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Martedì 10 GENNAIO 2012
Liberalizzazioni. Politica e farmacisti a confronto. In attesa del nuovo decreto

"Il 20 gennaio è alle porte, sbrigatevi a incontrare il Governo". Ha il tono dell'appello dell'ultima ora l'invito di Mariapia Garavaglia ai farmacisti riuniti a Roma dalla Federfarma Lazio, in quella che a tutti gli effetti è stata una sorta di "prova generale" del clima politico attorno al decreto bis di Monti.

I farmacisti non sono una lobby e al Governo che sta varando un pacchetto di liberalizzazioni in diverse materie, su indicazione dell’Antitrust, l’hanno voluto ribadire con forza questa mattina nel corso di un convegno organizzato da Federfarma Lazio al Senato dal titolo “La farmacia tra regole e mercato: quale futuro?”.
 
Incontro al quale ha partecipato la Fofi con il suo presidente, Andrea Mandelli ed esponenti dei partiti che sostengono l'Esecutivo ovvero il Pd, con la senatrice Garavaglia  e l’onorevole Grassi, Fli con la farmacista Chiara Moroni e il Pdl che ha schierato una delegazione “importante”: il coordinatore La Russa che però ha fatto solo atto di presenza; il capogruppo al Senato Gasparri, autore di un ddl apprezzato dai farmacisti; il senatore d'Ambrosio Lettieri, protagonista della raccolta delle firme in Parlamento che ha portato al cambiamento dell'art.32 del decreto Monti,  e il senatore Cursi che insieme a Franco Caprino, presidente di Ferfarma Lazio, ha ideato l’incontro.
 
I farmacisti devono chiedere un incontro con l’esecutivo e in particolare con Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del consiglio e già presidente dell’Antitrust. Questo il consiglio venuto dalla politica, in questo momento particolare e prima che venga varato il piano di liberalizzazioni “perchè poi sarebbe troppo tardi – ha detto la senatrice Maria Pia Garavaglia – dato che questo governo è qui per fare le cose e non torna indietro, ma può essere aiutato a farle”. Un incontro per aprire un tavolo di lavoro in modo da dar vita ad un percorso di riforma del ‘sistema farmacia’ che punti alla revisione della pianta organica rimodulando e unificando il numero di abitanti per farmacia e, soprattutto, alla semplificazione delle procedure concorsuali, in modo da consentire in pochi mesi l’apertura di nuove farmacie.
 
“Se l’obiettivo del governo non è quello di liberalizzare un bene commerciale qualunque ma di riformare un sistema che necessita di alcuni aggiustamenti, come ha sostenuto di recente il ministro della Salute Balduzzi, noi siamo pronti a collaborare e a fare la nostra parte”. Queste le parole di Franco Caprino, che ha ricordato come nel nostro Paese il numero delle farmacie per abitanti è comunque nella media europea. Se questo processo di riforma “seguirà il buon senso noi non ci metteremo di traverso” ha aggiunto Caprino, evidenziando però che deve essere chiaro che noi rimaniamo assolutamente contrari ad ogni tentativo di smembrare quel sistema farmacia che è considerato il migliore al mondo e che ottiene il gradimento di tutta la popolazione italiana”. Caprino ha infine ribadito come “sia una reale follia liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C con ricetta, una norma che non a caso non è presente in nessun paese Ue e neanche negli Usa”.
 
“Siamo convinti – sono state le parole di Andrea Mandelli, presidente della Fofi – che il farmaco sia un prodotto particolare, un bene democratico, fruibile da tutti i cittadini. Delicato al punto che non può essere trattato come un bene di consumo qualsiasi che ha bisogno di essere spinto per essere venduto. Spesso infatti, dalle farmacie si esce senza un prodotto ma con un consiglio”. Poi Mandelli ha posto l’accento sul capitolo liberalizzazioni che dovrebbe rilanciare l’economia italiana “non è che il Pil – ha detto il presidente Fofi – aumenta semplicemente spostando un contenuto (il farmaco) da un contenitore (la farmacia) ad un altro (la grande distribuzione), al massimo ci sarà una redistribuzione”.
La Fofi, ha ribadito Mandelli “si oppone alle liberalizzazioni perchè queste non sono liberalizzazioni. Questo è solo dare maggiori poteri a quei poteri che sono già forti. La farmacia invece è piccola, ma è forte dei suoi 800 anni di attività riconosciuta da tutti i cittadini”.
Sull’idea di confronto con il governo Mandelli ha detto “noi non ci siamo mai sottratti al dialogo convinti che l’ammodernamento sia giusto. La riforma però deve porre al centro le peculiarità della professione”. Riforma in che direzione? Il presidente della Fofi ha spiegato che “il quorum della pianta organica non è un dogma” e per quanto attiene alla farmacia dei servizi “la stiamo spingendo”. Per quanto concerne invece la tutela delle farmacie minori per Mandelli questa “non si avrà semplicemente con un: liberi tutti” e infine sugli orari dei negozi “non ci sono preclusioni”. Quindi in conclusione l’Esecutivo, se vorrà, avrà di fronte una Fofi dialogante e disposta a mettersi in discussione nell’interesse del bene del cittadino. 
 
“Quel che accade nel dibattito sulle liberalizzazioni così come viene affrontato - presentando come provvidenziali quelle inutili, come irrinunciabili quelle finte e ignorando invece quelle davvero necessarie e davvero attese - produce convincimenti minati alla base da falsi presupposti e può alimentare gravi pressioni sociali non corrispondenti poi ad un effettivo beneficio per la comunità”. Così il senatore Pdl Luigi d’Ambrosio Lettieri, ,  “Tutto ciò”, chiosa d’Ambrosio Lettieri, “con l'aggravante che un parlamentare che possiede specifiche competenze nel settore e assume posizioni politiche con trasparenza e onestà intellettuale, viene ripetutamente additato come lobbista, mentre viene ignorato, per generosa distrazione, il prevaricante potere occulto che gode di premurose attenzioni parlamentari”. “Se parliamo di sistema bancario, di energia, di servizi pubblici locali, di municipalizzate, ebbene sono convinto che sia giusto parlare di liberalizzazioni ed intervenire subito e concretamente, sulla base di benefici evidenti”, continua il segretario della Commissione Sanità, “Se pensiamo di risolvere, invece, i gravi problemi dell'economia e l'altalena  dello spread, semplicemente ignorando il rischio di trasportare un medicinale dallo scaffale della farmacia al carrello della coop, o magari raddoppiando le licenze dei tassisti con il rischio di dimezzare l'efficienza del servizio, o ancora demolendo gli ordini pregiudicando l'autonomia dell'atto professionale, allora io penso che siamo fuori strada e che si stanno prendendo in giro gli italiani”.  “Ciò non significa che nel comparto farmaceutico non vada operata una seria riforma. Tutt’altro”, conclude d’Ambrosio Lettieri, “ma si tratta di una riforma che porti veri benefici ai cittadini, non una purchessia da regalare a veri potentati economici. Una riforma, di cui avevamo già cominciato a discutere, che ammoderni il sistema, non lo smantelli; che lo affranchi da vincoli e limiti non giustificati e che apra a vere prospettive occupazionali che coincidano con il potenziamento del servizio a beneficio della collettività, laddove la competizione professionale ed economica giovi  davvero alla salute e alla tasca dei cittadini”.

 
Secondo Chiara Moroni, deputata di Futuro e Libertà: “fa bene il Governo ad accelerare il piano sulle liberalizzazioni che sono un passaggio importante per la ripresa della nostra economia, ma è necessario che siano un vero volano di sviluppo del Paese, aprendo alla concorrenza quei settori economici bloccati o dominati da potentati e non diventino una bandiera da sventolare all’opinione pubblica”.
Se la manovra “salva Italia” è stata affrontata e approvata in gran fretta questa volta è “importante che il tema liberalizzazioni sia affrontato nel suo complesso, con attenzione, senza fretta, con un confronto aperto con le categorie interessate”. Perchè il rischio altrimenti, per la deputata del Terzo polo, “è che i cittadini si ritrovino con servizi più scadenti in settori delicati come quello della sanità”. Con orgoglio da farmacista, la Moroni, ha ricordato come “il sistema delle farmacie italiane è fra i migliori al mondo, gode di altissimi livelli di fiducia e di soddisfazione da parte dei cittadini, le farmacie italiane sopperiscono gratuitamente alle carenze del Ssn in merito all’assistenza territoriale e sono un punto di riferimento sanitario importante sul territorio”. La deputata ha infine posto l’accento sul sistema di distribuzione del farmaco che “va ripensato, nella direzione di avere sempre di più una farmacia dei servizi integrata nel Ssn, presidio di salute pubblica e punto di riferimento dei servizi di medicina territoriale. Spostare quote di fatturato dalle farmacie alle Coop non migliora i servizi, non abbasserà i prezzi dei farmaci che sono imposti dall’Aifa, non ha nulla a che vedere con le liberalizzazioni che servono al paese e che possono dare impulso allo sviluppo”.
 
Quello di Gero Grassi, deputato del partito democratico è stato un intervento-monito rivolto alla sala. “Il nostro stato è vecchio, pesante e chiuso in ogni settore e credo che arroccarsi sia la posizione più sbagliata. Le parafarmacie non le ho mai accettate, ma la farmacia ha finito per arroccarsi. L’ereditarietà della farmacia risale al periodo Crispi-Giolitti. I servizi devono avere al centro il bene del cittadino e non del titolare”. Però ha riconosciuto Grassi “le medicine devono essere vendute solo da chi ha una laurea in farmacia. Io amplierei le funzioni sanitarie della farmacia per alleggerire gli ospedali perchè le farmacie devono essere degli avamposti sanitari sul territorio e non un negozio”. Infine Grassi ha chiuso con un auspicio che le liberalizzazioni rappresentino “un passo in avanti e non una guerra tra Guelfi e Ghibellini”.
 
“La liberalizzazione non è spostare le supposte dalla farmacia alle Coop” con questa citazione del suo collega di partito Quagliarello, il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha strappato un sorriso e un applauso alla platea di farmacisti presenti in sala. “La nostra posizione – ha detto Gasparri – è chiara e difficile perchè siamo considerati un consorzio a tutela delle caste”. Il capogruppo del Pdl ha ricordato come oggi è previsto un vertice di partito proprio per parlare di liberalizzazioni e ha invitato Monti a non fare ricorso allo strumento del decreto legge e ad aprirsi ad un confronto con le categorie “perchè quello che le farmacie fanno sul territorio lo sappiamo, sappiamo anche quello che vorrebbero fare altri e per questo non ci piegheremo mai ai potenti della grande distribuzione”. 
 
A ribadire che i farmacisti non sono una Lobby “perchè da tanti anni siamo sotto attacco” anche Annarosa Racca presidente di Federfarma. “Siamo in Europa e nessuno parla di liberalizzazioni. Anzi, la Gran Bretagna il paese più liberista – ha ricordato la Racca –  sta tornando indietro perchè si sono accorti che non hanno più le farmacie nei piccoli comuni”. Le farmacie sono attaccate eppure “stiamo andando verso la farmacia dei servizi, sulla qualità la gente ci premia nonostante quello che si dice di noi in queste settimane”. Infine la presidente di Federfarma lancia un monito al governo Monti “Fare i farmacisti è cosa seria. Federfarma è aperta al dialogo ma non starà ferma se l’esecutivo continuerà su questa strada”.
 
“Se la fase due è la crescita e se la crescita è questa non credo che ci arriveremo”. È duro Cesare Cursi, senatore del Pdl e presidente della commissione Industria del Senato che aggiunge “se queste sono le liberalizzazioni non ci interessano”. Cursi punta quindi il dito contro le assicurazioni, le banche e la PA “settori andrebbero riformati per la crescita” e che non danno respiro alle piccole e medie imprese. Infine Anche il senatore del Pdl consiglia ai farmacisti di andare ad un confronto con il governo prima che questo vari il pacchetto di misure “dalle quali non si torna indietro”. 

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