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Giovedì 25 OTTOBRE 2018
Nel Ssn perse 39.715 unità di personale in 15 anni. Un “taglio” del 5,8%. Nel Lazio calo ancora più forte: -10,2%. Il dossier della Fp Cgil Roma e Lazio

Lo studio, presentato al 6° Congresso regionale della Fp Cgil di Roma e Lazio in corso a Roma, ha esaminato anche l’affollamento generatosi nelle classi di età avanzate. Si stima che nel prossimo triennio 2019 2021, utilizzando la quota 100 con 62 anni di età, potrebbe andare in pensione il 34,1% dei dipendenti del Ssn in Italia e il 37.4% nel Lazio. LO STUDIO

La Funzione Pubblica Cgil di Roma e del Lazio ha realizzato uno studio sul numero dei dipendenti pubblici dei comparti Aran dal 2001 al 2016 e i risultati fanno emergenrere un allarme sui tagli già realizzati tra il personale del servizio sanitario nazionale e regionale, ma anche sul rischio pensionamento di massa nei prossimi anni con la quota 100. Lo studio è stato presentato oggi nell'ambito del 6° Congresso regionale della Fp Cgil di Roma e Lazio in corso a Roma e, in particolare, nel corso della tavola rotonda dal titolo "Innovare, assumere, formare - Il futuro del lavoro pubblico e dei servizi ai cittadini".
I dati sono stati elaborati sulla base di quelli rilevati dal Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato.I Comparti Aran sono: Ministeri, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Agenzie Fiscali, Enti Pubblici non economici, Regioni e Autonomie Locali, Servizio Sanitario.
 
Lo studio evidenzia una forte riduzione dei dipendenti in questi comparti nei 15 anni dal 2001 al 2016: in Italia si è passati da 1.612.924 unità del 2001 a 1.342.085 del 2016, con una riduzione 270.839 dipendenti, pari a -16,8%. Nel Lazio da 189.538 unità del 2001 a 155.053 del 2016, con una riduzione 34.485 dipendenti, pari a -18,2%.

In Italia, sono state rilevate riduzioni degli addetti, in tutti i Comparti:
- 45.660 unità nei Ministeri, -23,3%
- 748 unità nella Presidenza del Consiglio, -18,3%
- 4.001 unità nelle Agenzie Fiscali, -7,3%
- 22.255 unità negli Enti Pubblici, -34,4%
- 147.964 unità nelle Regioni e Autonomie Locali, -24,9%
- 39.715 unità nel Servizio sanitario, -5,8%

Nel Lazio, sono state rilevate riduzioni in % più gravi:
- nei Ministeri, -25,6% a fronte del -23,3% generale
- negli Enti Pubblici, -28,9% a fronte del -34,4% generale
- nella Sanità, -10,2%, a fronte del -5,8 % generale

La riduzione media annua nel triennio 2014 – 2016 è stata in Italia del 2%, nel Lazio è stata del 2,2%.
“La riduzione annua stimata dallo studio per il triennio 2016-2019 è superiore a quella rilevata nel triennio 2014-2016, per un effetto atteso dal rilascio dell’effetto di differimento dei pensionamenti, provocato dalla legge Fornero a partire dal 2011”, evidenzia il sindacato.

Lo studio ha quindi esaminato l’affollamento generatosi nelle classi di età avanzate rilevando in Italia, nel 2016, nella fascia di età aggregata, compresa fra 58 e 67 anni, oltre 500 mila dipendenti pari a circa il 39% del totale, quasi 1 dipendente su 4. Nella stessa fascia, nel Lazio, è stata stimata una presenza di oltre 65 mila dipendenti, circa il 43% del totale, più di 2 dipendenti su 5.

“Quindi – spiega il sindacato - con una traslazione di 3 anni di questa fascia si stima che, nel prossimo triennio 2019 2021, circa 500 mila dipendenti in Italia e 65 mila dipendenti nel Lazio saranno ultrasessantenni e molti di loro potrebbero accedere al pensionamento utilizzando la quota 100 con 62 anni di età”.

A destare allarme soprattutto alcuni dati percentuali di appartenenza a questa fascia “a rischio pensionamento”, in alcuni Comparti. Preoccupano “per la loro rilevanza o per il loro prevedibile impatto negativo sul livello delle prestazioni vitali, verso i cittadini, come nel caso dei Servizi sanitari, dei servizi di assistenza sociale e all’infanzia, di vigilanza urbana”. Nel Ssn si stima, ad esempio, un - 34,1% in Italia di personale per pensionamento, -37,4% nel Lazio.  

“A fronte di questi dati e di un atteso e indispensabile piano di assunzioni – sipega la Fp Cgil Roma e Lazio - , lo studio individua una criticità gestionale derivante da una prevedibile schisi generazionale che dovrà essere gestita nella conduzione delle amministrazioni pubbliche e dei servizi. Lo studio, infatti, evidenzia l’enorme divario fra la popolazione e l’incidenza percentuale sul totale dei dati del numero dei dipendenti rilevati, dal Conto nel 2016: nella fascia tra 25 e 39 anni, 130.673 unità, pari al 9,8% del totale; nella fascia tra 45 e 54 anni, 480.712 unità, pari al 35,9% del totale”.

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