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Venerdì 05 OTTOBRE 2018
Punti nascita. Tar respinge ricorso contro chiusura di Piario

Per i giudici il Punto nascita non dispone dei requisiti necessari e neanche la distanza e la difficoltà dei collegamenti stradali giustificano il proseguimento dell’attività, avendo la Regione attivato il trasporto Stam e Sten, sia su ruote che con elicottero. Gallera: “Il Tar ha riconosciuto che la Regione si è limitata ad applicare la normativa nazionale e che la nostra azione è stata dettata dalla necessità di garantire la sicurezza”. L’ORDINANZA

Il Tar di Brescia ha respinto il ricorso del Comune di Clusone per l'annullamento della deliberazione della Giunta regionale n°XI/267 del 28/6/2018, di approvazione del 'Documento tecnico per la riorganizzazione della rete di offerta per l'assistenza alle donne e ai neonati in Lombardia’, nella parte in cui dispone la cessazione dell’attività del punto nascita dell'ospedale Locatelli di Piario entro il 31 dicembre 2018.

I giudici, ricordando che he il Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn) si è già pronunciato negativamente nel 2016, evidenzia come il “punto nascita” di Piario non disponga di una guardia pediatrica attiva h 24, ma soltanto dalle 8 alle 20, e non è neppure sede di DEA (dipartimento di emergenza) di I livello per la gestione delle urgenze. Anche i dati riguardante le nascite sono al di sotto dei requisiti richiesti: “La decrescita delle nascite presso l’Ospedale di Piario è significativa, con una riduzione da 498 nel 2014 fino a 363 del 2017”.

Non giustificherebbe il proseguimento dell’attività neanche l’aspetto della maggiore distanza e alla difficoltà dei collegamenti stradali, perché “la Regione ha dato atto del servizio, adeguatamente garantito, del trasporto materno assistito (STAM) e del trasporto neonatale (STEN), sia su ruote che con elicottero”. E in conclusione “il gravame non appare assistito da fumus boni juris”.

Soddisfatto per l’esito del procedimento l’assessore al Welfare Giulio Gallera. “Il Tar - ha spiegato Gallera - con l'ordinanza di oggi, ha riconosciuto, da un lato, che Regione Lombardia con la sua deliberazione si è limitata ad applicare la normativa nazionale, dall'altro, che la nostra azione è stata dettata dalla necessità di garantire la sicurezza nei punti nascita”.

“Il Tar ha infatti specificato nell'ordinanza - ha aggiunto l'assessore - come l'assistenza sanitaria delle gestanti non si consegua con la presenza diffusa di punti nascita, ma attraverso uno standard più sicuro. In merito al limite minimo di 500 parti all'anno per punto nascita, ha rilevato come attendibile il principio per il quale la numerosità dei parti sia un fattore che garantisce l'appropriatezza e la qualità della cura, in quanto la pluralità degli interventi accresce la preparazione professionale degli operatori sanitari”.

“Nei prossimi giorni - ha concluso Gallera - convocherò i sindaci dell'ambito di Piario per illustrare la proposta di potenziamento del presidio ospedaliero elaborata congiuntamente con l'ASST Bergamo Est dopo un confronto puntuale con gli amministratori locali. Progetto di potenziamento che risponde alla volontà della Giunta di non ridurre né depotenziare il ruolo del presidio di Piario che sarà oggetto di delibera in Giunta nelle prossime settimane”.

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