali agire per realizzare o migliorare la governance del sistema di presa in carico integrata del paziente diabetico. 
 
È quanto emerge dalla Survey “La governance del diabete nelle regioni italiane” - lanciata da Quotidiano Sanità e dalla Società Italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria (Sics) con il contributo non condizionato di Msd Italia - alla quale hanno partecipato 1.550 tra medici di medicina generale e specialisti coinvolti nella gestione del paziente diabetico, distribuiti sull’intero territorio nazionale.
 
Un’indagine voluta per comprendere quale fosse la percezione dei camici bianchi su questi temi soprattutto alla luce di una possibile prossima apertura di Aifa verso la prescrivibilità di antidiabetici orali ‘innovativi’, e la conseguente redazione dei Piani terapeutici, da parte dei medici di famiglia. Una possibilità, la prima, fin ora limitata ai soli specialisti a differenza di quanto avviene nel resto di Europa dove, ad esempio i DPP4-i, antidiabetici orali sul mercato ormai da dieci anni e con un elevato profilo di sicurezza e tollerabilità rispetto ad alcuni farmaci tradizionali, possono essere prescritti liberamente dal Medico di medicina generale. Una prospettiva questa nel complesso ben accolta dai camici bianchi: i dati della Survey indicano che solo il 4% ritiene sia un “carico burocratico difficile da sostenere”.
 
Ma vediamo quali sono i risultati della Survey
Il tema ha toccato le corde dei medici di medicina generale: il 71% dei professionisti che ha risposto al sondaggio è infatti un medico di famiglia (in particolare del Centro Sud). In generale emerge una generale sensibilità verso il tema della presa in carico integrata del paziente con diabete che cresce con il livello di esperienza e maturità professionale: oltre il 75% dei medici che hanno risposto al sondaggio sono over 55 (il 56% sono medici di famiglia e il 19% specialisti).
 
Presa in carico integrata del paziente diabetico. Il 74% dei medici rispondenti alla survey giudica positivamente la presa in carico integrata del paziente diabetico nella propria Regione (il 10% la definisce ottima, il 38,9% discreta e il 26,3% sufficiente), invece il 24% la rispedisce al mittente (è insufficiente per il 19,19% e addirittura pessima per il 5,26%). Se i giudizi positivi si concentrano in particolare nelle aree del Nord Italia, principalmente nel Nord Est (circa il 51%) e nel Nord Ovest (circa il 42%), al contrario quelli negativi arrivano dalle aree del Centro Sud. Per quanto riguarda l’età, i 45enni sono più inclini a offrire valutazioni meno negative del sistema (nessun giudizio pessimo) mentre, specularmente, gli over 55 tendono verso giudizi meno indulgenti.
 
Ma quali sono, per Mmg e specialisti, gli aspetti di governance del sistema di presa in carico che possono essere migliorati? Quasi il 45% indica l’implementazione o il potenziamento della rete tra medici di medicina generale e specialisti/centri diabetologici; equamente distribuito è il giudizio orientato a chiedere la “gestione dei dati mediante una rete informatizzata condivisa e l’introduzione di specifici indicatori per il monitoraggio” (il 25,52%) ed una “maggiore valorizzazione del ruolo del medico di medicina generale nella gestione integrata del paziente diabetico” (il 23,37%). Solo il 6,28% propende verso il “pieno riconoscimento del Piano nazionale Diabete (Pnd) e del Piano nazionale cronicità (Pnc) da parte della Regione”.
 
A livello di macro aree si registrano differenze di “desiderata”: il Centro si discosta dall’andamento generale e propende per il Pieno riconoscimento del Pnd e del Pnc da parte della Regione; il Nord Est tende all’implementazione della gestione informatizzata dei dati, il Nord Ovest verso la maggiore valorizzazione del ruolo dei medici di medicina di famiglia e della rete di questi con gli specialisti, infine il Sud distribuisce piuttosto omogeneamente le proprie preferenze.
 
Come viene valutata la possibilità che i medici di medicina generale possano prescrivere farmaci antidiabetici orali ‘innovativi’?  Innanzitutto questa è una prospettiva nel complesso ben accolta: solo il 4% la qualifica come “carico burocratico difficile da sostenere” (giudizio questo maggiormente sostenuto dai medici di medicina generale). Secondo il 39% servono però “percorsi formativi ad hoc”, ne sono convinti soprattutto gli specialisti, e il 35,2% considera questa possibilità un “traguardo importante che valorizza il ruolo del Mmg e arricchisce il percorso di presa in carico del paziente diabetico”.
 
A livello di macro aree regionali, fatta eccezione del Nord Ovest dove per tre medici su dieci è un carico burocratico aggiuntivo, nel Nord Est, al Centro e nel Sud invece i medici hanno equamente distribuito le proprie valutazioni sulle opportunità loro descritte (anche se percentualmente il giudizio più critico di concentra nelle Regioni meridionali).
 
Redazione piani terapeutici. La Survey ha voluto poi indagare se, a giudizio dei medici, le Regioni di appartenenza siano pronte ad accogliere la possibilità che i Mmg intervengano nella redazione dei Piani terapeutici. In generale questa eventualità è valutata “Difficilmente perseguibile senza precisi accordi a livello regionale” dal 38% dei rispondenti; il 27% la considera difficilmente perseguibile senza una adeguata rete informatica che dialoghi con i sistemi utilizzati dai Mmg, il 21%, al contrario, la considera facilmente perseguibile. Infine il 17,42% valuta questa opportunità impossibile senza una piattaforma web based di facile accesso e gestione. 
 
In questo caso però Mmg e specialisti mostrano “preferenze” differenti: se per i primi la redazione dei piani terapeutici è difficilmente realizzabile senza precisi accordi a livello regionale (73,3%) e in ogni caso facilmente perseguibile con pochi accorgimenti organizzativi (72,25%), per i medici specialisti ‘conditio sine qua non’ per l’intervento dei medici di famiglia nei piani terapeutici sono la realizzazione di un’adeguata rete informatica che dialoghi con i sistemi utilizzati dai Mmg, e di una piattaforma web based di facile accesso e gestione.
 
Infine per circa 6 medici su 10 esiste nella propria Regione un approccio ragionato e condiviso che approfondisce il rapporto tra accesso all’innovazione e sostenibilità economica, ma con indicazioni molto differenti tra le macro aree del Paese. Nel Nord Ovest e nel Nord Est questo approccio è presente. Una visione non ancora implementata nel Sud del Paese.

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