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Giovedì 24 GENNAIO 2019
Ilva. Corte Ue dei diritti umani condanna l’Italia: “Non ha protetto salute cittadini di Taranto”

La Cedu ha dato ragione ad alcuni cittadini di Taranto che avevano presentato ricorso contro lo Stato . “Il persistente inquinamento causato dalle emissioni dell'Ilva ha messo in pericolo la salute dell'intera popolazione, che vive nell'area a rischio”. LA SENTENZA

La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per non essere riuscita a protegger alcuni cittadini di Taranto che vivono nelle aree colpite dalle emissioni tossiche dell'impianto dell'ex Ilva. Per i giudici della Corte di Strasburgo infatti “il persistente inquinamento causato dalle emissioni dell'Ilva ha messo in pericolo la salute dell'intera popolazione, che vive nell'area a rischio”. Inoltre “le autorità nazionali non hanno preso tutte le misure necessarie per proteggere efficacemente il diritto al rispetto della vita privata dei ricorrenti”.
 
Per i giudici europei le autorità italiane hanno violato il diritto al rispetto della vita privata e alla vita familiare (l'articolo 8 della Convenzione europea sui diritti umani) e il diritto a un rimedio efficace (l'articolo 13 della stessa Convenzione). La Corte ha intimato poi all’Italia che le misure per assicurare la protezione della salute e dell'ambiente devono essere messe in atto il più rapidamente possibile.
 
I ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo erano stati presentati nel 2013 e nel 2015 da 180 persone che vivono o sono vissute a Taranto o nelle zone vicine, lamentando gli effetti tossici delle emissioni per l'ambiente e per la salute e l'inefficacia dei rimedi italiani.
 
La Corte ha inoltre considerato che ai ricorrenti non è stato garantito un rimedio efficace per sollevare davanti alle autorità italiane il fatto che non fosse possibile ottenere misure per assicurare la decontaminazione delle aree dell'Iva di Taranto.

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