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Mercoledì 07 NOVEMBRE 2018
Prescriveva illegalmente sostanze vietate a scopo dimagrante. Sospesa per 6 mesi una ginecologa toscana

Il Gip ha disposto il divieto di esercizio della professione per la ginecologa, operante nella provincia di Prato, che svolgeva attività di dietoterapia e di trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. È accusata di avere compilato migliaia di ricette illegali per sostanze vietate a scopo dimagranti, anche destinandoli falsamente alla cura di patologie per i quali erano stati approvati e intestandoli a pazienti ignari.

I Carabinieri del NAS di Firenze hanno notificato ad una dottoressa, operante nella provincia di Prato, una misura cautelare interdittiva del divieto di esercizio della professione medica per la durata di mesi sei, emessa dal GIP del Tribunale di Prato nell’ambito di attività investigativa finalizzata al contrasto dell’illegale prescrizione di preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti sostanze vietate. Ne dà notizia una nota dei Nas.

L’attività d’indagine, avviata dal NAS nel mese di gennaio 2018 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Prato - Sost. Proc. Dott. Egidio Celano, ha interessato l’attività del medico, specialista in ginecologia ed ostetricia, la quale pubblicizzava, tramite la rete internet, la propria attività di dietoterapia e di trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. “Lo sviluppo degli accertamenti presso varie farmacie, ubicate nelle province di Prato e Pistoia – spiegano i Nas -, consentivano di appurare che la dottoressa, nel periodo 2016/2018, aveva compilato, in favore di pazienti di sesso maschile e femminile che si erano a lei rivolti per perdere peso, migliaia di ricette contenenti prescrizioni di diverse tipologie di farmaci (preparazioni magistrali in capsule da allestire in farmacia), anche ad azione stupefacente e/o psicotropa, da assumere per via orale in associazione tra loro ed il cui utilizzo è vietato per scopi dimagranti”.

“Al fine di eludere i controlli - spiega ancora la nota dei Nas - la stessa professionista aveva falsamente prescritto i medicinali destinandoli alla cura di patologie per i quali erano stati approvati (trattamenti di disturbi depressivi, ansia, problemi tiroidei, intestandoli anche a persone diverse dal paziente, compresi ignari familiari e, in alcuni casi, a se stessa”.

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