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Mercoledì 17 OTTOBRE 2018
Manovra. La protesta dei medici sotto Montecitorio: “Più salute, meno condono. Nessuna risorsa per la sanità”. E insieme alle Regioni chiedono più risorse al Governo per il contratto

Tra slogan, cartelli e fischietti i dirigenti medici e sanitari sono scesi oggi in piazza davanti alla Camera dei Deputati per denunciare la crisi del settore, tra il mancato rinnovo del contratto e gli scarsi investimenti per la sanità previsti nella Legge di Bilancio. “La situazione è drammatica perché vengono elargite mance elettorali come il reddito di cittadinanza e si preferisce tagliare i servizi. Di Maio ha sempre detto che avrebbe aumentato il Fsn, ebbene è falso”. Nel pomeriggio l'incontro con le RegioniVIDEO

“Più salute, meno condono”, “Diritto alla salute per tutti i cittadini”, “La salute è di tutti e non si può toccare”, “Contratto, contratto, contratto”, “Assumere, assumere, assumere”.
 
Questi gli slogan urlati dai sindacati della Dirigenza medica e sanitaria durante il sit-in in Piazza Montecitorio per protestare contro Governo e Regioni. Il sit-in, ricordiamo è solo la prima tappa di una serie d’iniziative di protesta che vedono anche due giorni di sciopero per il 9 e 23 novembre per denunciare, oltre al mancato rinnovo del contratto, anche la scarsa attenzione alla sanità nella Legge di Bilancio. A quanto si apprende i sindacati, hanno incontrato delle delgazioni di Pd e Forza Italia e sono stati ricevuti dal presidente della Commissione Affari sociali Marialucia Lorefice mentre nel pomeriggio è previsto un incontro con le Regioni. Critiche anche a quest'ultime, colpevoli per i sindacati di non aver accantonato negli anni le risorse per il contratto.
 
Ma non solo slogan, molti anche i cartelli mostrati dai camici bianchi: “Un turno al giorno toglie il medico di torno....entro cinque anni corsie deserte». E ancora 'Sono un medico ospedaliero, in 10 anni mi hanno tagliato 36mila euro', oppure 'senza i medici rimangono solo i miracoli'.
 
“Il messaggio è che la legge di bilancio non ha i contenuti necessari per soddisfare le nostre richieste - evidenzia Carlo Palermo, segretario Anaao-Assomed - non è tanto la remunerazione del contratto ma si tratta soprattutto di difendere il Servizio sanitario nazionale, garantire un finanziamento adeguato. Il miliardo già previsto dal governo Gentiloni e confermato dall'attuale governo di per sé era insufficiente a garantire il diritto di accesso alle cure dei pazienti. È spregevole il fatto che qualcuno abbia messo in concorrenza su questo stesso paniere economico il diritto a un contratto dignitoso di chi quelle cure deve erogarle”.
 
“La questione che ci sta a cuore è il problema delle carenze di personale. Non siamo qui solo per il contratto - spiega Andrea Filippi, della Fp Cgil - ma mancano 20mila dopo il blocco del turnover e soprattutto mancano medici specialisti, mancano 3mila borse di studio di specializzazione. Il disagio lavorativo ormai è allo stremo e la cittadinanza non sopporta più i disagi e come vediamo sta peggiorando il fenomeno delle aggressioni. La situazione è drammatica perché vengono elargite mance elettorali come il reddito di cittadinanza e si preferisce tagliare i servizi. Di Maio ha sempre detto che avrebbe aumentato il Fsn, ebbene è falso”.
 
“Non bastano i proclami come quelli di oggi del Ministro Grillo. Non possiamo più tollerare questo scaricabarile nel quale si accusano sempre i predecessori. Chi oggi è al Governo deve intervenire, i medici e i veterinari hanno subito nel corso di questi ultimi anni una importante perdita del potere di acquisto, parliamo di circa 40.000 euro.  Oltre all’erogazione degli stessi aumenti contrattuali previsti per il restante pubblico impiego e alla necessità di risolvere definitivamente l’annosa questione del riconoscimento dell’indennità di esclusività di rapporto nella loro massa salariale, si deve porre fine al blocco del turnover  ricordando che mancano circa 20.000 medici, per non parlare della necessità di attivare le borse di studio di specializzazione – affermano il Segretario Generale della UIL FPL Michelangelo Librandi ed il Coordinatore Nazionale UIL FPL Medici Roberto Bonfili. “La nostra protesta continuerà sino a quando non avremo risposte certe, per questo confermiamo lo sciopero del 9 Novembre 2018”. concludono Librandi e Bonfili.

“Ci saranno due scioperi, come anestesisti ci sobbarcheremo l’intera giornata di sciopero del 23 novembre – ricorda il presidente dell’Aaroi-Emac, Alessandro Vergallo -. La nostra protesta si farà sentire perché saranno bloccate le sale operatorie e tutti gli interventi non urgenti in tutti gli ospedali. Servono investimenti, siamo arrivati al punto di rottura, il disagio dei medici è il disagio dei cittadini. Le risorse messe nella manovra sono insufficienti. Il Ministero della Salute ci ha mostrato sensibilità ma di fatto è un ministero che non ha potere decisionale perché prima deve passare dal Mef”.
 
“Il governo ha il dovere di dare una risposta rapida al mondo delle professioni sanitarie che sta vivendo uan fase di estremo disagio e difficoltà. Problemi noti da anni: turni massacranti, mancato godimento delle ferie, elevato rischio professionale per le gravi carenze organizzative negli ospedali. Il tutto con un incremento delle aggressioni nei pronto soccorso. Chiediamo al governo e al ministro di tutelare le professionalità, specialmente nell’ambito chirurgico e delle emergenze, sempre meno ambite dai medici a causa di queste enormi difficoltà. Ci dica il governo se preferisce affrontare tali questioni o lasciare che il Servizio Sanitario Nazionale pubblico collassi. Chiediamo anche una profonda riforma della formazione post-laurea con l’istituzione degli ospedali d’insegnamento”. Affermano il presidente Fesmed (Federazione Sindacale Medici Dirigenti) Giuseppe Ettore ed il presidente vicario Giovanni Sgroi.    
 
Presente anche la Fnomceo: “Oggi non è solo una protesta dei dirigenti medici, è una protesta della professione. Il mancato rinnovo di un contratto di lavoro da così tanto tempo è un mancato riconoscimento di quello che dovrebbe essere la dignità della professione medica”, spiega, Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, presente al presidio.
 

 
 
 
 

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