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Venerdì 16 NOVEMBRE 2018
Deroga Albi professionali. Fitelab: “Disattese le nostre proposte di riapertura del bando di equivalenza”

"Riteniamo che tutti i Tslb che lavorano nelle strutture pubbliche e private con il titolo di studio non conforme possano adeguarlo e non debbano esercitare senza essere enucleati nell’Albo professionale. Lo scopo primario è la tutela del posto di lavoro ma non in secondo ordine lo sviluppo di identità collettive legate all’esercizio di una stessa 'professione' con obiettivi di condivisione e di utilizzo di competenze comuni nello svolgimento del lavoro", commenta il presidente Stanziale.

"La ragione di questa distanza dalla logica del Movimento Cinque Stelle, che prevede l’esenzione dall’iscrizione agli Albi per i professionisti senza titoli ma già in attività, viola il principio di autonomia professionale voluto fortemente agli albori degli anni 2000 con la riforma del profilo professionale dei professionisti sanitari". Così Saverio Stanziale, presidente della Federazione italiana tecnici di laboratorio biomedico, ha commentato l'emendamento del M5S alla legge di Bilancio che deroga all'obbligo di iscrizione all'Albo professionale per i professionisti sanitari non in regola con i titoli ma che al momento dell’entrata in vigore della Legge Lorenzin erano già in attività.

"Perno di tale riflessione è il principio su cui Fitelab ha sempre fondato i suoi principi: una ridefinizione del ruolo e delle funzioni del Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico in un contesto 'organizzativo moderno' in cui la nostra professione non deve governare solo i processi che portano a un dato analitico ma anche l’innovazione tecnologica, la qualità, la sicurezza, i processi di formazione e in una visione più ampia sino al management. Nello scrivere queste considerazioni si è tenuto conto della normativa vigente (L.43/2006) che in merito alle professioni sanitarie, specifica l’individuazione delle professioni in ambito sanitario. A tal proposito Fitelab ritiene di avviare alcuni provvedimenti mirati sui temi più critici, approcciando da un punto di vista normativo, espugnando dal quadro gli interessi soggettivi, i poteri e le facoltà che devono essere effettivamente riconosciute", prosegue Stanziale.

"In sintesi, riteniamo che tutti i Tslb che lavorano nelle strutture pubbliche e private con il titolo di studio non conforme possano adeguarlo e non debbano esercitare senza essere enucleati nell’ Albo professionale. Lo scopo primario è la tutela del posto di lavoro ma non in secondo ordine lo sviluppo di identità collettive legate all’esercizio di una stessa 'professione' con obiettivi di condivisione e di utilizzo di competenze comuni nello svolgimento del lavoro: linguaggio, conoscenze, codici deontologici, modelli organizzativi, prospettive di lavoro e forme di pensiero, relativi al ruolo ricoperto. Era necessario prima che la L. 3/2018 istituisse l’Ordine dei Tsrm– Psrtp una riapertura dei bandi di equivalenza e successivamente una riforma sanitaria secondo le nuove logiche di sistema. Pensiamo che non giovi dividere il team degli operatori sulle competenze ma si debba ricapitalizzare il lavoro in Sanità secondo economie di scala e attraverso le trasformazioni dovute dalle nuove riorganizzazioni", conclude il presidente Fitelab.

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